google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 SALUTIAMOCI google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Rimuovere le cicatrici con la microchirurgia a mosaico (Mosaic Surgery)

CHE COSA SONO LE CICATRICI

Le cicatrici sono i segni lasciati sulla pelle dopo un intervento chirurgico, un trauma o una malattia che ha prodotto ulcere e piccole ferite, come la varicella, ad esempio. In pratica sono la diretta conseguenza di un danno cutaneo più o meno profondo. Il tessuto cicatriziale comincia a formarsi alcune ore dopo la ferita come azione riparatrice da parte del corpo. Il nuovo tessuto che servirà da “collante” tra i lembi di cute è formato da fibre di collagene prodotte dai fibroblasti e sarà irrorato da nuovi vasi sanguigni. La presenza di una cicatrice è il segno che il processo di guarigione è avvenuto.

LO SCOPO DELLA CHIRURGIA

Rendere il segno meno evidente possibile è l’ovvio obbiettivo della chirurgia e rimuovere completamente in maniera progressiva la lesione è l’innovativa possibilità della micro chirurgia estetica a mosaico. “Per le cicatrici lineari che non misurano oltre 5 mm di larghezza – spiega lo specialista in chirurgia plastica Carlo Alberto Pallaoro – la Mosaic Surgery si rivela una soluzione innovativa e davvero diversa rispetto alle terapie tradizionali”. Negli altri casi, comunque sarà possibile prima ridurre chirurgicamente la dimensione del tessuto danneggiato e poi procedere con la microchirurgia.

ECCO L’INNOVATIVA TECNICA MICROCHIRURGICA

Concepito dal dottor Carlo Alberto Pallaoro, lo strumento che consente di applicare la nuova tecnica di Mosaic Surgery é un inedito drill ad alta velocità (40.000 giri al minuto) denominato Trilix e utilizzato per diverse procedure microchirurgiche. Con questo strumento, il piccolo solco o la lesione lasciata dalla cicatrice viene sostituito con una micro-porzione di derma del diametro di un millimetro, prelevata da una zona donatrice. Si tratta di una tesserina di pelle (da qui é nato il termine “chirurgia a mosaico”) delle dimensioni e caratteristiche adeguate alla zona trattata per cui al termine del trattamento non si noteranno segni visibili della seduta micro-chirurgica. Con questa tecnica l’innesto del derma avviene automaticamente senza necessità di punti di sutura o di collanti chirurgici ma con la sola applicazione di un cerotto chirurgico. “Eseguito il trattamento - fa presente il dottor Pallaoro - bisognerà evitare per alcuni giorni l’esposizione al sole o alle lampade abbronzanti in modo da non rallentare il naturale processo di guarigione, attuabile in una decina di giorni.” Da sottolineare inoltre che con questo nuovo trattamento di micro-chirurgia estetica non si rischieranno né formazione di edemi né danni cutanei come infiammazioni o cicatrici.

QUANDO SÌ E QUANDO NO

La Mosaic Surgery può essere praticata già a due mesi dall’intervento chirurgico. Nulla toglie comunque di poterla applicare anche su cicatrici di vecchia data, formatesi in seguito ad un intervento di chirurgia estetica o di altra tipologia, ma anche a causa di un qualsiasi evento traumatico. “L’idoneità alla microchirurgia – precisa il dottor Pallaoro – viene confermata nel corso della visita preliminare, che dovrà ad ogni modo escludere la tendenza della cute ad un tipo di cicatrizzazione ipertrofico-cheloideo. Nel caso che durante la visita rimangano dubbi si realizza un test per verificare la bontà della cicatrizzazione.”

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L'equilibrio acido-basico per il nostro Benessere

Cibo e aria sono le nostre fonti di energia principali; basti pensare che in poco più di 70 anni di vita, introduciamo quasi 30 tonnellate di cibo suddivise in poco più di 105.000 pasti (compresi “caffè e spuntini”) e respiriamo 12-16 volte al minuto…24 ore su 24, per ogni giorno della nostra vita!
In questo modo introduciamo grandi quantità di carburante che in parte viene utilizzato e in parte diventa prodotto di scarto (scorie metaboliche); il sangue infine, porta agli organi escretori le scorie che vengono eliminate attraverso urine, feci, sudore e respirazione.

