google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 SALUTIAMOCI google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Sinusite: curarla con il miele

Mille gli usi del miele grazie alle sue molteplici proprietà. Gli scienziati canadesi dell’università di Ottawa, hanno evidenziato che, oltre alle applicazioni culinarie e nel campo cosmetico ed estetico, il prodotto delle api ha una forte attività battericida su tre differenti tipi di batteri responsabili della rinite cronica (Stafilococco Aureo Meticillino-sensibile (MSSA), dello Stafilococco Aureo Meticillino resistente (MRSA) e dello Pseudomonas Aeruginosa)
Ricordiamo difatti che la sinusite consiste nell'infiammazione della mucosa di uno o più seni paranasali. Di solito la sinusite compare in seguito a un'infezione della cavità nasale, ma anche le lesioni o fratture delle ossa che delimitano i seni paranasali o un'infezione di un dente dell'arcata superiore, soprattutto il canino, possono causare la patologia. Alcune malformazioni congenite, come la deviazione del setto nasale, possono essere causa di sinusite.

Tuttavia la causa principale che determina l’insorgenza della sinusite è la riduzione o il completo blocco della ventilazione, cioè dell’ingresso dell’aria nella cavità che avviene nel corso della respirazione, alterando la fisiologia della mucosa sinusale e favorendo la stasi delle secrezioni e la conseguente sovrainfezione microbica : ed è proprio in questa direzione che gli scienziati hanno rivolto le loro ricerche

Due le qualità di miele che hanno evidenziato effetti superiori agli antibiotici: il miele di Manuka, pianta spontanea neozelandese, e il miele di Sidr, albero anticamente considerato sacro che cresce nello Yemen.

Gli scienziati hanno dimostrato che questi tipi di miele, dalle grandi virtù antibatteriche, riescono a distruggere i biofilm che proteggono i batteri, rendendo cosi amplificati anche gli effetti degli antibiotici nella cura della sinusite cronica.
Partendo da queste ultime scoperte che ora i ricercatori stanno mettendo a punto il metodo più efficace per somministrare il questi tipi di miele ai pazienti affetti di sinusite cronica. Nel frattempo non ci resta che continuare a godere di questo meraviglioso prodotto naturale sia in campo culinario che in campo estetico e cosmetico con tutti quei prodotti speciali che utilizzato questo principio attivo dal trattamento delle rughe ai saponi.

pubblicato da Imma Manna

di Giaden Cosmetici srl

Come ingrandire un Seno piccolo

Quanto segue ha livello puramente indicativo e quanto detto si riferisce all'illustrazione dei vari rimedi possibili, la decisione su quale metodo seguire per ottenere il risultato desiderato dovrà avere come riferimento comunque una persona che abbia una competenza certificata riguardo agli aspetti trattati in questo articolo.
Un seno piccolo può farti sentire a disagio e può influire in maniera negativa sul tuo sex appeal, la genetica ricopre un ruolo chiave nelle nostre forme e così ci sono persone dotate ed altre meno, ma comunque molto può essere fatto per migliorare il proprio aspetto e il seno non fa eccezione. Ci sono molti modi per avere un aspetto migliore e si possono così classificare: reggiseni push-up e a balconcino e relativi accessori, ginnastica e dieta, integratori alimentari e chirurgia cosmetica.

Se vuoi solo giocare sull'apparenza allora puoi usare i classici push-up o i reggiseni a balconcino, puoi anche usare accessori come lunette, inserti sottoseno e coppe oppure puoi anche incrociare le bretelle in quanto alzerà il seno ponendolo in evidenza.

Attraverso l'esercizio e un'opportuna dieta un accrescimento delle dimensioni può essere ottenuto esercitando la parte superiore del tronco in quanto il seno è posto sopra i muscoli pettorali, tale esercizio alzerà il seno evidenziandolo e vista la sua composizione primariamente adiposa un'opportuna dieta aiuterà sicuramente: molti cibi, principalmente la soia, contengono isoflavoni che sono dei fitoestrogeni vegetali che hanno una struttura chimica molto simile a quella degli estrogeni femminili e quindi ne emulano il comportamento. I semi di sesamo, di lino e l'applicazione sul petto degli oli derivati possono dare un notevole contributo, erbe come il finocchio,il fieno greco, la verbena, la galega e l'avena che è un cereale sono ben conosciuti per il loro benefico apporto. I trattamenti per il seno presenti sul mercato sono basati su queste erbe e sulla loro capacità di stimolare il sistema ormonale con conseguente crescita del seno in termini di volume. L'alimentarsi di cibi ricchi di fitoestrogeni dovrebbe essere accompagnato anche dall'assunzione delle erbe menzionate in quanto da soli non sono in grado di dare il fabbisogno di fitoestrogeni richiesto per produrre la dovuta spinta ormonale.

