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Brutti Ricordi: si possono cancellare con un Farmaco

Esiste la possibilità di cancellare o affievolire, con una medicina, le esperienze negative fatte nel corso della vita. E' quanto afferma un'equipe di ricercatori americani e canadesi che starebbe per mettere a punto la pillola per togliere dalla mente i brutti ricordi.
La nuova frontiera della scienza è rappresentata dal Propranolol, medicinale utilizzato per l’ipertensione e da quanti hanno problemi di cuore. La sperimentazione, durata dieci mesi, è stata condotta su diciannove pazienti volontari con alle spalle traumi legati a incidenti, tentativi di rapina, aggressioni sessuali. Dopo una settimana di Propranolol si sono notati segni di minor stress e uno stato emotivo migliore rispetto ad altre persone curate con terapie differenti.
Nello specifico, il Propranolol avrebbe la capacità di agire sui ricordi "calcificati" nel cervello rendendoli di nuovo modellabili: mutato lo stato fisico dei ricordi è più facile alleggerirne il peso.
Ma la strada è ancora lunga. Sono gli stessi scienziati a raccomandare cautela visto che la sperimentazione è ancora all’inizio e sono sconosciute eventuali complicazioni nelle fasi successive. (Fde/Dire)

Fonte: diregiovani.it

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Lo Stress fa mangiare e assorbire di più

Il punto vita cresce? L'adipe aumenta? La diagnosi potrebbe essere: mangi tanto e sei stressato. Ad avallare la tesi del legame fra stress e cattiva alimentazione che fanno "lievitare" la pancia sono gli studi di Zofia Zukowska, della Georgetown University di Washington DC, che hanno approfondito un fenomeno in parte conosciuto, ma che ora hanno portato anche all'individuazione del meccanismo che è alla base dell'aumento di peso indotto proprio dallo stress. Il colpevole, secondo la ricercatrice, è l'ormone neuropeptide Y che in condizioni di stress fa accumulare maggiori quantità di grasso alle cellule del tessuto adiposo. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, mostra infatti che topolini ingrassano in condizioni di stress emotivo o fisico. Lo stress fa ingrassare e non solo perché può indurre a mangiare di più, ma soprattutto perché fa assimilare di più quello che mangiamo, e l'effetto causato da un ormone è particolarmente disastroso. I grassi che si accumulano per lo stress si dispongono, infatti, proprio dove sono più pericolosi e cioè attorno alla vita, conferendo quella forma a mela che è legata a ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari. “Sotto stress - spiega Zukowska - molte persone tendono a mangiare di più per cui si pensa che lo stress danneggi la silhouette perché induce a mangiare troppo. Ma questa è solo una parte del problema”. “Noi abbiamo dimostrato che lo stress fa ingrassare anche per altre vie - continua la ricercatrice - e non perché induce a mangiare troppo ma perché fa assimilare di più quello che mangiamo”. Studiando topolini messi sotto stress, l'equipe medica ha scoperto infatti che il neuropeptide Y, finora noto per il suo ruolo di controllo dell'appetito nel cervello, ha in realtà un secondo ruolo extra-cerebrale prima sconosciuto.



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Dimagrire: con il Latte è più facile