UNA QUESTIONE DI EQUILIBRIO…ACIDO-BASE

La scarsa qualità di cibo e aria a nostra disposizione - a causa di inquinamento,vita sedentaria, abuso di farmaci antinfiammatori, cibi industriali, alcol, fumo ed errati stili di vita – produce una maggiore quantità di rifiuto acido inutilizzabile dall’organismo.
Il sangue, leggermente alcalino, aiuta l’organismo nell’opera di eliminazione ma, quando la quantità di rifiuto supera la possibilità di smaltimento, le scorie si accumulano e l’equilibrio acido-base va in tilt. L’acidosi che ne deriva determina uno stato di stress dell’organismo dovuto all’accumulo di rifiuti nei tessuti che porta al deterioramento, e quindi all’invecchiamento precoce dei tessuti.

COME SCOPRIRE L’ACIDOSI

La valutazione del pH delle urine, ripetuta per qualche giorno 2-3 volte al giorno, fornisce una indicazione importante.
Il test si effettua utilizzando le cartine apposite per l’esame delle urine con scala pH 5-8 (si trovano in ogni farmacia); i valori rilevati ad ogni test devono essere segnati all’interno dello schema riportato sotto (ogni rilevazione può corrispondere a test effettuati in giorni differenti). Unendo con una linea tutte le rilevazioni quotidiane, si disegnerà una curva che, in situazioni ideali, dovrebbe essere contenuta all’interno dello spazio bianco. Se invece si discosta notevolmente dalla curva ideale, si può parlare di acidosi.

ACIDOSI – COSA FARE?

Alimentazione

Innanzitutto è necessario modificare il proprio stile di vita, integrando l’alimentazione con nutrienti alcalinizzanti (frutta, verdura, patate, cavoli, lattuga, insalata), in modo che rappresentino circa il 75% del consumo giornaliero. I cibi acidificanti sono la carne, il pollame, i salumi, il formaggio fresco e stagionato, lo yogurt, i prodotti a base di farinacei ed i dolci. Molti alimenti, pur essendo acidificanti, sono indispensabili nella dieta perché fonte essenziale di proteine e vitamine. In questo caso, l’apporto acidificante sarà compensato dall’assunzione di alimenti a contenuto alcalinizzante. Un esempio: per compensare l’acidità tissutale derivante da 200 g di manzo, sarà necessario consumare 250 g di cavolo o rapa, 1,6 Kg di piselli freschi e 400 g di cavolfiore.

Liquidi

È necessario assumere quotidianamente un quantitativo sufficiente di acqua o tisane, circa 1,5 litri, limitando il più possibile tè, caffè ed alcolici.

Attività fisica, stile di vita

Una passeggiata nei boschi o una corsa in bicicletta migliora l’apporto di ossigeno e promuove il rilascio di acido carbonico sotto forma di anidride carbonica. Evitare, se possibile, situazioni che generano stress.

Integratori nutrizionali

Talvolta è difficile seguire tutte le indicazioni necessarie per ridurre la quantità di scorie accumulate nell’organismo. Vengono in aiuto prodotti alcalinizzanti che aiutano ad equilibrare il rapporto calcio-magnesio. In farmacia sono disponibili i prodotti alcalinizzanti distribuiti da Named, come il Basenpulver pH-Balance Pascoe (polvere solubile) e Basentabs pH-Balance Pascoe (in compresse da deglutire), privi di zucchero, glutine e lattosio.
Liberarsi dall’acidosi tissutale aiuta ritrovare il “benessere”.

Liana Zorzi

di Windsorcommunication Solutions for Healthcare

Dal DNA le informazioni per vivere a lungo e in forma

Evidenziando l’importanza della terapia integrativa personalizzata sulla base delle informazioni fornite dal DNA, gli esperti sono concordi nell’affermare che l’espressione dei geni responsabili dell’invecchiamento può essere rallentata grazie al controllo dell’ambiente e degli stili di vita.

