google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 SALUTIAMOCI google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

L'importanza della Nutrizione nella Salute dell'uomo

Se da un lato è evidente che l’evoluzione tecnologica dell’uomo ha portato innumerevoli vantaggi è altrettanto vero che le profonde trasformazioni dell’ambiente in cui viviamo hanno avuto un impatto molto negativo sulla nostra salute. In particolare l’introduzione dell’agricoltura ed il passaggio da una vita da nomadi e cacciatori a quella di contadini stanziali, si è tradotta in un cambiamento radicale della nutrizione con impatti devastanti sulla salute umana. Il nostro genoma ed il nostro metabolismo si adattano però in tempi estremamente lunghi e i 10.000 anni intercorsi dalla nascita dell’agricoltura ad oggi non sono stati sufficienti ad indurre adattamenti metabolici. Questo significa in parole semplici che il nostro corpo è ancora adattato ad un’alimentazione primordiale mentre da 10.000 anni a questa parte mangiamo in modo sempre più raffinato, cibi sempre più lavorati con sempre più calorie e sempre meno nutrienti.

Alcuni studi molto interessanti condotti separatamente da Cordain, Lindenberg e Ames e pubblicati su prestigiose riviste internazionali, hanno messo in evidenza in tutta la sua drammaticità l’inadeguatezza dell’alimentazione moderna e purtroppo anche dell’approccio della medicina classica al problema nutrizione. La chiave per un’alimentazione sana è la comprensione della progressiva introduzione di cibi inadeguati per la nostra fisiologia durante l’evoluzione umana, introduzione che è alla base di molte patologie moderne come testimoniato dai numerosi studi che hanno confrontato l’incidenza di malattie come gli infarti, i tumori, il diabete e l’obesità in popolazioni che hanno un’alimentazione più vicina a quella primordiale rispetto a noi occidentali. I difetti fondamentali dell’alimentazione odierna si possono riassumere in 7 punti:

1. Eccessivo carico glicemico: l’eccessivo consumo di carboidrati raffinati (non integrali) e di zuccheri semplici è legato a molte patologie tra cui obesità, diabete, iperinsulinemia e resistenza insulinica, sindrome metabolica, ipertensione, malattie cardiovascolari, dislipidemie, sindrome dell’ovaio policistico, acne, gotta ed alcune forme di tumore (colon, seno, prostata). Il consumo annuale di zucchero nel Regno Unito è aumentato da 6.8Kg pro-capite nel 1815 a 54.5Kg nel 1970. Negli USA il consumo di zucchero nel 2000 è arrivato a 69.1Kg all’anno. Il problema non è solo l’assunzione consapevole di zucchero ma anche quella che avviene all’insaputa del consumatore. Lo zucchero è infatti aggiunto in moltissimi prodotti confezionati tra cui bibite, merendine, caramelle, condimenti e perfino nel salmone affumicato e nella senape. Eliminare il consumo di zucchero e sostituire i carboidrati raffinati con quelli integrali è un passo decisivo per migliorare la nostra salute.

2. Errata assunzione di acidi grassi: la demonizzazione spesso eccessiva dei grassi ha comportato un ridotto consumo anche di grassi sani e uno spostamento verso cibi a basso contenuto di grassi ma con zuccheri aggiunti. Un bilanciato consumo di acidi grassi è invece essenziale per la salute umana garantita in particolare dall’assunzione di acidi grassi omega 3 con proprietà anti-infiammatorie, neuro e cardio-protettive. Molte della patologie cronico-degenerative e infiammatorie sembrano essere associate ad uno squilibrio tra omega 3 ed omega 6 con eccessiva assunzione di questi ultimi. Abbondare con il pesce e utilizzare 2 cucchiai al giorno di olio di semi di lino permettono di assicuarsi l’introito adeguato di omega 3. L’altro problema che riguarda i grassi è la massiccia introduzione nei cibi industriali di grassi idrogenati che non vengono metabolizzati dal corpo umano e hanno effetti davvero devastanti sul metabolismo.

