google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 SALUTIAMOCI: 01/03/10 - 01/04/10 google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Brutti Ricordi: si possono cancellare con un Farmaco

Esiste la possibilità di cancellare o affievolire, con una medicina, le esperienze negative fatte nel corso della vita. E' quanto afferma un'equipe di ricercatori americani e canadesi che starebbe per mettere a punto la pillola per togliere dalla mente i brutti ricordi.
La nuova frontiera della scienza è rappresentata dal Propranolol, medicinale utilizzato per l’ipertensione e da quanti hanno problemi di cuore. La sperimentazione, durata dieci mesi, è stata condotta su diciannove pazienti volontari con alle spalle traumi legati a incidenti, tentativi di rapina, aggressioni sessuali. Dopo una settimana di Propranolol si sono notati segni di minor stress e uno stato emotivo migliore rispetto ad altre persone curate con terapie differenti.
Nello specifico, il Propranolol avrebbe la capacità di agire sui ricordi "calcificati" nel cervello rendendoli di nuovo modellabili: mutato lo stato fisico dei ricordi è più facile alleggerirne il peso.
Ma la strada è ancora lunga. Sono gli stessi scienziati a raccomandare cautela visto che la sperimentazione è ancora all’inizio e sono sconosciute eventuali complicazioni nelle fasi successive. (Fde/Dire)

Fonte: diregiovani.it

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Lo Stress fa mangiare e assorbire di più

Il punto vita cresce? L'adipe aumenta? La diagnosi potrebbe essere: mangi tanto e sei stressato. Ad avallare la tesi del legame fra stress e cattiva alimentazione che fanno "lievitare" la pancia sono gli studi di Zofia Zukowska, della Georgetown University di Washington DC, che hanno approfondito un fenomeno in parte conosciuto, ma che ora hanno portato anche all'individuazione del meccanismo che è alla base dell'aumento di peso indotto proprio dallo stress. Il colpevole, secondo la ricercatrice, è l'ormone neuropeptide Y che in condizioni di stress fa accumulare maggiori quantità di grasso alle cellule del tessuto adiposo. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, mostra infatti che topolini ingrassano in condizioni di stress emotivo o fisico. Lo stress fa ingrassare e non solo perché può indurre a mangiare di più, ma soprattutto perché fa assimilare di più quello che mangiamo, e l'effetto causato da un ormone è particolarmente disastroso. I grassi che si accumulano per lo stress si dispongono, infatti, proprio dove sono più pericolosi e cioè attorno alla vita, conferendo quella forma a mela che è legata a ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari. “Sotto stress - spiega Zukowska - molte persone tendono a mangiare di più per cui si pensa che lo stress danneggi la silhouette perché induce a mangiare troppo. Ma questa è solo una parte del problema”. “Noi abbiamo dimostrato che lo stress fa ingrassare anche per altre vie - continua la ricercatrice - e non perché induce a mangiare troppo ma perché fa assimilare di più quello che mangiamo”. Studiando topolini messi sotto stress, l'equipe medica ha scoperto infatti che il neuropeptide Y, finora noto per il suo ruolo di controllo dell'appetito nel cervello, ha in realtà un secondo ruolo extra-cerebrale prima sconosciuto.



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Dimagrire: con il Latte è più facile

Nel latte sarebbe presente una molecola in grado di favorire il dimagrimento. Ad affermarlo sono i dati di uno studio clinico condotto dall’Università di Pavia, che ha scoperto le doti di una molecola contenuta nel siero: il Glicomacropeptide. I benefici di una dieta ipocalorica, infatti, aumentano del 40% grazie a questa sostanza che si forma durante la lavorazione del formaggio e che riesce a modulare naturalmente il meccanismo della fame. Lo studio clinico è stato condotto su un campione sperimentale formato da due gruppi omogenei, costituiti in egual numero da uomini e donne per due mesi ad una dieta moderatamente ipocalorica; nel secondo gruppo sono stati inclusi altri venti soggetti ai quali è stato somministrato, accanto alla dieta, un kit di integratori contenenti estratti vegetali e Glicomacropetide. I soggetti che hanno abbinato alla dieta ipocalorica il kit hanno registrato una riduzione del peso corporeo superiore di circa il 40% rispetto a coloro che hanno seguito la sola dieta. Lo stesso vale per la massa grassa, con una riduzione superiore del 50%, osservata sia nelle donne che negli uomini, nei quali si è osservata anche un’ulteriore riduzione del 35% della circonferenza vita. "Il Gmp è in grado, infatti, – spiega Fulvio Marzatico, professore di Farmacologia ed Alimentazione e Dietetica presso l’Università di Pavia e direttore del Laboratorio di Farmacobiochimica Dipartimento di Scienze Fisiologiche e Farmacologiche dell’ateneo pavese – di regolare la funzionalità gastrica e di modulare l’appetito, attraverso la liberazione di colecistochinina, che contribuisce a determinare un’induzione facilitata del senso di sazietà". "Questo avvicinamento dolce al controllo calorico – conclude il professore Marzatico – consente di aumentare il numero di soggetti che perseguono un regime alimentare controllato per tempi più lunghi rispetto al solito".