La ricerca genetica ha infatti ampiamente dimostrato che il DNA può essere attivato in modo positivo o negativo sulla base della qualità dell’ambiente in cui si trova. È interessante sapere che il DNA è composto da una miscela di geni buoni e cattivi che esprimono messaggi genetici in molti casi modificabili attraverso scelte nutrizionali e comportamentali intelligenti, interagendo così con il nostro destino genetico. La salute del DNA, quindi, dipende dalla qualità dell’ambiente cellulare che gli offriamo, conseguenza dei nostri comportamenti, stili di vita, alimentazione e gestione dello stress. “Se separassimo due gemelli omozigoti, – DNA identico al 100% – e uno andasse a vivere a Milano e l’altro a Portofino, e adottassero comportamenti differenti, pur trovandosi in situazioni ambientali diverse, non sarebbe scontato dire che chi vive in una città come Milano invecchierà più rapidamente di chi vive in riva al mare oppure in aree riparate da rumore, stress e vita frenetica”, spiega il dott. Ascanio Polimeni, uno dei maggiori specialisti italiani in materia di anti-aging. “Se quel gemello a Portofino vivesse in un ambiente che favorisce le abbuffate oppure la vita sedentaria, fumasse oppure lavorasse in un ambiente psicologicamente stressante, a 50 anni i due gemelli omozigoti saranno persone completamente differenti. Quello di Portofino sarà più vecchio, probabilmente avrà sviluppato le patologie per cui è predisposto, mentre quello di Milano forse sarà riuscito a contenere il danneggiamento del DNA grazie al suo corretto stile di vita, rallentando l’invecchiamento ed evitando le patologie a cui è predisposto”.

Quella in cui viviamo è un’epoca frenetica: casa, lavoro, figli, viaggi, palestra; tra le diverse attività, alcune riguardano la salute, altre la ricerca della forma.
Oltre all’alimentazione, allo sport e alla scelta di stili di vita sani, per occuparci della nostra salute esiste anche un’ulteriore possibilità: ricorrere agli integratori alimentari; non una scorciatoia, ma un validissimo strumento a cui appoggiarci.

Epigenetica: i geni e l’ambiente

Gli studi di epigenetica, di cui il dott. Polimeni è un esperto, hanno dimostrato che tanto più c’è predisposizione verso alcune patologie, tanto più va corretto l’ambiente con stili di vita, alimentazione e integratori capaci di influenzare positivamente l’espressione di quei geni responsabili dell’invecchiamento cellulare. Secondo Polimeni infatti la costante interazione dinamica tra questi geni e l’ambiente – in cui per ambiente si intende tutto ciò con cui entriamo in contatto: cibo, aria, farmaci, ma anche equilibrio ormonale, onde elettromagnetiche, pensieri positivi o negativi, ecc… – deve essere tenuta in grande considerazione per evitare che si sviluppino le patologie a cui siamo predisposti. “Ciò vuol dire che se quei gemelli sono predisposti al diabete – spiega Polimeni – chi saprà tenere sotto controllo l’ambiente in cui vive, introducendo azioni correttive che favoriscano l’ottimale funzionalità di quel gruppo di geni che controllano la produzione e la sensibilità all’insulina, questo avrà maggiori probabilità di evitare il diabete”.

La restrizione calorica: gli integratori che ne simulano gli effetti, senza rinunce

Nelle pozze che il deserto del Kalahari forma durante la stagione delle piogge, vive un pesciolino; nel suo ambiente ha una vita media di dieci settimane, ma se viene trasferito in laboratorio, in condizioni ambientali analoghe, e nutrito con determinati alimenti, la sua vita si allunga del 40%. Analoghi studi hanno dimostrato che topi molto grassi, trattati con una dieta ipercalorica ma con l'aggiunta di resveratrolo, vivono il doppio. La spiegazione è nelle sostanze contenute nella loro dieta, capaci di attivare meccanismi genetici che impediscono l'insorgenza di patologie.