Abbiamo parlato all'inizio di genetica e di come sia importante, i metodi illustrati producono risultati benefici ma non possono stravolgere la struttura fisica del seno così se hai già provato i rimedi esposti e non sei soddisfatta dei risultati allora hai pensato alla chirurgia estetica come ad una possibile soluzione. Per avere un seno perfetto la chirurgia è un percorso obbligato, molte modelle vi ricorrono in quanto un corpo perfetto per loro è essenziale. Ovviamente non è una decisione da prendersi alla leggera: richiede infatti una ponderata valutazione dei pro e dei contro, dei costi e dell'effettiva necessità, ma se sei già decisa nel compiere questo passo allora dovrai documentarti in maniera più approfondita su questo tipo di intervento e sulle sue varianti.

La scelta del chirurgo è fondamentale: il costo varia come la qualità del servizio offerto ma si può risparmiare notevolmente senza per questo optare per un trattamento di seconda classe, infatti è comune farsi operare in altri paesi dove si possono trovare professionisti di tutto rispetto ma a prezzi decisamente inferiori tanto che il costo del viaggio e dell'operazione messi insieme sarebbero comunque inferiori a quanto si spenderebbe nel proprio paese.

pubblicato da  Flaminio Ranzato

Consigli per rimettersi in forma dopo le abbuffate di Natale

Il natale ormai passato ci ha lasciato in dono qualche chilo in più, conseguenza delle tavole imbandite, delle feste con amici, di cocktail e calici di spumante a volontà. Ma cosa possiamo fare per iniziare il nuovo anno in buona forma e cominciare a rendere sodo il nostro corpo in vista dell’estate, dicendo addio agli accumuli adiposi e proteggendoci dalle smagliature che potrebbero comparire durante l’aumento e la successiva perdita di peso?

Ecco i consigli da seguire.

- Innanzitutto prima di cominciare ogni dieta, non fatevi ossessionare dal cibo e da ciò che si può o non si può mangiare. Il primo passo per una dieta di successo è acquisire consapevolezza di ciò che mangiamo ed avere una maggiore conoscenza su nutrizione e corretta alimentazione;

- È importante mangiare lentamente e masticare a lungo il cibo per facilitare il lavoro del sistema digerente ed ottenere cosi una facile digestione; inoltre la lunga masticazione dà la sensazione di una maggiore sazietà;

- Si raccomanda un alimentazione sana e senza cedere alle piccole tentazioni che a lungo andare inficerebbero i nostri sacrifici, facendoci ritrovare nuovamente con gli odiosi cuscinetti di grasso;

- Evitare pasti abbondanti, cercando di mangiare poco e spesso;

- Diminuire il consumo di carboidrati consumando meno pasta e pane;

- Sostituire i cibi ricchi di grassi con alimenti poveri di grassi;

- Si a carne bianca come pollo, tacchino, coniglio e pesce, cucinati alla griglia, lessi o al forno, evitando cibi fritti ed intingoli;

- Bere tanta acqua, almeno due litri al giorno;

- Per assicurare il giusto apporto di vitamine, sali minerali, oligoelementi e fibre all’organismo mangiare ogni giorno almeno cinque porzioni di frutta fresca e verdura di stagione;

- Mangiare con moderazione formaggi e latticini;

- Evitare bevande ipercaloriche preferendo quelle ipocaloriche;

- Ridurre al minimo il consumo di alcool;

- Evitare dolce e gelati;

- Praticare almeno un ora di palestra tre volte alla settimana per tonificare e rassodare il corpo;

Si raccomanda comunque di evitare diete drastiche che oltre a non funzionare, nel lungo periodo possono anche essere dannose. In termini calorici è sufficiente ridurre di un terzo le calorie che si è soliti assumere: in questo modo la perdita di peso sarà graduale e potrà essere mantenuta nel tempo e se il calo di peso risulta eccessivo si raccomanda di utilizzare un prodotto antismagliature durante tutto il periodo della dieta.

pubblicato da Imma Manna

di Giaden Cosmetici srl

Sindrome premestruale: ridurne gli effetti con una corretta alimentazione

La sindrome premestruale, nota in ambito medico come PMS consiste in una serie di disturbi che compaiono normal­mente 4-8 giorni prima dell'ini­zio del ciclo e si intensificano fino a scomparire con l'arrivo delle mestruazioni. I disturbi più frequenti sono a livello fisico che psicologico:

- mal di testa, emicrania

- gonfiore al seno ed alle caviglie

- gonfiore addominale e aumento di peso

- scarsa concentrazione e spossatezza

- irritabilità, sbalzi d’umore e aggressività

- crisi di pianto e manifestazioni depressive.