3. Errata distribuzione dei macronutrienti: la ridotta assunzione di verdure, legumi e proteine a discapito dei carboidrati ha variato la ripartizione dei macronutrienti. Oggi negli USA la percentuale di energia derivata dai macronutrienti è: 51.8% di carboidrati, 32.8% di grassi e 15.4% di proteine. Le raccomandazioni in genere suggeriscono di limitare l’introito di grassi al 30%, mantenere le proteine al 15% ed aumentare i carboidrati al 55-60%. Questi valori, comprese le raccomandazioni, non hanno nessun fondamento evolutivo in quanto si discostano molto dai valori osservati nelle diete primordiali nelle quali le proteine coprono il 19-35% delle calorie totali, i carboidrati solo il 22-40% e il rimanente viene fornito dai grassi con alto contenuto di omega 3. Inoltre va sottolineato che le percentuali sono meno importanti delle caratteristiche dei macronutrienti. C’è una bella differenza tra il 45% di carboidrati forniti da zuccheri semplici o da verdure e carboidrati complessi integrali.

4. Scarso contenuto di micronutrienti: la raffinazione e produzione industriale dei cibi li rende sostanzialmente privi delle concentrazioni di micronutrienti necessarie a garantire la salute. Nella preparazione dei carboidrati raffinati per esempio vengono eliminate quasi tutte le vitamine e i minerali. Secondo molti autori tra cui Bruce Ames, nel mondo occidentale viviamo in una condizione di carenza cronica di vitamine e minerali, carenza che non è sufficiente a dare una vera e propria avitaminosi ma che incide negativamente sul nostro metabolismo e sulla funzionalità enzimatica. Questo indirettamente potrebbe essere alla base delle patologie cronico-degenerative così tristemente frequenti nei paesi sviluppati.

5. Scarso contenuti di fibra: ai cibi raffinati viene ovviamente tolta la fibra che però ha un ruolo importante nella fisiologia dell’apparato gastrointestinale. La fibra solubile, di cui sono ricche frutta e verdura funge da tampone per l’assorbimento di zuccheri e grassi, riduce le LDL e aumenta le HDL mentre la fibra insolubile, che si trova prevalentemente nei cereali integrali serve ad ottimizzare il transito gastrointestinale e l’alvo.

6. Errato equilibrio acido-base: tutti i cibi dopo essere stati digeriti e metabolizzati rilasciano sostanze alcaline o acide nella circolazione sistemica. Oggi la maggior parte dei cibi alcalinizzanti o neutri (legumi, vedure, frutta, noci, semi, tuberi) sono spariti dalla nostra alimentazione per lasciare spazio a cibi acidificanti (carne, uova, latte, formaggi, sale). Questo comporta che molti di noi sono in uno stato di acidosi cronica che è incide sulla perdita di tessuto muscolare, sull’osteoporosi, sui calcoli renali, sull’ipertensione e sull’ insufficienza renale.

7. Errato equilibrio sodio-potassio: la dieta occidentale ha un contenuto di sodio molto più elevato del contenuto di potassio. Anche in questo caso la causa è la progressiva sostituzione di cibi ricchi di potassio con cibi poveri come i carboidrati raffinati, il latte e formaggi e ovviamente l’introduzione del sale da tavola. Complessivamente queste nuove abitudini hanno causato una riduzione del 400% del consumo di potassio e un pari aumento del sodio. Questa inversione dell’equilibrio sodio-potassio è stata correlata ad ipertensione, ictus, calcoli renali, osteoporosi, tumori gastrointestinali, asma e insonnia.

Il consumo estremo di cibi ipercalorici e iponutrienti è purtroppo molto diffuso e comporta una cronica disfunzione metabolica che coinvolge anche i mitocondri, le centrali energetiche del nostro organismo. Le carenze di micronutrienti (vitamine e minerali) causano veri e propri danni al DNA oltre che una complessi perdita di efficienza delle reazioni enzimatiche. Esiste una notevole mole di dati che indica che una carenza cronica di vitamine e minerali favorisce lo sviluppo di malattie come il cancro. La vitamina D per esempio agisce come un regolatore della proliferazione cellulare e sembra proteggere contro molte forme di tumore tra cui il cancro del seno e della prostata. La nutrigenomica, un nuovo ramo della genomica che studia gli effetti del cibo sull’espressione genica, ha messo in evidenza quanto sia errato vedere il cibo solo in termini di calorie (come viene fatto nella scienza dell’alimentazione classica). Il cibo è invece “informazione” che arriva nell’organismo e modula una serie complessa di processi anche genomici alla base della salute e della malattia.