Autorevoli studi di nutrigenomica hanno evidenziato quindi che il controllo quotidiano delle calorie è in grado di proteggere le cellule dall’invecchiamento e dalle patologie correlate. “Mangiare bene e poco, è dimostrato, fa bene – spiega Polimeni – ma la restrizione calorica è una di quelle strategie anti-aging destinata al fallimento a causa della difficoltà di mantenere a lungo un ridotto regime calorico vivendo in ambienti in cui il cibo è sempre sotto i nostri occhi”.

Partendo da queste premesse e dagli studi sul genoma umano, il ricercatore americano Vincent Giampapa (fondatore dell’A4M) ha messo a punto un pool di sostanze che si sono dimostrate efficaci nel controllare il malfunzionamento dei 5 pilastri dell’invecchiamento cellulare (ossidazione, metilazione, glicazione, infiammazione e danneggiamento del DNA); ne è nata una linea specifica di integratori alimentari realizzata da Suracell Genetic.

La linea, composta da 5 integratori nutraceutici studiati per interagire con i 5 fattori che la ricerca scientifica ha individuato essere i maggiori responsabili dell’invecchiamento cellulare, è assolutamente rivoluzionaria. L’assunzione di tali integratori viene consigliata ad personam, e solo in seguito ai risultati ottenuti con l’analisi del DNA.
“Associando queste sostanze ad una correzione personalizzata degli stili di vita” conclude Polimeni, “è possibile stimolare quei geni che proteggono l’organismo, limitare l’insorgenza delle patologie a cui l’ambiente ci predispone e rallentare l’invecchiamento, anche quello cutaneo, riportando la vitalità dell’organismo a livelli giovanili. Per sentirsi a 50 anni come a 30”.

Ufficio Stampa Specializzato
WindsorCommunication

Gli esperti:

Dott. Ascanio Polimeni, psico-neuro-endocrino-immunologo, esperto in medicina anti-aging e cronobiologia. Considerato uno dei pionieri della medicina anti-aging in Europa, dirige i centri per la cura della menopausa e dell’Invecchiamento Cellulare di Milano e di Roma. Ha pubblicato nel 1993 "Cronobiologia, depressione, obesità" (ed. Tecniche Nuove - Milano), nel 1996 "P.M.S. La Sindrome Premestruale" (ed. Kappa - Roma) e nel 1998, con il Dott. Ray Sahelian, medico nutrizionista di Los Angeles, autore di best seller nell'ambito degli ormoni naturali, “Pregnenolone” (ed. Tecniche Nuove - Milano). Collabora da molti anni con i più prestigiosi scienziati al mondo – come il Dott. Vincent Giampapa, il Dott. Thierry Herthoghe, il Dott. Claude Dalle, il Dott. Michael Klentze – allo studio dell’invecchiamento con particolare riferimento alla terapia ormonale sostitutiva ed alla nutrigenomica. Dal 2006 è membro del Comitato Scientifico della WOSAAM (WORLD SOCIETY OF ANTI-AGING MEDICINE), dell’A4M (AMERICAN ACADEMY OF ANTI-AGING MEDICINE) e dell’IHS (INTERNATIONAL HORMONE SOCIETY), nonché docente all’INTERNATIONAL MASTER OF ANTIAGING MEDICINE organizzato dall’IHS. È inoltre membro del comitato scientifico di DNA Research - Suracell Italia

Prof. Vincent C. Giampapa è uno dei più accreditati esperti a livello mondiale nel campo della medicina anti-invecchiamento ed è docente presso la Facoltà di Medicina e Odontoiatria dell’Università di Newark (UMDN), nel New Jersey. Autore di moltissimi articoli pubblicati sulle principali riviste scientifiche internazionali e di quattro libri sul tema invecchiamento, tra cui “The Anti-Aging Solution: 5 Simple Steps to Looking and Feeling Young”. Il Dottor Giampapa è specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva ed è uno dei fondatori dell’American Academy of Anti-Aging Medicine ed è il Presidente dell’American Board of Anti-Aging Medicine.

Collabora attualmente con il Dottor Polimeni e con altri eminenti scienziati per mettere a punto terapie e procedure nell’ambito della medicina anti-invecchiamento, dei test genetici e della terapia mirata a riparare i danni al DNA.