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Cuore: Attenzione ai Falsi Amici

Un amico imprevedibile, poco affidabile e sempre critico nei nostri confronti può causare sofferenza soprattutto per il nostro cuore. Un rapporto conflittuale con l'amico del cuore, infatti, può tradursi in un problema per la salute cardiovascolare e addirittura potrebbe aumentare il rischio di diventare ipertesi. Questo è il risultato di una recente ricerca condotta presso la Brigham Young University dello Utah che avrebbe scoperto come un rapporto di odio/amore con un amico possa trasformarsi in un vero problema. La psicologa Julianne Holt-Lunstad e i suoi colleghi hanno studiato gli effetti a breve termine di un cosiddetto amico ambivalente che ci costringe in un rapporto affettivo di amore/odio sulla salute cardiovascolare di 107 giovani, che avevano dovuto rispondere ad una serie di questionari finalizzati a valutare la qualità del loro rapporto con dieci amici. Gli amici sono stati classificati come supportivi o ambivalenti e ai volontari è stato chiesto di tornare in laboratorio accompagnati da un amico. Chiusi in una stanza, hanno dovuto discutere e chiacchierare dei più svariati argomenti, mentre i ricercatori monitoravano i valori della pressione sanguigna e il battito cardiaco dei giovani. Sugli Annals of Behavioral Medicine, la ricercatrice nordamericana ha riassunto che le discussioni relative a eventi negativi con un amico ambivalente tenderebbero ad aumentare la pressione sanguigna: i giovani con un amico ambivalente avevano un battito cardiaco anomalo ancor prima di iniziare a discutere e la loro pressione saliva improvvisamente quando si passava a confrontarsi su eventi negativi. “Abbiamo osservato che circa la metà di tutti i rapporti di amicizia registrati nel corso del nostro esperimento risultavano ambivalenti” ha chiarito la Holt-Lunstad.


Carie: Prevenirle con il Vino

Secondo alcuni scienziati dell’università di Pavia, un bicchiere di vino può servire per prevenire e combattere la carie e le infezioni gengivali più comuni. L'ipotesi è stata formulata dopo test effettuati sulle potenzialità proteggi-denti e gengive del vino. Gabriella Gazzani e i suoi colleghi hanno osservato, in provetta, l’azione del vino rosso e di quello bianco su alcuni tessuti cellulari, concludendo che il celebre e amato nettare degli Dei riuscirebbe a contrastare efficacemente l’assalto di otto ceppi di streptococchi, coinvolti nella formazione della placca batterica e, di conseguenza, della carie, e uno streptococco che causa faringiti.
 L’ipotesi più accreditata è che siano proprio questi acidi i principali responsabili dell’efficacia antibatterica. Il vino, rosso e bianco, quindi, svolgerebbe un'azione antimicrobica e potrebbe rappresentare un utile strumento per mettere a punto nuove terapie di prevenzione della carie e delle infezioni alle prima vie respiratorie. I ricercatori italiani hanno provato a verificare l’azione antibatterica di un mix composto da sei acidi contenuti nel vino, come il tartarico o l’acetico, e hanno registrato una capacità di sconfiggere gli streptococchi ancora superiore rispetto al vino normale.

Fonte: diregiovani.it

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Cervello: funziona come un MP3

Il nostro cervello legge le immagini proprio come un lettore Mp3 legge i file musicali. Si tratta di un sofisticato meccanismo di elaborazione dell'informazione visiva spiegato in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience. In pratica, il cervello mette insieme una serie di immagini dello stesso oggetto scattate una dietro l'altra dalla retina, permettendoci di vedere l'oggetto e anche di anticiparci come lo vedremo negli istanti successivi. Esattamente come un lettore Mp3 legge brani musicali uno di seguito all'altro. Quando guardiamo un oggetto, la retina scatta una sorta di fotografia e la invia al cervello, in forma di una serie di istantanee tutte diverse tra loro. I ricercatori hanno visto che il cervello tiene in memoria tutte le istantanee, aggiornando continuamente l'immagine che noi percepiamo. In questo modo siamo anche in grado di fare piccole previsioni di ciò che vedremo negli istanti immediatamente successivi. E' quello che succede a un lettore Mp3. Spiegano i ricercatori: "Un Mp3 è un file compresso, che quindi contiene non l'intera canzone, ma solo pacchetti discreti di informazione o campioni a intervalli di essa. Il lettore Mp3, però, offre una riproduzione fedele del file ricomponendo tutta la canzone. Può farlo perché riesce a leggere in anticipo il pacchetto seguente". (Lei/Dire)

Fonte: diregiovani.it

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L' insorgenza delle Malattie Cardiache

I vasi si ammalano in quanto non sono dei tubi inerti dove scorre il sangue, ma partecipano al trasporto attivo di sostanze nutritive e scorie tossiche che attraversano la parete interna.

Quando si accumulano rigonfiano il vaso fino ad ostruirlo.
Quali sono le condizioni che alterano questo equilibrio metabolico e fanno ammalare i vasi con formazione di placche aterosclerotiche?

* Lo stress ossidativo provocato dai radicali liberi

* Il fumo

* L’eccesso di colesterolo

* Il diabete

* L’obesità e la sindrome metabolica

* L'ipertensione arteriosa

* La carenza alimentare di antiossidanti

Cataratta: non è un'esclusiva degli Anziani

La cataratta interessa prevalentemente la terza età, ma non è esclusiva di questo periodo della vita.
Essa può insorgere anche nei pazienti diabetici, in persone che hanno fatto uso prolungato di farmaci come il cortisone, il cordarone, i chemioterapici, in seguito a ferite o a traumi oculari gravi; in persone affette da altre malattie oculari; in seguito ad una eccessiva esposizione ai raggi solari.
Generalmente la cataratta si sviluppa lentamente e senza causare dolore. Può insorgere in entrambi gli occhi, anche se di norma un occhio viene interessato prima dell’altro. Il sintomo più comune è l’annebbiamento della vista. È come se avessimo un velo sull’occhio: inutile quindi sbattere ripetutamente le palpebre per rimuoverlo o pulire le lenti degli occhiali credendole appannate!
Diventa più difficile distinguere gli oggetti collocati negli ambienti poco luminosi e se siamo sottoposti ad una luce intensa (abbagliamento) proviamo una sensazione di fastidio (fotofobia).
Inoltre appaiono degli aloni attorno alle sorgenti luminose. I colori ci sembrano meno vivaci e in molti casi si ha la comparsa (o se già presente, l’aumento) della miopia.