L’inadeguatezza dell’alimentazione moderna è un dato di fatto scientificamente dimostrato. Purtroppo la maggior parte dei medici fatica a comprendere l’importanza dell’alimentazione nella salute dell’uomo (nel corso di laurea di medicina ancora oggi non si studia nemmeno 1 ora di nutrizione clinica) e a volte sembra anche che le indicazione fornite dalla classe medica siano ancora una volta filtrate delle industrie, in questo caso non quelle farmaceutiche ma quelle alimentari.
Anche se sarà necessaria ancora molta ricerca nel campo dell’alimentazione e della nutrigenomica, esiste già una solida evidenza scientifica che carenze nell’assunzione di micronutrienti possono portare a molte conseguenze deleterie tra le quali il cancro.
Sembra quindi scientificamente poco serio continuare a dare suggerimenti generici sull’alimentazione quando essa potrebbe essere il primo livello di intervento per la prevenzione e la cura di molte malattie. Non si può più oggi suggerire semplicemente una nutrizione equilibrata quando la produzione stessa del cibo lo priva delle sostanze necessarie a promuovere la salute. E’ di ieri la pubblicazione di uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità sull’obesità infantile che indica come in Italia 1 bambino su 3 tra gli 8 e i 9 anni sia sovrappeso o obeso. Questo significa che oltre 1 milione di bambini è destinato ad avere gravi problemi di salute a causa dell’alimentazione a cui sono stati esposti da genitori, scuola e spesso anche dai pediatri e medici in genere, troppe volte succubi delle incessanti pressioni pubblicitarie.

Proprio nel caso dell’alimentazione dei bambini si continuano a sentire consigli infondati e non scientifici che spingono i genitori a nutrire i propri figli con latte, yogurt, formaggio, merendine, pasta, pane, etc. ingnorando l’evidenza scientifica che indica come il latte per esempio sia un alimento nocivo per l’uomo cosi come tutti i cibi raffinati e preparati industrialmente. Questi ultimi inoltre saziano poco essendo privi di sostanze come la fibra che riempie lo stomaco e sono studiati appositamente per creare forme di dipendenza e stimolazione dei centri del piacere a livello cerebrale. In questo modo raggiungono l’obiettivo industrialmente molto utile che è quello di spingerci a mangiare sempre di più e sempre più spesso. Un esempio estremo di questa strategia commerciale sono i cosidetti cibi light, studiati appositamente per illuderci che essendo light non ingrassano e che quindi se ne possono assumere di più. Infatti l’introduzione dei cibi light (per altro ricchi di zuccheri e dolcificanti) ha coinciso con un aumento dell’obesità e con un relativo maggior consumo di quelle particolari categorie di cibo rispetto alle versioni non light.

La verità sull’alimentazione è che per garantire la nostra salute nel futuro dobbiamo impossessarci nuovamente del nostro passato. Gli animali selvatici mangiano con lo stomaco e il sistema gastrointestinale. Non ingrassano, mangiano quel che basta per sfamarsi e rimangono attivi ed autonomi fino a pochissimo prima della loro morte. L’uomo moderno putroppo mangia con il cervello ed i centri del piacere, non sazia il suo corpo ma i suoi desideri e ne paga le conseguenza in termini di malattie degenerative. Gli approcci più moderni ed innovativi all’alimentazione, come la nutrigenomica, sono sviluppi preziosi per la comprensione molecolare degli effetti della nutrizione sul corpo umano.

Dott. Filippo Ongaro




Il Dott. Filippo Ongaro è stato per anni medico degli astronauti presso l’Agenzia Spaziale Europea ed ha lavorato alla NASA e all’Agenzia Spaziale Russa. Oggi è Direttore Scientifico dell’Istituto di Medicina Rigenerativa e Anti-Aging di Treviso e collabora con enti di ricerca tra cui l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa e l’Institute for Biomedical problems di Mosca.