Liana Zorzi

di Windsorcommunication Solutions for Healthcare

Alimentazione e Integratori Alimentari

Vorrei contribuire con la mia esperienza a fare un po’ di chiarezza circa l’uso degli integratori e il loro rapporto con l’alimentazione.
La mia esperienza è stata costruita sul campo; personalmente li utilizzo e li consiglio da circa 20 anni come commerciante di integratori e in passato come personal trainer all’interno delle mie palestre.
Voglio precisare che non sono un medico e voglio solo far partecipe altri delle mie esperienze ed è ovvio che mi rivolgo a persone sane in assenza di patologie e che praticano sport.
La prima cosa che voglio sottolineare è l’importanza dell’alimentazione attraverso la quale è necessario recuperare almeno il 60-70% dei nutrienti necessari al benessere.
Prima considerazione i nutrienti sono i componenti degli alimenti (vitamine proteine minerali carboidrati e grassi) gli alimenti sono il pane la carne la pasta etc.etc.. non confondete mai i due vocaboli.
L’alimentazione più idonea agli sportivi, dopo aver provato e consigliato migliaia di piani alimentari, posso affermare sia un alimentazione con un contenuto almeno del 25-30% di proteine , un 40-50% di carboidrati e il rimanente di grassi .
Questo tipo di alimentazione è adatta a garantire la giusta energia per la performance sportiva controlla l’apporto di grassi e zuccheri oltre a dare una buona risposta ormonale.Diffidate di piani alimentari miracolosi e schemi alimentari troppo rigidi o che escludono del tutto a priori certe tipologie di alimenti anche se le motivazioni sono supportate e avvalorate da dati statistici.
Un esempio di questi tipi di schemi alimentari rigidi e molto di moda è la tanto famosa DIETA ZONA
Questo schema alimentare ad esempio a mio avviso nega la differenza genetica dell’individuo e non considera a pieno l’esigenza dello sportivo ed è più utile per un sedentario.Ho visto personalmente atleti seguire la dieta a zona e dopo 3 settimane peggiorare la performance a causa dello scarso apporto di carboidrati e la mancanza di integrazione necessaria allo sportivo ( per la dieta a zona gli integratori sono inutili perché tutti i nutrienti vengono dall’alimentazione fatta eccezione per gli omega 3).
Questo schema alimentare è importanteper il sedentario perché attraverso l’alimentazione a zona ha capito l’importanza delle proteine , l’importanza di mangiare meno carboidrati e la differenza tra grassi buoni e grassi cattivi.
La riduzione dei carboidrati è importante per evitare l’insorgenza di alcune malattie quali l’obesità e il diabete (piaghe dei nostri tempi).
Il grosso limite dello schema a zona è quello di non avere capito che solo teoricamente possiamo reperire i nutrienti nel normale circuito alimentare infatti gli alimenti che troviamo nei supermercati sono poveri di nutrienti.A questo proposito hanno trasmesso una bellissima puntata di REPORT su RAI3 in cui si parlava di supermercati e alimenti venduti la loro mancanza di nutrienti essenziali per una alimentazione sana ed equilibrata.
Se avete voglia di verificare da vicino questa questione e avete voglia di spendere un podi soldi provate a fare analizzare frutta e verdura della grande distribuzione e vedrete che mangiamo qualcosa di molto vicino all’acqua come potere nutrizionale.
Gli integratori servono ad integrare quei nutrienti che nopn è possibile assumere con l’ alimentazione oppure, e in questo caso si parlerà di supplementazione inseriscono nutrienti la dove si necessita aumentare l’apporto di questi ultimi causa di intensa attività fisica.
Gli integratori quindi sono alimenti , perché tutti i nutrienti in essi contenuti sono presenti anche negli alimenti , speciali ,perché contengono nutrienti in forma concentrata.
Ad esempio per ottenere dall’alimentazione 5g di aminoacidi ramificati bisognerebbe bere 1,3 litri di latte per avere 4g di creatina calorie bisogna mangiare 1 kg di carne rossa.
Gli integratori sono alimenti controllati e sani sottoposti a normative più severe rispetto ai normali alimenti.Migliaia di medici nel mondo li conoscono e li promuovono .In Italia non molto e choi non li conosce non ne parla in modo lusinghiero, ma questo solo per ignoranza.
Personalmente li consiglio e i migliori atleti ne fannop largo uso. Non dovrebbe mai mancare un’integratore multivitaminico e multiminerale al mattino soprattutto se si fuma , si devono alcolici e si è sottoposti a stress, un integratore di proteine per lo sportivo e per il sedentario poco propenso alla carne ed altri integratori che andrebbero ciclizzati in funzione dell’attività fisica e del periodo.
Quando assumi integratori di qualità ti accorgi che danno un grande contributo al raggiungimento di certi risultati ; spesso la differenza tra un risultato di rilievo e risultati scadenti la fa proprio l’integratore.Grazie alla moderna ricerca nutrizionale gli integratori di qualità forniscono quell’aiuto che fino a ieri mancava.Buoni integratori ti danno un valido aiuto per raggiungere il tuop obbiettivo di benessere e anche e non ultimo per rimanere giovani e in forma il più a lungo possibile.