Addominoplastica: per Correggere i Segni post partum

08/03/10 - Molte donne dopo un parto con taglio cesareo hanno difficoltà a riconoscersi ancora nel proprio corpo: la cicatrice simile ad un cordone, la pelle del ventre che tende a formare uno scalino ed è ancora più evidente in caso di sovrappeso.
La ginnastica e la dieta anche ferrea non risolvono questi problemi, mentre lo può fare la chirurgia.
L’addominoplastica è l’intervento chirurgico che ha la funzione di migliorare la regione addominale in pazienti che presentano flaccidità della cute, frequentemente associata ad eccesso di tessuto adiposo e perdita di tono della muscolatura.
Possiamo ricostituire la parete addominale grazie a dei punti interni, disegnare e isolare l’ombelico riposizioniandolo nella sede opportuna con dei punti interni in modo che non abbia un aspetto chirurgico, mentre l’eccesso di pelle viene eliminato con una tecnica “high tension” che permette di scaricare la tensione nella parte alta dell’addome in modo tale che si possa evitare la cicatrice ombelico-pubica anche nei casi più difficili.

Cuore: uova e cioccolato fanno bene

Al contrario di quello che si è sempre ritenuto le uova (addirittura due al giorno) e il cioccolato (ma fondente) diventano oggi alleati del cuore.
La notizia è stata data nel corso del meeting annuale dell'Associazione dei cardiologi americani in corso a Chicago, dove la cardiologa Elizabeth Klodes, dell'American College of Cardiology ha presentato il suo decalogo salva-cuore proponendo le regole alimentari per mantenere in salute il cuore.
“Il segreto – ha chiarito l'esperta - è rispettare il tetto e fare cioè una colazione da re, un pranzo da principe e una cena da povero”. La colazione deve rappresentare il pasto principale della giornata “perché – ha continuato la Klodes - stimola il metabolismo spingendo l'organismo a consumare più calorie nell'arco della giornata”. Al contrario, saltare la colazione stimola un meccanismo di difesa da parte del nostro organismo che porta a conservare molte più calorie per paura di dover affrontare nuovi digiuni.
La notizia che le uova fanno bene al cuore rallegra quindi chi ama fare una colazione stile anglosassone. Da abbandonare – ha proseguito la specialista – “l'ossessione per i livelli di colesterolo: non sono le uova , che hanno invece preziosi elementi nutritivi, a spostare l'ago della bilancia, perché ciò che conta ai fini del controllo del colesterolo è l'equilibrio generale della dieta soprattutto sul fronte dei carboidrati e grassi saturi”.
Promosso dalla Klodes anche il cioccolato fondente, ricco di sostanze antiossidanti dalle grandi proprietà benefiche per il cuore. No al cioccolato al latte, che annulla invece gli effetti antiossidanti del cioccolato.
 
Fonte: Farmacia.it
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Alcool: primo bicchiere a 11 anni

La premessa è incoraggiante: dati 2007/08 alla mano, l'Italia, nei confronti dell'Europa, presenta una minore prevalenza di consumatori di bevande alcoliche e una minore diffusione del binge drinking, il fenomeno che comporta bere ripetutamente fino ad ubriacarsi. Il dato allarmante riguarda invece i giovani, con il primo bicchiere buttato giù già a 11 anni. E' quanto si ricava dalla sesta 'Relazione al Parlamento del ministero della Salute', trasmessa ai presidenti di Camera e Senato, sugli interventi realizzati da ministero e Regioni in attuazione della Legge 30 marzo 2001 n.125 ("Legge quadro in materia di alcol e problemi alcolcorrelati").
Il dato preoccupante è appunto quello legato alla giovane età del primo contatto con l'alcol che, secondo la relazione, "è l'aspetto di maggiore debolezza del nostro Paese nel confronto con l'Europa (in media 12,2 anni di età, contro i 14,6 della media europea)". Nel 2008, il 17,6% dei giovani di 11-15 anni ha consumato bevande alcoliche, in un'età al di sotto di quella legale per la somministrazione e per la quale il consumo consigliato è semplicemente a zero.

Cuore: due Proteine per ripararlo

La cardiopatia ischemica è la principale causa di morte nei paesi industrializzati. Nonostante i recenti progressi nel trattamento dello scompenso cardiaco, le terapie farmacologiche risultano ancora inadeguate. Due studi indipendenti, condotti da Antonio Baldini e Gabriella Minchiotti, rispettivamente direttore e ricercatrice dell'Istituto di genetica e biofisica 'Adriano Buzzati Traverso' (Igb-Cnr) di Napoli, aggiungono nuove conoscenze ai meccanismi della biologia delle cellule staminali cardiache.
Il primo lavoro, pubblicato sulla rivista Circulation Research, riguarda la proteina Cripto. "Si tratta di una molecola in grado di promuovere il differenziamento delle cellule staminali in cardiomiociti, agendo come interruttore molecolare nelle primissime fasi dello sviluppo embrionale dei mammiferi: se accesa determina il 'destino cardiaco' delle cellule; se spenta o assente blocca la cardiogenesi, promuovendo la formazione di neuroni", spiega Gabriella Minchiotti.

Schizofrenia: curarla prima che si manifestino i sintomi

Studio sul modello animale
Il massimo dell’efficacia della terapia farmacologica si ottiene somministrando i farmaci durante l'‘adolescenza’ dei ratti, ovvero molti mesi prima che raggiungano la piena maturità.
L’insorgenza della schizofrenia è un evento imprevedibile. Per questa come per altre malattie psichiatriche è stata formulata l’ipotesi "diatesi stress", secondo cui una predisposizione genetica di base può portare al manifestarsi della patologia in particolari condizioni ambientali.
Per ciò che riguarda il contributo genetico, si sa ormai che sono coinvolti 14 geni, mentre sul fronte delle condizioni scatenanti è noto una di esse è un’infezione nella fase fetale, anche se la patologia si sviluppa tipicamente a partire dalla seconda decade. Tenuto conto di queste conoscenze, Ina Weiner e colleghi dell’Università di Tel Aviv si sono messi alla ricerca di possibili segni biologici in grado di segnalare la progressione della malattia prima che se ne manifestino i sintomi. In particolare, hanno utilizzato tecniche di imaging cerebrale per evidenziare qualunque tipo di cambiamento nel cervello di animali di laboratorio.