Chirurgia estetica delle cicatrici

Abbiamo piu' volte scritto che le cicatrici sono un argomento delicato e difficile, un capitolo ostico per la chirurgia, non solo per il problema della visibilita', ma soprattutto per l’impossibilita' concreta di eliminarne ogni traccia. Ogni medico sa bene che ogni soluzione di continuita' nel tessuto cutaneo e' risolvibile grazie alla cicatrizzazione, un processo che, se da un lato e' il segno dell’avvenuta guarigione, dall’altro e' una traccia indelebile.
Le tre immagini riportano le principali fasi della Mosaic Surgery eseguita su una cicatrice lungo il solco sottomammario, derivante da una precedente procedura di mastoplastica additiva. Il primo fotogramma riprende la situazione iniziale. Il secondo scatto mostra la fase intermedia ad una settimana dalla seduta di microchirurgia. La terza immagine e' stata scattata a percorso ultimato, una volta eseguito un peeling laser per uniformare l’epitelio E' esperienza comune, poi, che per una certa percentuale di persone, le cicatrici diventano in se' problematiche, sviluppando tessuto ipertrofico o addirittura patologiche, come i cheloidi. Superfluo ripetere che lo scotto estetico di una cicatrice lo si paga in tutti gli eventi traumatici in cui c’e' lacerazione della pelle, e chirurgici, compresa la chirurgia plastica estetica. ''Le cicatrici sono spesso vissute dall’individuo come una stimmate – commenta il dottor Carlo Alberto Pallaoro, specialista in chirurgia plastica a Padova – perche' imprimono indelebilmente sulla pelle l’evento che ha causato la lesione. I mezzi oggi a disposizione per affrontare la questione sono molteplici, dove le diverse procedure chirurgiche, microchirurgiche e dermatologiche si intersecano nell’obiettivo comune di minimizzare la visibilita' della cicatrice''. E' nata cosi' una intera area d’intervento nel campo della chirurgia dermoestetica dedicata alla revisione chirurgica della cicatrice. Questo approccio appare particolarmente utile nel caso in cui la lesione sia di tipo ipertrofico o comunque esteticamente deturpante. Il fine e' la riduzione dell’ampiezza e il riallestimento di una nuova cicatrice piu' accettabile. Per ottenere i migliori risultati possibili c’e' da tenere alcuni fattori che ne influenzano l’aspetto estetico, e fra questi, in primo luogo la localizzazione delle ferite appare decisamente rilevante. Se infatti la sutura avviene lungo le virtuali linee chiamate ''di Langer'', la guarigione e' piu' rapida e con minori rischi di formazione di tessuto anomalo. Inoltre, se la cicatrice si trova in una zona nascosta, e' chiaro che diventa immediatamente una lesione di secondaria importanza. ''Per questo, la prima attenzione in fase di revisione chirurgica della cicatrice e' il riallestimento della stessa in parti che si trovano lungo le naturali pliche cutanee, o comunque meno esposte alla vista'', chiosa il dottor Pallaoro. Altrettanto considerevole e' il ruolo giocato dalla trazione cutanea esercitata sul tessuto cicatriziale. ''Le ferite che di trovano in prossimita' delle giunture, infatti, spesso degenerano in cicatrici ipertrofiche, perche' la lesione e' continuamente sollecitata. Lo stesso avviene laddove l’area cicatriziale debba sopportare il peso dei tessuti con un vettore di trazione perpendicolare alla sutura'', specifica il chirurgo plastico. ''Per far fronte a questa eventualita', nel trattamento chirurgico di cicatrici ipertrofiche o antiestetiche, laddove possibile, si tenta di allestire un nuovo orientamento dei lembi''.

Fondamentale e' poi la tecnica di sutura, nella revisione chirurgica: ''un tipo di sutura per piani, cioe' praticata dall’interno verso l’esterno della lesione secondo diversi livelli, evita che il peso dei tessuti gravi esclusivamente sulla cute superficiale e che quindi si formi l’ipertrofia''. Non meno importante e' infine il metodo con cui si sutura la ferita: ''per chiudere la sutura per piani, superficialmente si rivelano utili gli stapler metallici in luogo dei punti tradizionali. Questi favoriscono l’avvicinamento dei lembi in modo omogeneo e senza raggrinzimenti''.Un peeling effettuato con il laser e' una procedura adottata per la riduzione delle cicatrici piu' leggere e superficiali della pelle, in particolare del viso, mentre un approccio evoluto e innovativo al trattamento delle cicatrici e' la micro chirurgia a mosaico, una tecnica ideata e messa a punto dallo stesso dottor Carlo Alberto Pallaoro. La Mosaic Surgery prevede la progressiva rimozione di piccoli frammenti di tessuto lesionato che vengono sostituiti da porzioni di derma sano. Questa procedura e' ripartita in genere in quattro sedute ed e' indicata per il trattamento di cicatrici sottili, come quelle provocate da interventi chirurgici, oppure le piccole lesioni lasciate dall’acne. Il percorso della Mosaic Surgery prevede che, al termine delle sedute necessarie per la sostituzione del derma danneggiato con quello sano, venga realizzato un peeling con il laser Co2 pulsato. ''La rimozione dell’epitelio ad opera del laser nel corso della procedura di peeling - conclude Pallaoro - provoca la produzione guidata di un nuovo strato superficiale senza asperita' e piu' omogeneo''.