Fabio Rizzi

di Emporio del fitness

Libri Consigliati:
- I cibi antiossidanti anticancrodi Coy Johannes F., Franz MarenOrdina su Librisalus.it
- Prevenire il cancro a tavoladi Brigo Bruno, Capano GiuseppeOrdina su Librisalus.it
- Come proteggersi dal cancro con l'alimentazionedi Stella CarmelaOrdina su Librisalus.it
- Il Fattore Enzima, la dieta del futurodi Shinya HiromiOrdina su Librisalus.it

Cellule Staminali, alcuni importanti chiarimenti

Intervista rilasciata da Andrea Mazzoleni della Beike Europe, società che permette di accedere al trattamento con cellule staminali in Cina e in Tailandia, ed è la rappresentanza europea della Shenzhen Beike Biotechnology Co. Ltd., a BIOBLOG

- È inutile nascondere che molte persone vi accusano di vendere fumo, cosa ne pensa?

Spesso e volentieri i mass media fanno una gran confusione in merito ai Centri che si occupano di cellule staminali.Un’interessante analisi pubblicata nel numero di gennaio della rivista scientifica “Nature” evidenzia come il Centro Beike di Shenzhen sia l’unico accreditato che, accanto ai programmi di ricerca, abbia trattato un considerevole numero di pazienti con buoni risultati
L’obiettivo è: mettere SUBITO in pratica i risultati della più avanzata ricerca biomedica per permettere a numerosi pazienti a cui oggi non viene data alcuna speranza, se non di guarire, di accedere a migliori condizioni.
Chi ci accusa di vendere fumo è perché non ha la più pallida idea di cosa sia un trattamento serio con le cellule staminali.

- Quante sono le persone che nel 2007 hanno fatto richiesta per ricevere il vostro aiuto e quante sono quelle che effettivamente sono state ritenute idonee per intraprendere il viaggio in Cina?

Riceviamo in media ca. 200 richieste al mese e, in base alle patologie trattabili e alle controindicazioni, dobbiamo purtroppo rispondere negativamente a circa il 60% delle richieste.

- Quali patologie si possono trattare?

A questo proposito dobbiamo rilevare che riceviamo sempre più spesso, a fronte di un nostro parere negativo sulla trattabilità con cellule staminali per alcune patologie, le accese rimostranze da parte di pazienti che affermano di aver invece ricevuto dai loro medici curanti delle indicazioni a favore di questo trattamento. Riguardo questa situazione, che provoca false illusioni, la Beike ricorda che attualmente il range delle patologie trattabili nei propri centri è :

• Alzheimer

• Atassia, spinocerebellare e Friedreich’s

• Traumi cerebrali nei bambini e a certe condizioni negli adulti

• Paralisi cerebrali

• Sclerosi multipla (SM)

• Distrofia muscolare, Duchenne’s

• Traumi spinali

• Atrofia muscolare spinale (SMA)

• Tetraparesi spastica

• Sclerosi laterale amiotrofica all’esordio (SLA)

Importante novità inoltre per quanto attiene le patologie oftalmiche: in base ai risultati ottenuti, il trattamento dell’ipoplasia del nervo ottico è quello che finora ha dato le maggiori soddisfazioni insieme alla retinite pigmentosa.