Nel latte sarebbe presente una molecola in grado di favorire il dimagrimento. Ad affermarlo sono i dati di uno studio clinico condotto dall’Università di Pavia, che ha scoperto le doti di una molecola contenuta nel siero: il Glicomacropeptide. I benefici di una dieta ipocalorica, infatti, aumentano del 40% grazie a questa sostanza che si forma durante la lavorazione del formaggio e che riesce a modulare naturalmente il meccanismo della fame. Lo studio clinico è stato condotto su un campione sperimentale formato da due gruppi omogenei, costituiti in egual numero da uomini e donne per due mesi ad una dieta moderatamente ipocalorica; nel secondo gruppo sono stati inclusi altri venti soggetti ai quali è stato somministrato, accanto alla dieta, un kit di integratori contenenti estratti vegetali e Glicomacropetide. I soggetti che hanno abbinato alla dieta ipocalorica il kit hanno registrato una riduzione del peso corporeo superiore di circa il 40% rispetto a coloro che hanno seguito la sola dieta. Lo stesso vale per la massa grassa, con una riduzione superiore del 50%, osservata sia nelle donne che negli uomini, nei quali si è osservata anche un’ulteriore riduzione del 35% della circonferenza vita. "Il Gmp è in grado, infatti, – spiega Fulvio Marzatico, professore di Farmacologia ed Alimentazione e Dietetica presso l’Università di Pavia e direttore del Laboratorio di Farmacobiochimica Dipartimento di Scienze Fisiologiche e Farmacologiche dell’ateneo pavese – di regolare la funzionalità gastrica e di modulare l’appetito, attraverso la liberazione di colecistochinina, che contribuisce a determinare un’induzione facilitata del senso di sazietà". "Questo avvicinamento dolce al controllo calorico – conclude il professore Marzatico – consente di aumentare il numero di soggetti che perseguono un regime alimentare controllato per tempi più lunghi rispetto al solito".

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Cuore: Attenzione ai Falsi Amici

Un amico imprevedibile, poco affidabile e sempre critico nei nostri confronti può causare sofferenza soprattutto per il nostro cuore. Un rapporto conflittuale con l'amico del cuore, infatti, può tradursi in un problema per la salute cardiovascolare e addirittura potrebbe aumentare il rischio di diventare ipertesi. Questo è il risultato di una recente ricerca condotta presso la Brigham Young University dello Utah che avrebbe scoperto come un rapporto di odio/amore con un amico possa trasformarsi in un vero problema. La psicologa Julianne Holt-Lunstad e i suoi colleghi hanno studiato gli effetti a breve termine di un cosiddetto amico ambivalente che ci costringe in un rapporto affettivo di amore/odio sulla salute cardiovascolare di 107 giovani, che avevano dovuto rispondere ad una serie di questionari finalizzati a valutare la qualità del loro rapporto con dieci amici. Gli amici sono stati classificati come supportivi o ambivalenti e ai volontari è stato chiesto di tornare in laboratorio accompagnati da un amico. Chiusi in una stanza, hanno dovuto discutere e chiacchierare dei più svariati argomenti, mentre i ricercatori monitoravano i valori della pressione sanguigna e il battito cardiaco dei giovani. Sugli Annals of Behavioral Medicine, la ricercatrice nordamericana ha riassunto che le discussioni relative a eventi negativi con un amico ambivalente tenderebbero ad aumentare la pressione sanguigna: i giovani con un amico ambivalente avevano un battito cardiaco anomalo ancor prima di iniziare a discutere e la loro pressione saliva improvvisamente quando si passava a confrontarsi su eventi negativi. “Abbiamo osservato che circa la metà di tutti i rapporti di amicizia registrati nel corso del nostro esperimento risultavano ambivalenti” ha chiarito la Holt-Lunstad.


Carie: Prevenirle con il Vino

Secondo alcuni scienziati dell’università di Pavia, un bicchiere di vino può servire per prevenire e combattere la carie e le infezioni gengivali più comuni. L'ipotesi è stata formulata dopo test effettuati sulle potenzialità proteggi-denti e gengive del vino. Gabriella Gazzani e i suoi colleghi hanno osservato, in provetta, l’azione del vino rosso e di quello bianco su alcuni tessuti cellulari, concludendo che il celebre e amato nettare degli Dei riuscirebbe a contrastare efficacemente l’assalto di otto ceppi di streptococchi, coinvolti nella formazione della placca batterica e, di conseguenza, della carie, e uno streptococco che causa faringiti.
 L’ipotesi più accreditata è che siano proprio questi acidi i principali responsabili dell’efficacia antibatterica. Il vino, rosso e bianco, quindi, svolgerebbe un'azione antimicrobica e potrebbe rappresentare un utile strumento per mettere a punto nuove terapie di prevenzione della carie e delle infezioni alle prima vie respiratorie. I ricercatori italiani hanno provato a verificare l’azione antibatterica di un mix composto da sei acidi contenuti nel vino, come il tartarico o l’acetico, e hanno registrato una capacità di sconfiggere gli streptococchi ancora superiore rispetto al vino normale.