Terapia con Gel siliconico

Tutte le soluzioni ad ora adottate per la rimozione o la revisione delle cicatrici antiestetiche, fino ad ora sono state di tipologia chirurgica (o microchirurgica, come la Mosaic Surgery, oppure con il laser Co2, come l’ablazione del peeling). Esiste pero' un innovativo metodo per prevenire la formazione di cicatrici ipertrofiche e cheloidi e per minimizzare gli esiti estetici di una lesione anche a breve distanza dall’evento che lo ha causato. Si tratta della terapia a base di gel in silicone proposta dalla statunitense Biodermis oggi disponibile anche in Italia, attraverso il sito internet www.biodermis.eu. La gamma in gel di silicone comprende i fogli in diversi formati, uno stick e un gel. Questo tipo di trattamento non e' in realta' una terapia farmacologica, poiche' sulla pelle viene semplicemente applicato il prodotto, il quale basa la sua efficacia nella particolare barriera che forma. Il gel in silicone lascia traspirare la pelle, ma trattiene la percentuale ideale di umidita' e ossigeno tali per cui viene favorita la normalizzazione della cicatrice anche senza l’applicazione di farmaci (evitando quindi terapie corticosteroidee, le piu' utilizzate in caso di ipertrofie cicatriziali). Questa terapia e' il frutto di anni di ricerche e test clinici sull’efficacia e l’ottima tolleranza della pelle nei confronti del gel in silicone. ''L’applicazione del gel in silicone Biodermis – commenta il dottor Pallaoro – e' il trattamento ideale anche dopo la chirurgia estetica, in particolare dopo gli interventi che inevitabilmente lasciano segni visibili, come la mastopessi o l’addominoplastica, per i quali esistono cerotti preformati secondo gli schemi d’incisione''. Dopo soli due mesi di impiego costante del gel in silicone, la cicatrice viene ammorbidita, il tessuto risulta piu' chiaro e meno rilevato e si previene la formazione di complicanze. L’efficacia dei prodotti Biodermis e' testata anche su cicatrici di vecchia data.

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Mario Luigi Pallaoro

di Pallaoro Medical Laser snc

Vaginoplastica: chirurgia estetica della Vagina

Perche' una donna dovrebbe pensare ad un rimodellamento estetico di una zona cosi' intima e non esposta come l’area genitale? Negli ultimi tempi le richieste di questo tipo sono crescenti e a testimoniare la cosa e' il dottor Carlo Alberto Pallaoro, specialista in chirurgia plastica a Padova: “Le motivazioni che spingono una donna a chiedere il rimodellamento estetico della vagina sono soprattutto di tipo psicologico. Come si puo' intuire – riferisce il dott. Pallaoro - se una persona prova un grande imbarazzo nei confronti del proprio corpo o di una specifica parte di questo, tendera' a non esporla mai, a nasconderla e nascondersi, con conseguenza negative sulla psiche e relative inibizioni eccessive nel comportamento sociale.

Lo stesso vale per la zona vaginale: la donna puo' soffrire anche molto per alcune dismorfie che causano ripercussioni pesanti sul rapporto con se' e, ancor piu', con il partner, anche in ambito coniugale. Inoltre, molto difficilmente ci si rivolge al proprio medico di famiglia per discutere e per risolvere la cosa e in genere una donna ha difficolta' a trovare una soluzione, con il solo esito - negativo - di mantenere in silenzio il proprio imbarazzo”. Un rimedio puo' oggi verire dalla chirurgia estetica in maniera rapida e discreta, in giornata e senza ricovero ospedaliero. Queste le diverse possibilita'.La vaginoplastica e' l’intervento (o la combinazione di mini interventi) studiato per eliminare alcune dismorfie congenite, acquisite o che fanno seguito a interventi chirurgici alla zona (il piu' frequente e' l’episiotomia) o ad eventi come il parto naturale. A richiedere questa particolare tecnica sono donne, anche giovani, che desiderano recuperare fiducia nel proprio corpo sentendosi “normali” e a posto anche nella zona piu' intima. Il primo fattore che deteriora l’integrita' e l’aspetto originario dei tessuti resta comunque l’eta', che rilassa la cute e la parte mucosa che, di conseguenza, appare flaccida e in eccedenza. Altra causa che provoca il cambiamento dell’aspetto genitale e' senza dubbio il parto, che puo' lasciare asimmetrie nelle piccole labbra, irregolarita' nella loro forma e nell’orifizio vaginale. Molto spesso poi, per facilitare il parto, viene praticata l’episiotomia, un’incisione chirurgica nella zona che puo' residuare una cicatrice non lineare, ipertrofica o fastidiosa. La vaginoplastica comprende anche l’eventuale rimozione del tessuto cicatriziale.Anche leggere imperfezioni estetiche di altro genere possono minare la serenita' del rapporto con la propria genitalita'. “e' il caso di inestetismi come l’eccessiva prominenza della regione pubica data da un particolare accumulo adiposo nella zona, fatto rapidamente risolvibile con una micro liposuzione che modella ad hoc senza lasciare segni evidenti - aggiunge il dott. Pallaoro - ma puo' verificarsi anche il caso opposto: con l’eta' alcuni volumi si svuotano, compresi quelli esteticamente apprezzabili, come il monte di Venere, cioe' il pube. Un lipofilling studiato con attenzione rimodella e restituisce il turgore e la compattezza perduti”.