Non esistono degli esami specifici che consentono ad una donna di verificare quanto soffrono della sindrome premestruale. In particolare la diagnosi si basa sul carattere ciclico, mensile, della comparsa dei sintomi. Per questo si consiglia di scrivere un diario registrando data di arrivo delle mestruazioni ed i sintomi avvertiti.

Non sono ancora ben chiare le cause che la scatenano, probabilmente sono la conseguenza di diversi fattori ormonali, metabolici e psicologici. Per lungo tempo si è pensato che la sindrome fosse provocata da iperestrogenismo, ovvero da un innalzamento dei livelli di estrogeni nel sangue che provocano un aumento della permeabilità capillare, che potrebbe giustificare molti sintomi. Ma sono plausibili anche altre teorie come la riduzione dei livelli di serotonina, neurotrasmettitore la cui carenza potrebbe spiegare gli sbalzi d’umore.

In caso di sospetta sindrome premestruale alle donne si consiglia di rivolgersi al proprio medico di famiglia che potrà, solo nei casi più gravi, valutare l’opportunità di una cura adeguata, ad esempio a base di vitamina B6, diuretici, antidepressivi, estrogeni.

Molto spesso è sufficiente rivedere gli stili di vita e le abitudini alimentari per avere primi effetti positivi. Sono ritenuti alimenti amici, ovvero che aiutano a prevenire i disturbi premestruali:

- Cereali integrali: contengono molta vitamina B6 e aiutano a mantenere costante il livello di zuccheri nel sangue. Si ritiene che gli sbalzi della glicemia possano incrementare i di­sturbi della PMS.

- Yogurt magro: rappresenta un'ottima fonte di calcio che, come il magne­sio, aiuta a ridurre i sintomi del­la sindrome premestruale.

- Pesce: permette all’organismo l’assunzione di omega3, che favoriscono il mantenimento di un buon equilibrio emotivo, riducendo il rischio di cadere preda di ansia e de­pressione. Evitare solo il pesce fritto.

- Vegetali a foglia verde: contengono molto ma­gnesio e di calcio. Le insalate, ad esempio, sono alimenti idra­tanti e remineralizzanti ed è beve averne sempre un po’ nel proprio piatto.

- Frutta secca non salata: è un alimento natural­mente ricco di magnesio. E’ sufficiente mangiare 3-4 noci al giorno.

- Soia: ricca di fìtoestrogeni, ormoni che favoriscono l'equili­brio ormonale dell'organismo.

Sono ritenuti cibi nemici delle donne nella fase premestruale:

- Bevande nervine: agiscono sul sistema nervoso. Evitare quindi l’assunzione di caffè, te, vino, birra e, soprattutto, superalcolici.

- Sale: ridurre il consumo di sale che favorisce la ritenzione idrica e aumenta la fastidiosa sensazione di gonfiore.

- Cibi salati: evitare di mangiare nella settimana prima del ciclo salumi, carne conservata, olive in salamoia. il salmone affu­micato e il tonno in scatola, oltre a palatine fritte, crackers, focacce, salatini ed altri snack salati. Rinuncia­re anche ai formaggi a lunga stagionatura molto saporiti come il parmigiano ed il pecorino.

- Pochi gras­si: è opportuno controllare l’apporto giornaliero di grassi, cercando di privilegiare quelli di origine animale per limitare la produzione di estroge­ni da parte dell'organismo, con­trastando gli squilibri ormonali tipici della sindrome premestruale.

pubblicato da Rosvanna Lattarulo

di Farman & C. snc

Integratori alimentari e loro caratteristiche

Gli alimenti arricchiti e gli integratori alimentari non sono da considerarsi come dietetici perché rispondo a precise necessità nutrizionali o condizioni fisiologiche particolari. La loro assunzione permette di migliorare carenze nutrizionali, assimilare delle sostanze di cui il nostro corpo ha bisogno, migliorare il metabolismo oppure le funzioni fisiologiche del nostro organismo.