SLA: Scoperto un nuovo Gene responsabile

Identificato il gene responsabile di una forma ereditaria di sclerosi laterale amiotrofica (SLA): ad annunciarlo è un articolo pubblicato sulla rivista Brain in cui si riferiscono i risultati di uno studio finanziato da Telethon.
La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia neurodegenerativa letale che colpisce progressivamente i motoneuroni, le cellule del sistema nervoso che impartiscono ai muscoli il comando di movimento. In genere si manifesta tra i 40 e i 50 anni e l'aspettativa di vita non supera i dieci anni. Esistono però anche forme più rare a esordio giovanile (il 5 per cento di tutti i casi), in cui i pazienti sopravvivono anche 40-50 anni.

Invecchiamento: colpa di una variante genica la sua velocità

Per la prima volta sono state identificate delle varianti geniche associate in modo definitivo all'invecchiamento biologico dell'uomo. La notizia è stata annunciata dall'Università di Leicester in contemporanea alla pubblicazione su Nature Genetics di un articolo che illustra la ricerca, nel corso della quale sono state analizzate oltre 500.000 variazioni genetiche nell'intero genoma umano identificandone come particolarmente significative alcune che sono localizzate in prossimità di un gene chiamato TERC.

Depressione: l'importanza dei Colori

Il grigio sembra proprio essere il colore della depressione, stando a una ricerca i cui risultati sono ora pubblicati sulla rivista ad accesso libero BMC Medical Research Methodology.
Il singolare studio si è svolto per iniziativa di Peter Whorwell, docente di medicina presso lo University Hospital of South Manchester, in collaborazione con l'Università di Manchester, nel Regno Unito, che ha ideato una “ruota dei colori”, uno strumento che permette alle persone di scegliere un colore in risposta a una domanda.
"I colori sono utilizzati frequentemente per descrivere le emozioni, basti pensare a espressioni idiomatiche come 'nero di rabbia' o 'verde d'invidia'”, ha spiegato Whorwell. “Tuttavia l'argomento non è mai stato affrontato con serie ricerche scientifiche, ed è rimasto confinato nell'aneddotica”.

Il Preservativo: Utilizzo e Protezione

Il preservativo, detto anche condom o profilattico, è una sottile guaina elastica che viene fatta aderire al pene in erezione, al fine di raccogliere lo sperma eiaculato ed impedire che entri in vagina durante il rapporto sessuale. Oltre ad evitare gravidanze indesiderate, il preservativo si comporta come una vera e propria "guardia del corpo", capace di difendere gli amanti dalle malattie sessualmente trasmissibili. Tra queste, non vi è solo la temutissima AIDS, ma tantissime patologie che abbiamo ampiamente trattato nell'articolo dedicato.

Cos'è la Prostatite?

La prostatite è l’infiammazione della ghiandola prostatica, un organo simile ad una castagna localizzato appena al di sotto della vescica maschile. E' deputata alla produzione del liquido prostatico, dotato di azione antibatterica ed utile per aumentare motilità e resistenza degli spermatozoi.

La prostatite può accompagnarsi ad una lunga serie di sintomi; i più comuni riguardano le difficoltà urinarie, spesso associate a fastidi e dolori in sede perineale e rettale.
La classificazione più comunemente impiegata distingue le prostatiti in:
  • prostatite acuta di origine batterica
  • prostatite cronica di origine batterica
  • prostatite cronica di origine non batterica (detta anche prostatosi), prostatodinia e sindrome pelvica dolorosa
  • prostatite asintomatica infiammatoria
  • Prostatite acuta di origine batterica

Sesso: decalogo di Greenpeace per essere Ecologisti anche a letto

Siete preoccupati di poter contribuire alla causa della salvaguardia del pianeta, stimolati da una giornata intera di buoni consigli, portati avanti anche grazie al Live Earth? Il vostro contributo lo potete dare anche tra le mura domestiche e nella fattispecie in camera da letto.
Come? Semplicemente seguendo i buoni consigli che dispensa greenpeace, in una sorta di decalogo dell'amore ambientale.
- Primo punto: spegnete le luci. Per non contribuire al surriscaldamento globale, basta qualche piccolo accorgimento. L'atmosfera ideale si può ricreare semplicemente sfruttando le luci delle candele, più romantiche e meno dannose.
- Secondo punto: evitate di ricorrere a frutta geneticamente coltivata se siete amanti di situazioni golose e piccanti. Sfruttate invece per i vostri giochi prodotti biologicamente sani.