Inoltre le lesioni traumatiche al nervo ottico sono in linea generale affrontabili, a patto che il nervo stesso sia ancora collegato ad entrambe le estremità (bulbo oculare e massa encefalica), e che il bulbo oculare stesso sia ancora integro.

Esistono dei precisi requisiti per poter accedere al trattamento e per questa ragione attuiamo una procedura di ammissione ben definita con la richiesta delle informazioni necessarie per il nostro staff medico che decide la possibilità del trattamento dei casi che gli vengono sottoposti: Procedura che è del tutto gratuita.

- Che percentuale di successo c’è e in che termini?

Degli oltre 3000 pazienti che si sono sottoposti ai trattamenti a base di cellule staminali, circa il 70%-80% sono soddisfatti dei miglioramenti che hanno ottenuto, a seconda della malattia. Questa percentuale è in aumento perché noi consideriamo professionalmente ogni caso dando parere favorevole solo quando sono ipotizzabili miglioramenti e non esistono controindicazioni. Se il nostro staff medico ritiene che non ci saranno benefici sostanziali con il trattamento, lo diciamo e se possibile consigliamo in merito a possibili alternative. Noi non possiamo garantire il miglioramento, ma il nostro trattamento, costituito da più iniezioni di cellule staminali accompagnate da un completo programma di riabilitazione quotidiana, tende ad ottenere il massimo possibile.

- Il prezzo, molti ritengono che sia “alto”, non è possibile ridurlo per venire incontro ai pazienti meno abbienti?

In una recente statistica pubblicata da Cittadinanza attiva, viene indicato un costo medio per trapianto di cellule staminali di 6.000 Euro. Considerato che questi trattamenti vengono fatti ambulatoriamente, si basano su un quantitativo al massimo di due milioni di cellule e non sono accompagnati da assistenza medica, quanto fornisce la Beike dovrebbe costare 20 volte tanto. Ci si dimentica il costo di ca. un mese di degenza in clinica per due persone, la riabilitazione, l’agopuntura, ecc., l’assistenza medica e gli esami effettuati, le terapie somministrate, e in più ci sono i trapianti di cellule staminali di 10-15 milioni per volta.

- È possibile ricevere un aiuto o un rimborso dal sistema Sanitario Nazionale? E se sì, in che modo?

In base alla legge del 23 dicembre 1978, n. 833 è possibile ottenere rimborsi per Cure specialistiche all’estero. Il problema non sono tanto le ASL, quanto la difficoltà a trovare un neurologo che rilasci una prescrizione di massima. Quando questo è avvenuto il trattamento è stato preso a carico completamente.

- L’Advanced Cell Therapeutics (Act) con sede in Svizzera e la Biomark per non aver saputo dimostrare la provenienza legale delle staminali che iniettavano nei pazienti sono finite sul banco degli imputati, Voi invece tenete traccia da chi provengono le staminali che vengono iniettate? E soprattutto che precauzioni vengono prese affinché non si verifichino passaggi di malattie?

Per ciascun campione di UCB ottenuto sono documentate:

• storia medica del neonato e dei genitori con esame per l’assenza di malattie trasmissibili quali HIV I / II, HBV, HCV; Sifilide, ecc

• sangue della madre testato per le malattie trasmissibili

I campioni di UCB che hanno risultati positivi sono eliminati e smaltiti correttamente

• Tutte le singole unità di cellule staminali UCB vengono correttamente classificate per comodità di identificazione e rintracciabilità.

Ogni esemplare è corredato da documento corrispondente:

• Codice Identificativo

• Numero totale di cellule mononucleate (MNC)

• Collection Time

• Data di raccolta UCB

• Nome del modello UCB

I controlli avvengono alla Banca centrale del sangue e, per sicurezza, ripetuti nei nostri laboratori utilizzando i criteri dell’AABB (American Association of Blood Banks).

- I pazienti che si sottopongono alle iniezioni di staminali vengono monitorati una volta tornati in Italia?

