Idrokinesiterapia : Intervista al Dott. Fulvio Cavuoto ed al Dott. Marco Antonio Mangiarotti nella trasmissione del TG2 "Trentatrè" del 2005.
Medicina 33: i piedi dei bambini
Servizio di Medicina 33 su Rai Due sui piedi dei bambini, ospite il Dott. Luca Avagnina
Alzheimer: in arrivo il rimedio alla perdita della memoria
A rubare la memoria ai malati di Alzheimer è uno strato di 'rugginè che si forma nel cervello. Secondo un gruppo di studiosi australiani dell'università di Melbourne, all'origine della grave forma di demenza senile che colpisce il 10% degli over 60, con numeri in crescita a causa del progressivo invecchiamento della popolazione, c'è un accumulo di ferro nella materia grigia. Metallo che, a contatto con l'ossigeno, arrugginisce provocando i danni neurologici tipici della malattia degenerativa. La ricerca, in pubblicazione su 'Cell', è firmata dal team del patologo Ashley Bush. Lo scienziato è co-fondatore dell'azienda biotecnologica Prana che sta lavorando allo sviluppo di un nuovo farmaco anti-Alzheimer, per ora denominato con la sigla PBT2 e giunto ai test clinici sull'uomo. Il composto promette di spazzare via la ruggine dal cervello, riparando i tessuti danneggiati. Al momento una speranza per il futuro, perchè serviranno almeno altri tre anni prima che il medicinale possa affacciarsi sul mercato. Lo studio australiano punta il dito contro uno squilibrio tra i livelli di zinco e di ferro nel cervello. Un meccanismo biochimico che vede protagonisti i due metalli, la proteina beta-amiloide (ossia la sostanza che forma le placche responsabili dell'Alzheimer) e il suo precursore App. In studi precedenti era stato osservato che, nelle placche di proteina beta-amiloide all'origine dell'Alzheimer, si ammucchiano grandi quantità di zinco. Questo metallo agisce sulla proteina App precursore dell'amiloide, una struttura che attraversa la membrana delle cellule cerebrali e ha il compito di espellere il ferro dai neuroni. Gli alti livelli di zinco bloccano questa funzione spazzina dell'App, con il risultato che il ferro 'ristagnà nella materia grigia. A sua volta, l'accumulo di ferro causa uno stress ossidativo che finisce per uccidere i neuroni. La rezione chimica che si verifica nel cervello, precisa Bush, è esattamente quella che porta alla formazione della ruggine sui ferri vecchi di una discarica a cielo aperto: a temperatura ambiente il ferro brucia, cioè si combina con l'ossigeno dell'aria formando il caratteristico strato rossastro. Nel cervello l'Alzheimer ha l'effetto di una catastrofe, afferma Bush. Una catena di eventi in cui è difficile capire quale sia il primo meccanismo a incepparsi. Ma per la prima volta, conclude lo scienziato, questa ricerca fa luce sui processi biochimici che alterano l'equilibrio tra zinco e ferro e portano ai danni neurologici della malattia.
fonte: leggo.it
Farmaco anti-diabete protegge dal cancro al polmone
Finora è stato usato come antidiabetico, ma ora una ricerca americana lo propone come protezione dal cancro al polmone, il più mortale dei tumori. E in più questo farmaco, la metformina, è disponibile come generico. L'annuncio della scoperta, finora verificata attraverso studi sui topi, viene da un articolo sull'ultimo numero della rivista Cancer Prevention Research, ripreso dal quotidiano francese Le Figaro. Secondo lo studio condotto dall'équipe del professor Philip Dennis, dell'Istituto Nazionale contro i tumori di Philadelphia, il 50 per cento dei topi (esposti a sostanze altamente cancerogene) che hanno ricevuto il farmaco per bocca non ha contratto il cancro, percentuale che sale al 72 per cento in caso di iniezioni. Tutti i roditori non trattati, invece, si sono ammalati. La metmorfina, ha ipotizzato Dennis, incide negativamente sul metabolismo delle cellule tumorali, impedendone lo sviluppo. In più il medicinale può essere tranquillamente assunto anche da pazienti non diabetici senza danni per la salute. Tutti questi dati, però, dovranno essere confermati da sperimentazioni su pazienti umani, fase che richiederà certamente degli anni. Se però il risultato dovesse essere positivo, la nuova cura avrebbe grandi vantaggi: il farmaco, infatti, ha pochissimi effetti collaterali, ed è ben conosciuto dai medici. E soprattutto, essendo già in commercio come molecola generica, ha un prezzo molto basso. Un'altra ricerca pubblicata da Cancer Prevention Research ed effettuata da studiosi giapponesi ipotizza che la stessa sostanza possa prevenire anche il tumore del colon, ma lo studio andrà verificato su un numero più ampio di pazienti rispetto ai 23 inizialmente coinvolti.
fonte: leggo.it
Libri Consigliati:
- Mangiare sano con il diabete di Szwillus Marlisa, Fritzsche Doris Ordina su Librisalus.it
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Veronesi: virus e batteri contro il Tumore
Il cancro è sempre più una malattia curabile. E per vincerlo possiamo contare su un'inedita alleanza con virus e batteri «che ci aiuteranno in questa battaglia», mentre «saranno gradualmente eliminate le terapie tossiche per il paziente». Possibilità ormai dietro l'angolo. Parola dell'oncologo Umberto Veronesi che, alla vigilia della Conferenza mondiale di Venezia al via domenica prossima, dedicata al tema 'Virus, il nemico invisibile«, indica in una lunga intervista al 'Qn' anche 'la faccia buonà dei microrganismi che più spaventano l'uomo. «Il legame tra virus e alcuni tipi di cancro è sempre più evidente», dice Veronesi, sottolineando però la possibilità di utilizzare virus e batteri in «senso 'buonò, come veicoli delle terapie molecolari». L'oncologo ricorda per esempio le ricerche della sua collaboratrice, Maria Rescigno, arrivate «ad un passo dalla sperimentazione sull'uomo». «L'idea - si legge nell'intervista - è utilizzare il batterio della salmonella per attivare il sistema immunitario malato a reagire contro le cellule tumorali. Partirà a maggio-giugno una sperimentazione per i malati di melanoma allo stadio avanzato ».