Tumore: dalle Meduse arriva la Proteina per trovarlo

Una medusa ci salverà dal tumore? Forse sì, grazie ad una proteina che svela i 'difetti' delle cellule. L'animale planctonico, croce di tutti i bagnanti e noto per le fastidiose lesioni provocate dal suo liquido urticante, contiene, infatti, una particolare proteina che emette luce, e che può essere usata come "marcatore visivo" per trovare difetti all'interno delle cellule.
E' il risultato di uno studio che viene presentato da Fabio Beltram del Cnr-Infm (Istituto nazionale per la Fisica della materia-Consiglio nazionale delle ricerche) e del Nest (National enterprise for nanoScience and nanoTechnology) della Scuola Normale superiore di Pisa, nel corso del convegno "Functional Materials and Molecular Devices for Nanoelectronics and Nanosensing" che si tiene oggi e domani, 12 e 13 luglio, presso la sede del Cnr.
La proteina in questione, puntualizza la nota del Cnr, è la proteina fluorescente verde presente nella Aequorea victoria, medusa che abita nelle acque profonde del Pacifico ed offre parecchi vantaggi: è fluorescente ad una determinata lunghezza d'onda, quindi facilmente visibile, e per questo può essere utilizzata come marcatore specifico; inoltre è una molecola presente in natura e quindi risponde ai principi di biocompatibilità (non è tossica ed è facilmente smaltibile per tutti gli organismi). Ed ancora, al contrario della maggior parte delle proteine, infine, è capace di "funzionare" anche in altri organismi, senza l'ausilio di molecole presenti solo nell'animale d'origine.

La Musica stimola il Cervello

I suoni musicali attivano il cervello proprio come uno stimolante chimico che offre sensazioni amplificate di piacere, eccitazione o soddisfazione. A sostenerlo è il nuovo studio “Life Soundtracks” condotto da Daniel J. Levitin, neuroscienziato americano in cui si discute dell’effetto fisico della musica sul cervello, compreso lo stato d’animo “Sex, Drugs and Rock and Roll” e il modo in cui la musica aiuta le persone a stabilire connessioni musicali personali o addirittura colonne sonore della loro vita.
Provocando le stesse sensazioni fornite da sesso e droga, la musica produce una risposta chimica per la quale i circuiti nervosi interessati aiutano a modulare i livelli di dopamina, l'ormone del benessere nel cervello.
Questo stato d’animo è conosciuto già da decenni come responsabile di un meccanismo di ricompensa che si attiva anche quando i giocatori d’azzardo vincono o i tossicodipendenti consumano la loro droga preferita.

Fertilità: In estate il desiderio cala

L'estate è la stagione dei bollenti spiriti: il luogo comune è avallato anche dalla scienza.
Eppure nonostante un sensibile aumento dei rapporti di coppia il concepimento nella bella stagione ha probabilità più scarse di verificarsi.
E' tutta una questione di biologia. Infatti tra luglio e settembre la maggiore quantità di luce a cui siamo esposti agisce sull'ipofisi, una ghiandola del cervello che blocca la melatonina, ormone che ha il compito di aiutarci a dormire e che sopisce anche gli ormoni sessuali e dunque il desiderio.
I mesi estivi quindi sono proprio il carburante per l'attività sessuale. "Tanto che è proprio tra luglio e settembre che le giovani ragazze hanno la loro prima mestruazione". Come spiega il pediatra dell'università di Milano Italo Farnetani che aggiunge - “Gli spermatozoi sono infatti meno attivi e numerosi con il caldo. La bella stagione, insomma, mina la fertilità di lui e calmiera le nascite, che infatti sono ai massini, nell'arco dei dodici mesi, a settembre. Il che significa che il concepimento è avvenuto a dicembre e gennaio, cioè nei mesi più freddi. Al contrario, il record negativo della fertilità si registra a luglio, seguito da agosto. Dunque proprio quando invece è maggiore l'attività sessuale”.
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Artrite Reumatoide: un nuovo Marcatore per chi ne è affetto

Una classe di proteine del nostro organismo potrebbe rappresentare un marcatore per individuare i pazienti con artrite reumatoide (AR) che beneficerebbero della terapia farmacologica con antagonisti del TNF (tumor necrosis factor): è questa la conclusione di uno studio pubblicato su Arthritis & Rheumatism a firma di un gruppo di ricercatori dell'Hospital for Special Surgery (HSS) guidati da Mary K. Crow in collaborazione con i colleghi della University of Southern California.
Sebbene gli antagonisti del TNF abbiano dimostrato i loro benefici in migliaia di casi di AR, questi farmaci non sono efficaci in un'ampia percentuale di pazienti, variabile tra il 30 e il 50 per cento. I clinici così si trovano nelle condizioni di fornire ai pazienti una terapia che può non funzionare bene, è molto costosa ed è potenzialmente tossica, per il rischio di sviluppare infezioni batteriche o micotiche dopo un uso prolungato.
Oltre a ciò, i fattori individuati dalla ricerca associati a una risposta non soddisfacente a questo tipo di farmaci, come l'espressione di alcuni geni, non hanno fornito alcuno strumento di utilità pratica per selezionare i pazienti che invece possono trarne beneficio.

La Dopamina favorisce il Successso Sociale

Migliorare il proprio status socioeconomico porta sicuramente a notevoli vantaggi pratici, ma esiste anche un beneficio più recondito e personale, legato ai meccanismi cerebrali di ricompensa.
È quanto messo in luce da una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Biological Psychiatry, secondo cui le persone più motivate a ottenere una migliore condizione nella società sono in realtà quelle che possiedono una più elevata densità di recettori D2/D3 per la dopamina nel corpo striato, una regione del cervello fortemente coinvolta nella motivazione e nei comportamenti tesi al conseguimento di una ricompensa.
I ricercatori dei Dipartimenti di psichiatria e di radiologia della Columbia University coordinati da Diana Martinez hanno analizzato una coorte di volontari in buone condizioni di salute mediante la tecnica di tomografia a emissione di positroni (PET) che permette di visualizzare i recettori di tipo 2 nel cervello. I risultati sono poi stati correlati allo status socioeconomico di ciascuno.

