google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 SALUTIAMOCI: L'infarto è più letale per le donne google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

L'infarto è più letale per le donne

Il cuore 'tradiscè le donne più degli uomini. E, complessivamente, l'infarto ne uccide di più, anche se è ancora radicata la convinzione che si tratti di un rischio al maschile. Ma se ciò è vero in età fertile, grazie alla protezione degli estrogeni, con la menopausa - quando aumenta il colesterolo 'cattivò (Ldl) e diminuisce quello 'buonò (Hdl), mentre aumentano peso, ipertensione arteriosa e rischio di sviluppare il diabete - i nuovi casi di infarto e ictus cerebrale nelle donne aumentano progressivamente, fino a raggiungere, e intorno ai 75 anni superare, quelli maschili. A sfatare il pregiudizio, sempre più incrinato dai dati epidemiologici, sono gli esperti Servizio di prevenzione e protezione del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Spp-Cnr) e della Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec), che hanno messo a punto un vademecum ad hoc per 'proteggere il cuore delle donnè, visto che la prevenzione 'in rosà resta ancora molto scarsa. «Gli ultimi dati Istat confermano che le malattie cardiovascolari rappresentano ben il 44% delle cause di morti femminili, contro il 33% negli uomini», spiega Roberto Volpe, ricercatore del Spp-Cnr. «Eppure, sebbene siano oltre 120.000 le donne italiane che muoiono ogni anno per tali patologie, queste sono ancora considerate tipiche del sesso maschile». Da qui l'idea del vademecum dedicato alla 'Prevenzione dell'infarto del miocardio nella donnà. «Il documento intende fornire al pubblico e agli operatori sanitari uno strumento completo e pratico e la prevenzione è un obiettivo spesso raggiungibile, poichè la corretta informazione è la base della prevenzione», aggiunge Maria Grazia Modena, direttore di Cardiologia all'università di Modena-Reggio Emilia e past-president della Società italiana di cardiologia. «Un dato allarmante in tal senso è che le donne colpite da infarto acuto hanno una maggiore mortalità poichè, per via di una sottostima del loro rischio da parte dei medici curanti, ricevono un minor numero di indagini diagnostiche come la coronarografia e vengono trattate meno con farmaci fondamentali per prevenire le recidive come l'aspirina, i betabloccanti e le statine. Senza dimenticare che esistono malattie cardiovascolari tipiche delle donne, come la dissecazione spontanea delle coronarie e delle carotidi», ricorda l'esperta. «Le donne sono poi svantaggiate nella tutela della loro salute - afferma Massimo Volpe, presidente della Siprec e direttore di Cardiologia al Policlinico Sant'Andrea-Università 'La Sapienzà di Roma - per alcuni fattori sociali, culturali e caratteriali quali: il doppio lavoro domestico e fuori casa, la propensione a occuparsi prima dei problemi altrui che dei propri, un interesse prevalentemente orientato alla cura degli aspetti riproduttivi, la limitata partecipazione agli studi clinici sui nuovi farmaci, in cui se le donne non sono più escluse come poteva avvenire nelle sperimentazioni condotte negli anni '70-'80, ancora oggi difficilmente rappresentano il 50% delle casistiche ».

Il documento, oltre a ribadire l'importanza di un corretto stile di vita e di una terapia farmacologica mirata in caso di presenza di fattori di rischio cardiovascolare come ipertensione arteriosa, diabete e ipercolesterolemia, fornisce indicazioni su patologie specifiche da menopausa come le malattie autoimmuni, endocrinologiche o l'ipercolesterolemia. «Per quest'ultima una dieta alimentare a basso contenuto di grassi deve però tenere in conto il fabbisogno di calcio, fondamentale contro l'osteoporosi - sottolinea Roberto Volpe. »L'assunzione di alimenti a ridotto contenuto lipidico ma ad adeguato tenore di calcio, un appropriato apporto di vitamina D e una regolare attività fisica possono permettere di prevenire sia le malattie cardiovascolari che l'osteoporosi«, conclude lo specialista