La diagnosi prenatale permette di rilevare nel feto anomalie cromosomiche o geniche alle quali sono spesso associate condizioni patologiche.
L’utilizzazione di un responso a seguito di diagnosi è un problema diffuso, ma forse è maggiormente sentito nel campo prenatale perché, accanto all’affinarsi delle possibilità diagnostiche, non vi è ancora, purtroppo, un corrispondente sviluppo delle possibilità terapeutiche.
Su tale questione esistono molteplici opinioni ed una grande pluralità di comportamenti, sia dei medici che dei biologi, che lavorano nel settore, sia dei genitori che, loro malgrado, si sono trovati a dover far fronte a decisioni difficili.
Va certamente sottolineato che la diagnosi prenatale va sempre svolta, da chi opera nel settore, con alto senso di responsabilità, nel rispetto della propria professione e con grande riguardo delle opinioni e della libertà di scelta dei richiedenti.
Un altro importante problema etico nella diagnosi prenatale è il rischio che la tecnica utilizzata per il prelievo dei campioni comporta per il continuo della gravidanza e per la vita del nascituro.
Avendo sempre presente la regola di proporzionalità tra rischio e beneficio da conseguire, si dovrebbe sempre selezionare in modo rigoroso le pazienti alle quali consigliare questo tipo di esame, in funzione dei dati anamnestici e genetici della madre e della storia ostetrica.
Comunque sia, la scelta deve essere sempre quella della donna o della coppia, previamente informata di tutti gli aspetti tecnici e delle implicazioni di tali esami. E’ per questo che abbiamo sentito l’esigenza di creare un Centro Servizi per la Diagnosi Genetica, facendo dell’informazione e della assistenza alla donna in gravidanza il nostro lavoro, nella speranza di poter rendere i futuri genitori più consapevoli e sereni di fronte alle loro scelte.
di IPPOCRATE Centro Servizi per la Diagnosi Genetica