Sarcoma di Ewing: scoperta la Proteina che ne favorisce lo Sviluppo

Un gruppo di ricercatori dell'Istituto Ortopedico Rizzoli IRCCS di Bologna è riuscito a identificare il ruolo cruciale di una proteina, chiamata CD99, nello sviluppo del sarcoma di Ewing.
Il sarcoma di Ewing è un tumore dell'osso o delle parti molli la cui insorgenza si riscontra nel periodo compreso fra l'infanzia e l'inizio dell'età adulta, e rappresenta la seconda neoplasia dell'osso più frequente nell'età pediatrica. La sua origine cellulare non è ancora ben compresa, per quanto sembra che derivi da cellule del neuroectoderma alterate in vari livelli di differenziazione del tessuto originario.
E' noto che nella grande maggioranza dei casi si riscontra un forte aumento dell'espresione della proteina CD99, ma la sua funzione nell'eziopatogenesi e nello sviluppo della malattia non era finora conosciuta.
La scoperta, oggetto di un articolo publicato sulla rivista "Journal of Clinical Investigation" a prima firma Anna Rocchi, suggerisce la possibilità di assumere come nuovo bersaglio terapeutico per il trattamento della patologia la proteina CD99 o la sua via metabolica.

Fibrosi Cistica: Un passo in avanti per la Cura

Il risultato di una ricerca corrobora l'idea di considerare l'aumento del bicarbonato nei tessuti l'obiettivo terapeutico delle prossime ricerche sullla malattia
Un difetto in un cammino di segnalazione cellulare che coinvolge la proteina PPAR-γ (peroxisome proliferator-activated receptor-γ) si è rivelato cruciale per lo sviluppo di alcuni sintomi della fibrosi cistica nel modello animale. È questo il risultato di uno studio svoltosi presso la School of Medicine dell'Università della California a San Diego, che ha dimostrato inoltre come la correzione di tale difetto porti alla parziale remissione dei sintomi.
"La fibrosi cistica com'è noto è il risultato di una mutazione genetica che porta al malfunzionamento dei canali posti sulla membrana cellulare che permettono il trasporto di ioni cloruro e bicarbonato dall'interno verso l'esterno della cellula”; ha commentato Gregory Harmon, che firma l'articolo di resoconto pubblicato su Nature Medicine. “Questo difetto cellulare a sua volta porta all'infiammazione e all'accumulo di muco nelle vie respiratorie tipici della patologia.

Parkinson: l' Ibuprofene ne diminuisce i Rischi

La probabilità di insorgenza della patologia è risultata inversamente proporzionale al consumo: quanto più alte erano le dosi assunte regolarmente, tanto minore il rischio di malattia I soggetti che assumono regolarmente il farmaco ibuprofene hanno un ridotto rischio di sviluppare la malattia di Parkinson: è quanto ha stabilito una ricerca presentata all’annuale Convegno dell'American Academy of Neurology tenutosi a Tronto, in Canada.
Lo studio ha coinvolto 136.474 persone non affette dalla patologia al momento dell’arruolamento, sottoposte a una serie di questionari per analizzare il consumo abituale di farmaci quali aspirina, ibuprofene e acetaminofene, appartenenti alla classe degli antinfiammatori non steroidei (FANS). Dopo sei anni, 293 dei partecipanti hanno sviluppato il Parkinson.

Neuroni: una Proteina Chiave per il loro Sviluppo

Uuna serie di cammini di segnalazione paralleli controlla la crescita dei dendriti: ciò spiega perché essi si formino anche senza Nedd4-1, sebbene in numero inferiore e più corti Per ricevere segnali dalle altre cellule, i neuroni formano complesse estensioni denominate dendriti, che forniscono loro la caratteristica forma “a radice”. Nel cervello umano, la crescita dei dendriti ha luogo principalmente durante l’ultima parte della fase embrionale e nello sviluppo infantile.
Durante tale fase, i dendriti dei 100 miliardi di neuroni formano una rete che raggiunge una lunghezza complessiva di molte centinaia di chilometri, formando una rete estremamente complessa che permette di controllare tutte le funzioni del corpo, dalla respirazione ai processi di apprendimento.
La direzione e la velocità di crescita dei dendriti deve perciò essere accuratamente controllata da un enorme numero di segnali che influenzano in primo luogo la struttura del citoscheletro, che all’interno di essi è responsabile della loro forma ed estensione.

Sclerosi Multipla: ipotesi autoimmunitaria della genesi

Nel topo la sclerosi multipla (SM) può essere innescata da batteri non patogeni: a dimostrare sperimentalmente quella che è nota come ipotesi autoimmune della SM è stato un gruppo di ricerca dell'Università cattolica di Roma, che ne ha dato notizia in un articolo pubblicato sul Journal of Immunology a prima firma Chiara Nicolò.
"Non sappiamo che cosa provochi la sclerosi multipla", spiega Francesco Ria, che con Giovanni Delogu ha diretto lo studio. "Sappiamo che esiste un fattore genetico e un fattore ambientale, ma non disponiamo ancora di una soddisfacente teoria che possa spiegare come agisce esattamente il fattore ambientale."

Glaucoma: La degenerazione si sviluppa in senso inverso

La degenerazione provocata dalla malattia si sviluppa in senso inverso a quanto finora ritenuto: parte a livello del cervello per arrivare solo successivamente alla retina.
primi danni causati dal glaucoma si ritrovano a livello cerebrale, e non dell'occhio. E' questa l'inaspettata conclusione di uno studio condotto da ricercatori del Vanderbilt Eye Institute che ne riferiscono in un articolo pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences.
Il glaucoma è generalmente considerato una patologia dell'occhio che provoca una progressiva perdita della capacità visiva dovuto a un aumento della pressione oculare. Il danno inizia a farsi sentire a livello di visione periferica per progredire via via verso il centro e condurre alla cecità per un irreparabile danno al nervo ottico e alla retina se non si interviene per tempo.