I rimodellamenti della zona genitale:

- Il ringiovanimento

Come tutti i tessuti del corpo, anche quelli vaginali - struttura muscolare, cutanea e mucosa - sono destinati a perdere tonicita' e compattezza con l’avanzare dell’eta'. La particolarita' della procedura laser per il ringiovanimento vaginale e' la percentuale di successo dell’intervento. Molte donne desiderano un intervento che risolva i piccoli problemi legati all’invecchiamento di questi tessuti: condizioni d’incontinenza in particolari situazioni (sotto sforzo, starnutendo, ridendo…), ma anche calo del piacere durante un rapporto sessuale. In capo a meno di un’ora l’intervento puo' tonificare la struttura vaginale interna ed esterna”.

- Pube “grassotello”

Per una questione fisiologica, il grasso puo' concentrarsi nella regione pubica creando un evidente dislivello. In questo caso si puo' provvedere ad una lipoaspirazione localizzata, realizzata in anestesia locale, attraverso un’incisione di un paio di millimetri. Rimosso il grasso in eccesso che sormonta il monte di Venere, il pube ritrovera' un profilo piu' armonioso e sensuale. Spesso tale accorgimento viene realizzato simultaneamente alla lipoaspirazione dell’addome

- .…o eccessivamente “ossuto”

Con l’avanzare dell’eta', molti depositi adiposi vengono riassorbiti e perdono rotondita'. e' anche il caso del pube, che senza l’adeguata percentuale di grasso sopra il monte di Venere, non ha piu' l’aspetto turgido di quello di una ragazza. “In questo caso - chiarisce il dottor Pallaoro - l’intervento consigliato e' il lipofilling della zona. In anestesia locale viene prelevata una certa quantita' di grasso dalla paziente stessa in un punto nascosto. Successivamente, lo stesso grasso prelevato e purificato, viene riposizionato sul pube, conferendo una nuova discreta rotondita'”. Trattandosi di materiale autologo, cioe' proveniente dal soggetto stesso, l’adipe iniettata non subira' rigetto. Anche questo intervento e' breve e avviene in regime di day surgery.

- Simmetria e giusta proporzione

Si sente parlare di “sex design”, quasi la chirurgia estetica dei genitali sia un intervento che riguarda esclusivamente la qualita' di una prestazione sessuale. Ma non e' sempre cosi'. Ci sono fattori che nel corpo umano sono canoni assodati e universali, come la simmetria. Il concetto vale anche per gli organi genitali: le donne sono molto sensibili in questo senso, avvertono che c’e' qualcosa di sbagliato se notano una asimmetria. In genere l’intervento richiesto riguarda le piccole labbra, che vengono rese simmetriche grazie a una precisa incisione laser. Il ritorno a casa avviene poco dopo l’intervento. L’unico accorgimento sara' quello di evitare movimenti delle gambe (ginnastica) e una particolare attenzione all’igiene per favorire la cicatrizzazione senza rischio di infezioni, considerando l’umidita' costante della zona. Anche la dimensione stessa delle piccole labbra puo' dare fastidio “e non solo esteticamente - conclude il chirurgo - se queste sono troppo lunghe e pendenti, infatti, oltre che imbarazzare in presenza di un partner, possono rendere doloroso o fastidioso il rapporto sessuale. Anche molte attivita' possono diventare scomode con questo piccolo grande difetto, come andare in bicicletta. L’intervento di riduzione e' semplice e molto rapido grazie all’impiego del laser. Si risolve in pochi minuti dopo un’anestesia locale e una piccola incisione che guarira' in breve senza lasciare tracce.Dopo il partoIn Italia, al momento del parto, la maggioranza delle donne vengono sottoposte a episiotomia, circa il 60-70%. L’episiotomia e' l’incisione chirurgica della pelle e dei muscoli del perineo nella parte posteriore della vagina e viene praticata quasi di routine durante il primo parto, per prevenire danni al neonato e lacerazioni maggiori che sarebbero difficili da suturare. La chirurgia estetica puo' intervenire anche in questo caso, correggendo sia la cicatrice (asportando il tessuto danneggiato) sia per riportare a condizioni normali l’apertura della vagina. Molto spesso, infatti, in seguito al parto e all’episiotomia (ma anche all’eta'), l’apertura puo' risultare ingrandita o asimmetrica.