Fonte: diregiovani.it

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Cervello: funziona come un MP3

Il nostro cervello legge le immagini proprio come un lettore Mp3 legge i file musicali. Si tratta di un sofisticato meccanismo di elaborazione dell'informazione visiva spiegato in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience. In pratica, il cervello mette insieme una serie di immagini dello stesso oggetto scattate una dietro l'altra dalla retina, permettendoci di vedere l'oggetto e anche di anticiparci come lo vedremo negli istanti successivi. Esattamente come un lettore Mp3 legge brani musicali uno di seguito all'altro. Quando guardiamo un oggetto, la retina scatta una sorta di fotografia e la invia al cervello, in forma di una serie di istantanee tutte diverse tra loro. I ricercatori hanno visto che il cervello tiene in memoria tutte le istantanee, aggiornando continuamente l'immagine che noi percepiamo. In questo modo siamo anche in grado di fare piccole previsioni di ciò che vedremo negli istanti immediatamente successivi. E' quello che succede a un lettore Mp3. Spiegano i ricercatori: "Un Mp3 è un file compresso, che quindi contiene non l'intera canzone, ma solo pacchetti discreti di informazione o campioni a intervalli di essa. Il lettore Mp3, però, offre una riproduzione fedele del file ricomponendo tutta la canzone. Può farlo perché riesce a leggere in anticipo il pacchetto seguente". (Lei/Dire)

Fonte: diregiovani.it

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L' insorgenza delle Malattie Cardiache

I vasi si ammalano in quanto non sono dei tubi inerti dove scorre il sangue, ma partecipano al trasporto attivo di sostanze nutritive e scorie tossiche che attraversano la parete interna.

Quando si accumulano rigonfiano il vaso fino ad ostruirlo.
Quali sono le condizioni che alterano questo equilibrio metabolico e fanno ammalare i vasi con formazione di placche aterosclerotiche?

* Lo stress ossidativo provocato dai radicali liberi

* Il fumo

* L’eccesso di colesterolo

* Il diabete

* L’obesità e la sindrome metabolica

* L'ipertensione arteriosa

* La carenza alimentare di antiossidanti

Cataratta: non è un'esclusiva degli Anziani

La cataratta interessa prevalentemente la terza età, ma non è esclusiva di questo periodo della vita.
Essa può insorgere anche nei pazienti diabetici, in persone che hanno fatto uso prolungato di farmaci come il cortisone, il cordarone, i chemioterapici, in seguito a ferite o a traumi oculari gravi; in persone affette da altre malattie oculari; in seguito ad una eccessiva esposizione ai raggi solari.
Generalmente la cataratta si sviluppa lentamente e senza causare dolore. Può insorgere in entrambi gli occhi, anche se di norma un occhio viene interessato prima dell’altro. Il sintomo più comune è l’annebbiamento della vista. È come se avessimo un velo sull’occhio: inutile quindi sbattere ripetutamente le palpebre per rimuoverlo o pulire le lenti degli occhiali credendole appannate!
Diventa più difficile distinguere gli oggetti collocati negli ambienti poco luminosi e se siamo sottoposti ad una luce intensa (abbagliamento) proviamo una sensazione di fastidio (fotofobia).
Inoltre appaiono degli aloni attorno alle sorgenti luminose. I colori ci sembrano meno vivaci e in molti casi si ha la comparsa (o se già presente, l’aumento) della miopia.