Attualmente, il ministero della Salute non approva la completa commercializzazione di questi prodotti che devono seguire un certo modello di etichetta.

Infatti, appena ricevuta l’etichetta il Ministero della Salute procede, se lo ritiene necessario, a dare atto ad approfondimenti inerenti le peculiarità, le proprietà e l’uso dei prodotti. Può richiedere anche una documentazione tecnica, le finalità di impiego e le idoneità ad un impiego alimentare.

Assieme a queste procedure ve ne sono altre in cui si cerca di far rispettare le norme sulla sicurezza alimentare, tutelare la salute dei consumatori e soprattutto porre in commercio una sostanza che sia efficace ed adeguata dal punto di vista nutrizionale e che non apporti scompensi su coloro che la assumono.

Gli integratori sono prodotti che appartengono all’area alimentare, sono a base di vitamine minerali ed altre sostanze nutrizionali.

Questi elementi sono diretti a favorire lo stato di benessere e non puntano solo a colmare carenze alimentari. Le erbe utilizzate devono avere uno scopo nutrizionale e non devono essere usate quelle che normalmente si vendono in farmacia. Sono state prese delle posizioni in merito all’impiego di componenti vegetali come “iperico”, “citrus aurantium”, “ginkgo biloba” e “bioflavonoidi.

In questo gruppo possono esservi anche componenti non di origine vegetale ma naturali come ad esempio propoli e pappa reale.

pubblicato da Roberto Brunetti

di Fitshop

Fisioterapia: tecniche e strumenti

La fisioterapia è l’insieme degli strumenti, delle tecniche e dei metodi utilizzati da un medico specializzato e abilitato alla professione per alleviare i dolori e i traumi conseguenti a patologie in corso sulle parti del corpo di un paziente.

Il fisioterapista è abilitato a svolgere autonomamente i propri interventi di prevenzione, cura e riabilitazione motoria, neurologica o respiratoria per alleviare e risanare traumi conseguenti ad eventi patologici di varia natura; può operare in collaborazione con altre figure specializzate all’interno di centri di riabilitazione ospitati in una struttura pubblica o in una casa di cura privata.

Le prime tecniche riabilitative di tipo fisioterapico nascono alla fine del 1800 in seguito ai progressi compiuti dalla neurologia, ma è solo con il secondo dopoguerra che si registra l’esplosione delle più diverse tecniche riabilitative, ciascuna portatrice di un suo specifico e delimitato sapere.

Oggi possiamo classificare questa grande varietà di metodologie fisioterapiche in quattro grandi aree:

- Tecniche fisioterapiche passive e attive analitiche

- Tecniche fisioterapiche attive funzionali e posturali

- Tecniche basate su meccanismi “riflessi” neurovegetativi

- Tecniche di facilitazione neuromuscolare

- Esercizio Terapeutico Conoscitivo

- Riabilitazione neurocognitiva.

Obiettivi comuni ad ogni tipo di trattamento sono:

- la Riduzione e l’annullamento del dolore

- la Normalizzazionee il recupero funzionale delle strutture neuro-muscolo-scheletriche disfunzionali e sintomatiche

- la Riabilitazione funzionale che mira all’integrazione dei risultati ottenuti nella funzionalità quotidiana in vista del recupero della più normale vita lavorativa e di relazione.

pubblicato da  Fabio Cesali
per  Casa di Cura Villa Montallegro

Consigli e precauzioni per i Tatuaggi

Il tatuaggio consiste in trattamenti che comportano l’inserimento di sostanze chimiche negli strati intracutanei, al fine di rendere visibile e permanente un effetto cromatico e decorativo particolare sulla pelle, quindi occorre porre particolare attenzioni alle problematiche a carattere tossicologico ed epidemiologico.

Il primo screening da effettuare prima di effettuare il tatuaggio è quello di verificare il proprio stato di salute per sapere se si è predisposti a particolari allergie in quanto l’inchiostro, a seconda del colore, contiene sostanze diverse: il giallo può contenere solfuro di mercurio o cadmio, il blu il cobalto e cosi via.

Il secondo passo è quello di verificare la competenza del tatuatore. E’ necessario ricorrere ad operatori competenti, scrupolosi ed in grado di svolgere tale attività in condizioni di sicurezza per la salute delle persone. Assicuratevi che abbia l’autorizzazione dell’ASL e che lavori secondo gli obblighi di legge: ovvero con camice, guanti e mascherine.