pubblicato da:
Mario Luigi Pallaoro

di Pallaoro Medical Laser snc

Esercizi per il cuore: La respirazione "lobulare" toracica e il rilassamento

Il respiro, nella cultura indiana, viene associato al soffio vitale eterno e come tale assume una fondamentale importanza anche nei processi di evoluzione metafisica ma è, a mio parere, anche il mezzo più adatto per veicolare il "prana" (energia manifesta) nel corpo umano, la cui presenza promuove salute e guarigione.
Non dimentichiamo, tuttavia, che, grazie all'inspirazione, si introduce ossigeno nei polmoni e, per mezzo della circolazione sanguigna, viene distribuito in tutto il corpo, mentre l'esalazione è la funzione che la natura utilizza per espellere l'anidride carbonica pervenuta all'apparato respiratorio con il sangue.

Se prendiamo in considerazione sia il corpo, sia la circolazione sanguigna, sia l'apparato respiratorio, suddivisi in tre parti, avremo: la respirazione addominale in grado di influenzare la salute della parte più bassa del corpo (dal basso addome in giù) considerata "fisico-istintuale"; la respirazione toracica intercostale, cosiddetta media, che riguarda il sistema cardiovascolare e la costituzione "emotiva" ed infine la respirazione alta o clavicolare agente sulla salute degli organi in relazione con l'aspetto intellettivo.
Prendiamo in considerazione, dunque, la possibilità di favorire sia la prevenzione, sia la guarigione di malattie cardiovascolari instaurando una corretta e più efficiente respirazione toracica.

Ecco cosa potete fare:

sedetevi sul pavimento. La posizione da preferire è quella orientale sui talloni poiché, in questa posizione, la colonna vertebrale rimane spontaneamente eretta e, per conseguenza, il torace aperto e non contratto. Se tuttavia ci fossero impedimenti, potete sedervi a gambe incrociate o su una sedia purché la schiena sia staccata dallo schienale.

Date inizio alla respirazione "lobulare" appoggiando entrambe le mani sul torace, all'altezza dei pettorali, in modo che i medi si sfiorino. Il contatto delle mani favorisce la concentrazione nell'area interessata.
Inspirate profondamente cercando di convogliare l'aria verso l'area dell'apparato respiratorio che si trova sotto le vostre mani.
Se state agendo correttamente, il torace si espande provocando l'allontanamento dei medi e ciò vi consentirà, giorno dopo giorno, di verificare i vostri progressi.
Al contrario, quando espirate, la parte anteriore del torace si deve contrarre fino a portare le mani a sovrapporsi.

Ripetete questo esercizio, completo di inspirazione ed esalazione, più volte (da tre a nove volte) poi sistemate, rimanendo alla stessa altezza, le mani lateralmente sulle costole e sempre ponendo attenzione sul punto di contatto delle mani con il corpo, promuovete l'espansione e la contrazione dei muscoli intercostali per sviluppare una buona respirazione laterale. Anche questo, come l'esercizio che segue dovrà essere ripetuto più volte.
Portate infine il palmo delle mani a contatto con la zona posteriore, appena al di sotto delle scapole, e tentate di percepire il respiro anche in questa zona per condurla all'equilibrata espansione e contrazione.

Faccio notare che se vi fossero difficoltà nel praticare da seduti, questi esercizi, possono essere eseguiti anche da sdraiati sul pavimento o sul letto. Alcune varianti coinvolgono lo sviluppo della parte laterale che prevede una attuazione anziché bilaterale, girandosi sul fianco ora destro ora sinistro, lo sviluppo di ogni singola area. Si deve prestare attenzione alla posizione del braccio affinché resti il più possibile perpendicolare al pavimento. La sua caduta all'indietro provocherebbe una più esigua introduzione di aria. Se inoltre sussistono difficoltà nella posizione delle mani, una volta girati a pancia in giù, per dar luogo allo sviluppo posteriore, è ammesso appoggiare anziché il palmo il dorso.

