Si può letteralmente morire di noia. Lo afferma uno studio dell'University College di Londra, secondo cui: chi si sente annoiato ha una probabilità maggiore di "passare a miglior vita" prematuramente. I ricercatori hanno intervistato 7mila dipendenti pubblici di età compresa tra i 35 e i 55 anni negli anni '80, chiedendo loro se si sentissero annoiati. Lo scorso anno i partecipanti sono stati ricontattati, e dall'analisi statistica dei dati è emerso che quelli che si sono definiti annoiati avevano il 40% in più di probabilità di essere morti.
Non sarà di certo una giornata tediosa a rovinare l'esistenza. Tuttavia, se la noia si protrae per una vita intera, come risultato di un lavoro poco soddisfacente e di una vita sociale non gratificante, questa può condurre a una incidenza doppia di casi di decesso dovuti a ictus o ad attacchi cardiaci. A dimostrarlo è anche una ricerca pubblicata sulla rivista "International Journal of Epidemiology". Nel loro studio, un gruppo di ricercatori inglesi dello University College di Londra ha preso in esame un campione di 7254 dipendenti pubblici o privati inglesi di età compresa tra i 35 e i 55, chiedendo loro quanto si sentissero "annoiati" dalla vita. Dopo circa 25 anni di tempo dall'inizio dello studio, i ricercatori hanno analizzato i casi di decesso avvenuti per motivi cardiaci nel campione di dipendenti. Dai loro risultati è emerso che coloro che si ritenevano molto annoiati andavano incontro a una percentuale di decessi del 40% più elevata rispetto a chi si riteneva meno annoiato dalla vita. Le persone più annoiate, affermano gli autori della ricerca, erano in maggioranza donne o ragazzi giovani che svolgevano mestieri particolarmente umili e poco remunerativi.
Secondo Martin Shipley, responsabile dello studio, le persone annoiate avrebbero una tendenza maggiore a diventare schiavi di vizi come il fumo e l'alcol, i quali toglierebbero anni preziosi alla loro vita. "È molto importante che coloro che svolgono un lavoro tedioso coltivino interessi al di fuori del mestiere in modo da tenere lontana la loro noia", consiglia Martin Shipley, psicologo e coautore dello studio.
fonte: www.diregiovani.it