fonte: leggo.it
Libri Consigliati:
- Cancro Spa di Pamio Marcello Ordina su Librisalus.it
- La rivoluzione silenziosa della medicina del cancro e dell'aids di Kremer Heinrich Ordina su Librisalus.it
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- Cancro: l’alleanza terapeutica di Grandi Maurizio, Martinengo Giuseppina Ordina su Librisalus.it
- Come guarire dal cancro e come evitarlo di Belpomme Dominique Ordina su Librisalus.it
- I cibi antiossidanti anticancro di Coy Johannes F., Franz Maren Ordina su Librisalus.it
- Come proteggersi dal cancro con l'alimentazione di Stella Carmela Ordina su Librisalus.it
- Curare con il Calore: la Terapia Dolce dei Tumori di Pontiggia Paolo Ordina su Librisalus.it
- Infiammazioni. I Killer Nascosti di Döll Michaela Ordina su Librisalus.it
- Il Fattore Enzima di Shinya Hiromi Ordina su Librisalus.it
- Viscum Album e cura oncologica di Legnani Walter Ordina su Librisalus.it
- Si fa presto a dire chemio di Rossi Paola Ordina su Librisalus.it
- Introduzione alla Comprensione delle Cinque Leggi Biologiche scoperte dal Dr. Ryke Geerd Hamer di Associazione A.L.B.A. Ordina su Librisalus.it
- Guida alla Risoluzione dei Conflitti a partire dal metodo Hamer di Pizzi Marco, Spreafichi Alessandro Ordina su Librisalus.it
Bisturi contro l'Infertilità maschile
Il bisturi può diventare la chiave che apre la porta alla cicogna: oggi oltre un uomo su tre con azoospermia ostruttiva riesce ad avere una paternità naturale attraverso un intervento in microchirurgia. Lo dice Edoardo Pescatori, coordinatore del Servizio di Andrologia all' Hesperia Hospital di Modena, che cita a supporto uno studio condotto a Ljubljana (Slovenia) su 34 uomini e pubblicato su Reproductive Biomedicine Online. L'azoospermia ostruttiva è la condizione (che riguarda il 15% delle infertilità maschili) secondo cui i testicoli producono spermatozoi di buona qualità, ma essi non riescono a raggiungere l'esterno a causa di ostruzioni. «Oggi sono disponibili diverse tecniche chirurgiche eseguite con microscopio operatore. Hanno tutte il medesimo obiettivo: la soluzione del problema ostruttivo - spiega Pescatori - . Certamente, non tutti i casi si possono risolvere, perchè diversi fattori remano contro, come la sede dell' ostruzione e da quanto tempo è presente. Lo studio però dimostra nero su bianco che con una diagnosi accurata, oggi è possibile nel 34,8% dei casi risolvere il problema con un percorso nobile che ha l'obiettivo di risolvere il motivo dell'infertilità anche in vista di futuri concepimenti spontanei». Ma le speranze di concepire - continua l'andrologo - non devono mancare neppure quando non è possibile risolvere chirurgicamente il problema ostruttivo. A provarlo sono molti lavori clinici. Vale per tutti lo studio appena pubblicato sull' International Journal of Andrology, i cui autori hanno dimostrato la possibilità, con varie tecniche, di recuperare spermatozoi attivi nel 100% dei casi e di effettuare quindi la fecondazione assistita. Non solo: una review uscita su Human Reproduction ha dimostrato che non tutto è perduto neppure in casi estremi come la Sindrome di Klinefelter, forma genetica di azoospermia. I dati, estrapolati dall'analisi di studi pubblicati dal 1980 al 2009, provano che è possibile il recupero di spermatozoi nel 55% dei casi.
fonte: leggo.it
Le donne sono più resistenti degli uomini
Addio al mito del «sesso debole». Le donne sono più resistenti degli uomini e recuperano più in fretta in caso di lesioni, infortuni o emorragie. E tutto grazie agli estrogeni, gli ormoni femminili, i cui recettori sui mitocondri delle cellule aiutano a proteggere il 'gentil sessò dalle lesioni. A sostenerlo è uno studio pubblicato sulla rivista Shock condotto da un gruppo di ricerca del Texas A&M Health Science Center. Ed Childs, coordinatore e prima firma dello studio, ipotizza che il corpo femminile è più capace di rigenerarsi, a fronte di lesioni traumatiche, rispetto a quello maschile, più lento nel recupero. La chiave del successo del recupero veloce nelle donne sarebbero gli estrogeni. Secondo il coordinatore della ricerca, questi ormoni hanno la capacità di proteggere le donne dalle lesioni «ma se si bloccano - afferma Childs - la capacità di recupero diventa come quella degli uomini». Finora, secondo il coordinatore della ricerca, specializzato nel trattamento degli shock emorragici, era nota la 'resistenza' delle donne rispetto agli uomini di fronte ad un trauma ma solo ora ne è stata chiarita la causa.
fonte: leggo.it
fonte: leggo.it
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