L’OSTEOARTRITE negli animali

Più comunemente conosciuta come artrosi, l’osteoartrite è un processo cronico, su base degenerativa, che coinvolge le cartilagini articolari, cioè il rivestimento delle estremità delle ossa lunghe.
Recenti studi, condotti in diversi Paesi del mondo in collaborazione con i medici veterinari, hanno messo in luce come, da qualche tempo a questa parte, tale problema di salute riguardi la specie canina in misura sempre maggiore. Per fortuna oggi le maggiori conoscenze scientifiche hanno reso possibile intervenire con cure appropriate, capaci di migliorare sensibilmente la qualità della vita degli animali colpiti.
Si manifesta principalmente nei cani anziani ma non è frequente il suo riscontro anche nei soggetti giovani e/o di mezz’ età portatori di alterazioni su base mal formativa, prima tra tutte la displasia dell’anca e quella del ginocchio.

Miopia: Laser PRK, Tutto Quello Che Devi Sapere

La PRK (PhotoRefractive Keratectomy o fotocheratotomia refrattiva) fa parte della chirurgia refrattiva. Messa a punto all’inizio degli anni 80, è stata approvata dalla FDA americana nel 1995, anche se era già utilizzata in altre nazioni come in Canada.
La PRK è eseguita con un laser ad eccimeri che emette un fascio di luce ultravioletto con altissima energia specifica, ma basso potere penetrante nelle cellule biologiche, causando una fotoablazione per dissociazione molecolare su strati infinitesimali e senza danno per le cellule adiacenti.
Il raggio laser può rimuovere, entro valori predeterminati dal chirurgo, degli strati monocellulari, in quanto interrompe i legami tra le molecole e provoca una evaporazione del bersaglio. Con ritocchi infinitesimali, la curvatura della superficie corneale dell’occhio viene quindi adattata in modo permanente secondo le nostre esigenze.

Esercizio Fisico Contro L'invecchiamento Cerebrale

Uno studio mostra che le dimensioni dell'ippocampo nelle persone che praticano attività fisica conferisce una maggiore capacità mnemonica.
L'ippocampo è una struttura curva posta in profondità del lobo temporale del cervello, è una struttura essenziale per la formazione della memoria, l'ippocampo inoltre gioca un ruolo fondamentale nell'orientamento spaziale e in altre tipologie della memoria relazionale.
Esistono altre attività che possono influenzare lo sviluppo dell'ippocampo, ad esempio in uno studio condotto sui tassisti di Londra è emerso che la porzione posteriore dell'ippocampo era di dimensioni maggiori rispetto ad altri soggetti.

Fumo: 25000 Ricoveri All'Anno Solo In Piemonte

Per la prima volta dal gennaio 2005, anno in cui entrò in vigore la legge che vietava il fumo nei locali pubblici, possiamo fare un bilancio: sicuramente positivo con una riduzione di eventi cardiovascolari e infarti di circa il 10%.
Proprio in questi giorni i dati sono stati resi ufficiali anche dall’Università di Torino e verranno presto estesi a tutto il territorio nazionale.
I ricoveri causati dal fumo di sigaretta in Piemonte sono circa 25.000 all’anno con una mortalità del 5%, gli infarti e le sindromi coronariche acute sono circa 5.000. Da ciò si deduce un costo sociale e di vite umane inaccettabile.
Ribadendo il concetto di prevenzione, dobbiamo ricordare come l’astensione dal fumo sia socialmente utile, ed estremamente economica, praticamente a costo zero, rispetto a terapie farmacologiche.
Perché la prevenzione sia e continui ad essere efficace è necessaria la consapevolezza da parte dei fumatori e di coloro che devono conviverci, dei meccanismi che portano ai devastanti effetti sulla salute.

Occhio Rosso: Quali Sono le Cause Principali, ?

L'occhio rosso ha diverse cause: possono essere infettive, fisico-chimiche o legate a malattie dell’occhio e dei suoi annessi e presentarsi sia in inverno che in estate.
Innanzitutto parliamo di allergie. A livello oculare le allergie provocano infiammazione della congiuntiva con conseguente arrossamento che è possibile suddividerle in varie forme come la congiuntivite allergica propriamente detta ed è la più frequente spesso associata e rinite, caratterizzata da forte prurito, gonfiore della congiuntiva e da lacrimazione intensa.
Poi abbiamo la congiuntivite primaverile che colpisce generalmente i bambini. I principali sintomi e segni sono: prurito, occhio molto rosso, lacrimazione, senso di fastidio alla luce e sensazione di corpo estraneo (come granelli di polvere negli occhi)
Poi abbiamo la congiuntivite atopica che è la forma più grave ed è associata ad eczema; può compromettere la vista e la congiuntivite giganto-papillare che colpisce soprattutto i portatori di lenti a contatto e di protesi oculari.

Cosa sono i Radicali Liberi?

Un radicale libero è una molecola o un atomo particolarmente reattivo che contiene almeno un elettrone spaiato nel suo orbitale più esterno. A causa di questa caratteristica chimica i radicali liberi sono altamente instabili e cercano di tornare all'equilibrio rubando all'atomo vicino l'elettrone necessario per pareggiare la propria carica elettromagnetica. Questo meccanismo dà origine a nuove molecole instabili, innescando una reazione a catena che, se non viene arrestata in tempo, finisce col danneggiare le strutture cellulari.
I radicali liberi più conosciuti sono quelli a contenuto d'ossigeno (ROS da Reacting Oxygen Species) come l'anione superossido (O2-) ed il perossido d'idrogeno (H2O2). In presenza di metalli di transizione liberi (soprattutto ferro e rame) questi danno origine al radicale ossidrile (OH-), particolarmente tossico e responsabile della perossidazione lipidica.

Cos'è lo Spermiogramma?