I possibili rischi per la salute devono inoltre essere esposti dagli operatori del settore in quanto possono avere anche conseguenze serie: Epatite B, Epatite C e l’AIDS, la cui fonte di trasmissione è stata sovente riscontrata proprio nelle pratiche scorrette di esecuzione del tatuaggio.

La scelta della parte del corpo deve essere mirata oltre che all’estetica ed alla visibilità, un tatuaggio ben fatto può essere infatti eccitante per la donna o l’uomo che lo guarda, ma anche in base alla sopportazione personale del dolore: se la soglia è bassa sarà meglio evitare caviglia, piedi e mani ma preferire glutei, cosce e seno.

Non per ultimo si deve tener presente anche la stagione, preferire l’inverno sarà sicuramente meglio in quanto sudore, raggi solari e acqua di mare possono far perdere l’effetto desiderato ai colori e alla definizione delle linee del nostro tatuaggio.

Se siete una mamma o un papà ricordatevi che occorre il vostro consenso scritto per far eseguire un tatuaggio su vostro figlio se questo è minorenne, difatti una sentenza della Cassazione di Torino ha condannato per lesioni volontarie un centro tatuaggi che aveva eseguito il tatuaggio sul corpo di un minorenne, privo del “valido consenso” dei genitori.

Resta da definire cosa farsi tatuare ma per questo lasciamo la scelta al gusto personale ricordando che se pur un bel tatuaggio può essere un eccitante ed un afrodisiaco visivo durante l’atto sessuale, resta pur sempre qualcosa di indelebile che può essere eliminato solo con diverse e costose sedute di laser che spesso lasciano cicatrici ed un risultato non del tutto soddisfacente.

Evitate di tatuarvi il nome della vostra amante, sono i tatuaggi più cancellati!

pubblicato da Imma Manna

di Giaden Cosmetici srl

Mal di testa e Cefalee, combatterle con l’olio di oliva

Attribuita a diverse cause quali ansia, insonnia, stress, stanchezza, fumo, alimentazione, sforzi fisici nonché tutte quelle cause che possono alterare i meccanismi funzionali del dolore, la cefalea è una patologia i cui sintomi non sono ancora del tutto ben noti ma i rimedi impazzano per forme e tipologie, dai trattamenti farmacologici fino al bagno caldo rilassante.

Sullo studio delle cause che provocano le emicranie si sono concentrate le ultime ricerche.

Le cause alla base del mal di testa possono brevemente racchiudersi in:

• distensione, trazione o dilatazione dei vasi sanguigni (arterie e vene) intra o extra cranici;

• compressione, trazione o infiammazione dei nervi cranici;

• infiammazione, contrattura o compressione dei muscoli extracranici e cervicali;

• Infiammazione delle meningi.

L’utilizzo farmacologico per il trattamento dell’emicrania è spesso basato sull’assunzione dell’ibufrene, che durante il suo utilizzo provoca il più delle volte un leggero pizzicore alla gola.

È da quest’ultimo e quasi insignificante indizio che lo scienziato Gary Beauchamp è partito per la sua ricerca dopo aver preso parte ad una degustazione di olio di oliva in Sicilia.

Lo scienziato, insieme agli esperti chimici del Chemical Center di Philadelphia, dopo che per caso aveva notato che l’assunzione dell’olio di oliva provocava lo stesso pizzicore alla gola che si avvertiva dopo l’assunzione del farmaco a base di ibufrene per il trattamento della sua cefalea, ha riscontrato le stesse proprietà antinfiammatorie per l’oleocantale, ovvero un composto chimico contenuto per l’appunto all’interno dell’olio di oliva.

La ricerca ha evidenziato le ottime proprietà antinfiammatorie dell’oleocantale e gli effetti benefici che esso ha sugli stati infiammatori del corpo umano.

È da precisare che questo composto chimico, ideale per il trattamento del mal di testa, è presente però solo negli olii di oliva di qualità ovvero extravergine e spremuti a freddo.

Quindi fra i tanti rimedi per far passare il mal di testa è da annoverare anche una cena a base di insalata condita con dell’ottimo olio extravergine spremuto a freddo seguita poi dal famoso bagno caldo e perché no da un trattamento a base di emulsioni che possono rilassarci prima di un sonno ristoratore.

pubblicato da Imma Manna

di Giaden Cosmetici srl