Da parte nostra cerchiamo di essere in contatto con i pazienti per sapere l’evoluzione e il grado di soddisfazione. Il monitoraggio clinico consigliamo sia eseguito dai medici e neurologi di riferimento.

- Conosce il dottor Huang Hongyun? Nel marzo 2006 è stato pubblicato uno studio di tre scienziati californiani nel quale viene riportato che su sette pazienti curati da Huang (uno dei più famosi medici cinesi che usa le staminali presso l’Ospedale di Pechino) nessuno ha riportato benefici e sottolinea invece la presenza di numerosi effetti collaterali. Come commenta questa notizia?

Come già detto in altre occasioni la Beike si distanzia dal dr. Huang in quanto ritiene la sua tecnica meno efficace e più pericolosa.

- Avete mai rilevato l’insorgere di complicazioni (ad esempio fenomeni di rigetto) o la trasmissione di certe malattie?

Non abbiamo mai avuto, fino ad ora, complicazioni o effetti collaterali salvo qualche lineetta di febbre o un leggero mal di testa rientrati in poche ore.

- Esistono articoli scientifici pubblicati in merito all’utilizzo delle staminali presso i centri ospedalieri da voi utilizzati?

Esistono articoli scientifici e testimonianze dirette dei pazienti consultabili sul sito www.beike.ch. Alcune pubblicazioni verranno quest’anno diffuse anche da importanti riviste scientifiche occidentali.

Vorrei far notare, a questo proposito, le collaborazioni con Università importanti attuate dalla Beike rilevabili dall’elenco seguente :

• Graduate School of Shenzhen, Tsinghua University

• Zhengzhou University

• Shandong University

• Peking University, School Of Life Sciences

• Sichuan University

• The Third Medical University of PLA

• Zhongshan Medical University

• Guiyang Medical College

• Stanford University

• Imperial College of London

• The Chinese University of Hong Kong

• University of Debrecen

• Biochemistry Department of Göteborg University

- Per chiudere l’intervista le vorrei chiedere cosa pensa del Sistema Sanitario italiano e se crede che da parte della legislazione e dall’ambiente medico del nostro Paese ci potrebbe essere una rivalutazione a breve di questo tipo di cure, considerando che anche per altri aspetti siamo sicuramente “indietro” rispetto ad altri stati (basti vedere la querelle dietro il testamento biologico).

La malasanità non è un’invenzione giornalistica, ma una preoccupazione reale di pazienti sempre più insofferenti all’errore. Nel 48,2% degli articoli che contengono l’indicazione di un soggetto responsabile di fatti rilevati viene chiamato in causa il fattore umano, mentre nel 33% degli articoli la responsabilità è attribuita alla struttura sanitaria genericamente.
C’è bisogno, ancora, di un gran numero di infermieri professionali, medici, pediatri, dentisti, igienisti e operatori sociosanitari che lavorino esclusivamente nel pubblico, nonché di un servizio di emergenza territoriale efficiente che tramite centrali operative e collegamenti informatici coordini le disponibilità di posti letto delle strutture pubbliche e lo smistamento dei pazienti “urgenti” in queste strutture.
Non si possono d’altra parte ignorare le rilevanti trasformazioni avvenute negli ultimi anni in medicina sia di natura tecnicoscientifica, ma soprattutto culturale con una imperante richiesta di garanzia alla salute, anche se il Sistema sanitario, ricordiamo, può garantire solo una buona prestazione per la tutela della salute del paziente e non la sua immortalità.
Spesso non c’è più domanda sanitaria, ma mercato sanitario: si insinuano forze esterne per condizionare determinate scelte nel tentativo di ridurre le spese e ottimizzare le risorse oppure per forzare verso un certo consumismo con informazioni orientate.
In questo senso la spesa sanitaria non deve realizzare il maggior beneficio al minor costo, deve invece realizzare benefici anche solo probabili al costo che risulta indispensabile o almeno in funzione delle risorse disponibili.
L’introduzione di trattamenti moderni, con minori effetti collaterali e con costi più contenuti rispetto alle cure tradizionali è una sfida che la politica dovrà affrontare in breve tempo.

Andrea Mazzoleni

di Beike Europe SA