Lo spermiogramma è un esame di laboratorio rivolto allo studio del liquido seminale, tutt'oggi considerato uno strumento basilare nella valutazione della fertilità maschile. Le risposte fornite dallo spermiogramma sulla capacità riproduttiva non sono comunque definitive, poiché trattasi di uno studio in vitro che può non riflettere il comportamento del liquido seminale nell'apparato riproduttivo femminile. Inoltre, lo studio dello spermiogramma è riferito ad una sola eiaculazione e può succedere, ad esempio, che in quel determinato episodio il numero degli spermatozoi sia solo occasionalmente inferiore ai limiti considerati normali, o che la capacità fecondante sia comunque mantenuta. Nonostante questi limiti, lo spermiogramma rimane un importante test di primo livello per l’inquadramento dell’infertilità maschile.

Cervello: Funziona con il Suono

Era il 1963 quando Alan Hodgkin e Andrew Huxley vinsero il premio Nobel affermando che i nervi lavorano trasmettendo un impulso elettrico da cellula a cellula; secondo la loro teoria quindi le informazioni passano dal nostro cervello a tessuti e organi tramite impulsi elettrici. Recentemente Wired News ha pubblicato una nuova teoria; il fisico Andrew Jackson e il biofisico Thomas Heimbur del Niels Bohr Institute di Copenhagen hanno messo in dubbio la teoria degli anni '60. Secondo i due ricercatori, le informazioni viaggiano da un neurone all'altro grazie ad impulsi sonori.

Sesso: il 52% delle Donne Inglesi preferisce la Cioccolata

Secondo un sondaggio condotto dalla "Cadbury", azienda del Regno Unito leader nell'industria dolciaria, il 52% delle donne d'oltre Manica preferisce la cioccolata al sesso. Per le signore inglesi infatti, il piacere garantito dalla cioccolata è unico e appagante. Circa 1.500 le donne interpellate per la stesura della ricerca. A non pensarla nella stessa maniera gli uomini inglesi: l'87% del campione maschile considera il sesso migliore di qualunque dolce.

Lo studio, condotto da un gruppo di psicologi dell'università del Galles sui legami tra cacao ed endorfine, rivela che gli orientamenti variano in base alle aree geografiche: i londinesi sono i più amanti del sesso tra i connazionali, prediligendolo al cacao nel 79% dei casi. Nell'Inghilterra orientale il 40% degli intervistati è più propenso per una bella tavoletta di cioccolato rispetto al rapporto sessuale.
(Fde/Dire)

fonte: Diregiovani
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Ansia: una persona su 5 ne soffre

Nel corso della propria vita, più di un quinto della popolazione, il 21%, soffre di ansia. Tra i disturbi più frequenti ci sono gli attacchi di panico, l'agorafobia, il disturbo acuto da stress, ma il più diffuso è la "fobia specifica", che può raggiungere un'incidenza del 13%. Con le attuali terapie si ha un miglioramento significativo della sintomatologia in almeno il 50% dei casi, entro 6-16 mesi, ma la guarigione completa e definitiva è considerata ancora difficile. Nell'insieme, le donne che soffrono di disturbi d'ansia sono il doppio degli uomini e spesso il loro disturbo si accompagna ad altre patologie, tra cui le più frequenti sono quelle depressive, pari al 33,5%. Le ultime novità sul trattamento e nuovi strumenti di valutazione dell'ansia verranno illustrate dal 6 al 7 giugno a Roma nel corso del convegno "Ansia e disturbi d'ansia", promosso dal Dipartimento di scienze psichiatriche e Medicina psicologica dell'Azienda Policlinico Umberto I di Roma, diretto da Massimo Biondi.

Rinite Allergica: Boom tra Ragazzi e Bambini

Aumenta sempre di più il numero di bambini e ragazzi che soffrono di rinite allergica. Secondo uno studio condotto dall'azienda ospedaliera universitaria San Martino e dall'università degli studi di Genova, entro il 2020 il 50% degli adolescenti dovrà fare i conti con naso che cola, prurito e occhi rossi.
Dallo studio, pubblicato su Pediatrics e presentato oggi a Genova nel corso del convegno Asma bronchiale e rinite allergica, risulta che il numero di bambini e giovanissimi che soffrono di rinite è aumentato di oltre il 5% in cinque anni.
Comparando i dati dal 1994 al 2002, si è registrato un incremento maggiore di riniti allergiche nei bambini (+5,2%) piuttosto che negli adolescenti (+4,1%). In generale su 8 milioni di bambini e ragazzi (secondo i dati Istat del 2003), oggi soffrono di rinite un milione e 549 mila bimbi tra i 6 e i 7 anni e un milione e 553 mila giovanissimi tra i 13 e i 14.

Fumo: Crescono le morti per il tabacco

Allarme sigarette nel Pianeta. A lanciarlo è l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) secondo cui il fumo causerà, da oggi al 2030, ben 8,3 milioni di vittime. L'aumento previsto dei decessi rispetto ad ora è del 50%, con l'80% delle vittime che si registrerà nei Paesi a reddito medio e basso.
Dalla "Statistica Sanitaria Mondiale 2007" - compendio diffuso in occasione della sessantesima Assemblea Mondiale della Sanità, svoltasi a Ginevra nei giorni scorsi - si apprende che nel 2030 le cause più comuni di mortalità, oltre al fumo, saranno: le malattie cardiache e polmonari, gli ictus, e l'aids (i decessi legati all'hiv raddoppieranno entro il terzo decennio del secolo, fino a raggiungere i 6,5 milioni annui).
Già nel 2015, le morti imputabili al tabacco saranno il 10% del totale e supereranno del 50% quelle causate dall'aids. Secondo l'Oms, cresceranno del 40% anche le vittime di infortuni causati principalmente dagli incidenti automobilistici. Il rapporto Oms denuncia anche la netta disparità nelle cure mediche tra il nord e il sud del mondo: nel 2004, i paesi Ocse hanno speso 3.080 dollari per abitante in rimedi sanitari contro i 102 di Africa e Sudest asiatico.

fonte: Diregiovani
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