Nella sclerosi multipla infantile le funzioni cognitive sono più colpite di quelle motorie. I bimbi che ne sono affetti hanno quindi maggiori probabilità di avere basso quoziente intellettivo, problemi di memoria, di attenzione e di altre funzioni cognitive come il linguaggio. Sono le conclusioni di uno studio italiano, coordinato da un gruppo di ricerca dell'Università di Firenze, pubblicato sulla rivista Neurology. Lo rende noto l'Ateneo fiorentino. La ricerca è stata condotta dal team di Maria Pia Amato, professore associato di neurologia a Firenze e responsabile del settore sclerosi multipla della Sod neurologia I dell'Aou Careggi di Firenze, che ha coordinato 11 centri per la sclerosi multipla in Italia. Lo studio fa seguito ad una pubblicazione di due anni fa che evidenziava un aspetto finora non conosciuto della sclerosi multipla infantile, la capacità di colpire oltre alle funzioni motorie anche le funzioni intellettive, tra cui il linguaggio, in genere risparmiato nell'adulto. Ora lo stesso gruppo di ricercatori pubblica il risultato del controllo a due anni di distanza: 63 bambini e adolescenti con sclerosi multipla sono stati confrontati con 50 coetanei sani e il paragone ha messo in evidenza una dissociazione tra la progressione della disabilità fisica, che è stata minima nei 2 anni, e l'incremento della disabilità cognitiva, che ha invece coinvolto il 75% dei pazienti. «Siamo abituati a pensare - afferma Amato - che, nell'età evolutiva, la plasticità cerebrale e le capacità di recupero siano più efficienti rispetto all'età adulta. Lo studio suggerisce invece che la plasticità di un sistema nervoso in fase di sviluppo possa non essere sufficiente a compensare il danno anatomico prodotto dalla malattia».
fonte: http://www.leggo.it/