google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 SALUTIAMOCI google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Alcool: primo bicchiere a 11 anni

La premessa è incoraggiante: dati 2007/08 alla mano, l'Italia, nei confronti dell'Europa, presenta una minore prevalenza di consumatori di bevande alcoliche e una minore diffusione del binge drinking, il fenomeno che comporta bere ripetutamente fino ad ubriacarsi. Il dato allarmante riguarda invece i giovani, con il primo bicchiere buttato giù già a 11 anni. E' quanto si ricava dalla sesta 'Relazione al Parlamento del ministero della Salute', trasmessa ai presidenti di Camera e Senato, sugli interventi realizzati da ministero e Regioni in attuazione della Legge 30 marzo 2001 n.125 ("Legge quadro in materia di alcol e problemi alcolcorrelati").
Il dato preoccupante è appunto quello legato alla giovane età del primo contatto con l'alcol che, secondo la relazione, "è l'aspetto di maggiore debolezza del nostro Paese nel confronto con l'Europa (in media 12,2 anni di età, contro i 14,6 della media europea)". Nel 2008, il 17,6% dei giovani di 11-15 anni ha consumato bevande alcoliche, in un'età al di sotto di quella legale per la somministrazione e per la quale il consumo consigliato è semplicemente a zero.

Cuore: due Proteine per ripararlo

La cardiopatia ischemica è la principale causa di morte nei paesi industrializzati. Nonostante i recenti progressi nel trattamento dello scompenso cardiaco, le terapie farmacologiche risultano ancora inadeguate. Due studi indipendenti, condotti da Antonio Baldini e Gabriella Minchiotti, rispettivamente direttore e ricercatrice dell'Istituto di genetica e biofisica 'Adriano Buzzati Traverso' (Igb-Cnr) di Napoli, aggiungono nuove conoscenze ai meccanismi della biologia delle cellule staminali cardiache.
Il primo lavoro, pubblicato sulla rivista Circulation Research, riguarda la proteina Cripto. "Si tratta di una molecola in grado di promuovere il differenziamento delle cellule staminali in cardiomiociti, agendo come interruttore molecolare nelle primissime fasi dello sviluppo embrionale dei mammiferi: se accesa determina il 'destino cardiaco' delle cellule; se spenta o assente blocca la cardiogenesi, promuovendo la formazione di neuroni", spiega Gabriella Minchiotti.

Schizofrenia: curarla prima che si manifestino i sintomi

Studio sul modello animale
Il massimo dell’efficacia della terapia farmacologica si ottiene somministrando i farmaci durante l'‘adolescenza’ dei ratti, ovvero molti mesi prima che raggiungano la piena maturità.
L’insorgenza della schizofrenia è un evento imprevedibile. Per questa come per altre malattie psichiatriche è stata formulata l’ipotesi "diatesi stress", secondo cui una predisposizione genetica di base può portare al manifestarsi della patologia in particolari condizioni ambientali.
Per ciò che riguarda il contributo genetico, si sa ormai che sono coinvolti 14 geni, mentre sul fronte delle condizioni scatenanti è noto una di esse è un’infezione nella fase fetale, anche se la patologia si sviluppa tipicamente a partire dalla seconda decade. Tenuto conto di queste conoscenze, Ina Weiner e colleghi dell’Università di Tel Aviv si sono messi alla ricerca di possibili segni biologici in grado di segnalare la progressione della malattia prima che se ne manifestino i sintomi. In particolare, hanno utilizzato tecniche di imaging cerebrale per evidenziare qualunque tipo di cambiamento nel cervello di animali di laboratorio.

SLA: Scoperto un nuovo Gene responsabile

Identificato il gene responsabile di una forma ereditaria di sclerosi laterale amiotrofica (SLA): ad annunciarlo è un articolo pubblicato sulla rivista Brain in cui si riferiscono i risultati di uno studio finanziato da Telethon.
La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia neurodegenerativa letale che colpisce progressivamente i motoneuroni, le cellule del sistema nervoso che impartiscono ai muscoli il comando di movimento. In genere si manifesta tra i 40 e i 50 anni e l'aspettativa di vita non supera i dieci anni. Esistono però anche forme più rare a esordio giovanile (il 5 per cento di tutti i casi), in cui i pazienti sopravvivono anche 40-50 anni.

Invecchiamento: colpa di una variante genica la sua velocità

Per la prima volta sono state identificate delle varianti geniche associate in modo definitivo all'invecchiamento biologico dell'uomo. La notizia è stata annunciata dall'Università di Leicester in contemporanea alla pubblicazione su Nature Genetics di un articolo che illustra la ricerca, nel corso della quale sono state analizzate oltre 500.000 variazioni genetiche nell'intero genoma umano identificandone come particolarmente significative alcune che sono localizzate in prossimità di un gene chiamato TERC.

Depressione: l'importanza dei Colori

Il grigio sembra proprio essere il colore della depressione, stando a una ricerca i cui risultati sono ora pubblicati sulla rivista ad accesso libero BMC Medical Research Methodology.
Il singolare studio si è svolto per iniziativa di Peter Whorwell, docente di medicina presso lo University Hospital of South Manchester, in collaborazione con l'Università di Manchester, nel Regno Unito, che ha ideato una “ruota dei colori”, uno strumento che permette alle persone di scegliere un colore in risposta a una domanda.
"I colori sono utilizzati frequentemente per descrivere le emozioni, basti pensare a espressioni idiomatiche come 'nero di rabbia' o 'verde d'invidia'”, ha spiegato Whorwell. “Tuttavia l'argomento non è mai stato affrontato con serie ricerche scientifiche, ed è rimasto confinato nell'aneddotica”.

Il Preservativo: Utilizzo e Protezione

Il preservativo, detto anche condom o profilattico, è una sottile guaina elastica che viene fatta aderire al pene in erezione, al fine di raccogliere lo sperma eiaculato ed impedire che entri in vagina durante il rapporto sessuale. Oltre ad evitare gravidanze indesiderate, il preservativo si comporta come una vera e propria "guardia del corpo", capace di difendere gli amanti dalle malattie sessualmente trasmissibili. Tra queste, non vi è solo la temutissima AIDS, ma tantissime patologie che abbiamo ampiamente trattato nell'articolo dedicato.

Cos'è la Prostatite?

La prostatite è l’infiammazione della ghiandola prostatica, un organo simile ad una castagna localizzato appena al di sotto della vescica maschile. E' deputata alla produzione del liquido prostatico, dotato di azione antibatterica ed utile per aumentare motilità e resistenza degli spermatozoi.

La prostatite può accompagnarsi ad una lunga serie di sintomi; i più comuni riguardano le difficoltà urinarie, spesso associate a fastidi e dolori in sede perineale e rettale.
La classificazione più comunemente impiegata distingue le prostatiti in:
  • prostatite acuta di origine batterica
  • prostatite cronica di origine batterica
  • prostatite cronica di origine non batterica (detta anche prostatosi), prostatodinia e sindrome pelvica dolorosa
  • prostatite asintomatica infiammatoria
  • Prostatite acuta di origine batterica