Come conclusione è sempre consigliabile attuare un momento di rilassamento. Tale pratica, secondo la tradizione indiana, prevede innanzitutto la realizzazione di una corretta posizione con la testa a nord ed i piedi a sud per seguire la normale polarità dell'asse terrestre; poi bisogna tenere conto che quando il corpo si rilassa la sensazione di freddo aumenta quindi è bene coprirsi; gli occhi vanno mantenuti dolcemente chiusi, le braccia distese lungo il corpo né troppo vicine né troppo lontane ed il palmo delle mani rivolto verso l'alto; le gambe distese e rilassate con le punte dei piedi che cadono all'esterno.

Dopo che, attraverso la consapevolezza, il corpo è condotto ad abbandonarsi pienamente, si può procedere a prendere coscienza del respiro. Si parte dallo sviluppo di una osservazione passiva e, mentre la respirazione diviene più lenta e profonda, si inizia ad equilibrare il ritmo fino ad ottenere un perfetto bilanciamento su entrambe le funzioni: inspiro ed espiro. La pratica corretta del rilassamento favorisce un ridotto consumo di ossigeno e la diminuzione del battito cardiaco.

Se il rilassamento è condotto bene in genere non offre solo opportunità sul piano fisico, ma consente indagini sul piano psichico, aiutando spesso i praticanti ad individuare le cause dei disturbi che talvolta risiedono proprio qui.

di Amadio Bianchi

Colonna vertebrale: come sbloccarla e renderla elastica

Procedete nel seguente modo: sdraitevi sul pavimento in posizione di rilassamento e, per qualche istante, sviluppate ad occhi chiusi, dapprima la consapevolezza del corpo, poi quella del respiro. Quando sarete riusciti a trasferire completamente la vostra attenzione nel presente ed in ciò che state facendo, iniziate sviluppando un primo esercizio dinamico: piegate le gambe ed inspirando spingete il bacino verso l'alto. Portate le braccia sul pavimento oltre il capo, stimolando così la colonna vertebrale ad inarcarsi come nella fotografia.
Quando espirate portate le ginocchia verso il petto, abbracciatele per favorire sia l'emissione di aria sia la distensione della vertebre lombari.
Ripetete il movimento una decina di volte ed al termine riposatevi con le gambe distese, le braccia rilassate vicino al corpo, tendendo a mantenere il mento vicino allo sterno.

Ora sviluppate un secondo esercizio per favorire lo sblocco del bacino e della parte più bassa della colonna vertebrale: portate il piede destro sopra il sinistro in modo che il tallone si posizioni tra l'alluce ed il secondo dito del piede sinistro, come nella fotografia.
Inspirate ed espirando scendete con entrambi i piedi verso il lato destro, poi ritornate con i piedi al centro inspirando ed espirando fateli scendere dal lato opposto.
Ripetete questo esercizio dinamico per 10 volte sia con il piede destro sopra il sinistro, sia con il sinistro sopra il destro, poi sciogliete la posizione e di nuovo rilassatevi favorendo il ripristino della respirazione spontanea.

Passiamo al terzo movimento che, in maniera più ampia, favorirà lo sblocco del bacino e della sezione inferiore della colonna. Per prima cosa disponete le mani con le dita intrecciate sotto la nuca assumendo una posizione comoda, poi distanziate i piedi e le ginocchia divaricando il più possibile le gambe.
Anche in questo caso si deve accordare il movimento dinamico degli arti con il respiro nel modo seguente: mentre le gambe sono perpendicolari al pavimento inspirate, poi, con l'aiuto dell'espirazione fatele scendere entrambe sul lato destro.
Inspirate ancora mentre le riportate al centro ed espirando guidatele dal lato opposto.

Proseguite fino a quando non avvertite una sensazione di sblocco, fermate le gambe al centro, unitele e portate, accavallandola, la gamba destra sulla sinistra.
Inspirate e, con l'aiuto dell'espirazione fate scendere entrambe le gambe sul lato destro. Mantenete la posizione statica per 2 minuti. La gamba destra, grazie alla forza di gravità, gradualmente trascinerà la sinistra verso il pavimento, favorendone lo stiramento. Ritornate con le gambe al centro, invertite, accavallando la sinistra sulla destra e ripetete l'esercizio dall'altro lato.
Riportate nuovamente le gambe al centro, sciogliete la posizione, e lasciate scivolare i piedi fino a stendere le gambe completamente. Sciogliete anche la posizione delle braccia e distendetele lungo il corpo.

Riposatevi qualche istante permettendo al sangue e all'energia di circolare liberamente e di portare sollievo soprattutto alla parte bassa del corpo. Per non distrarvi, restate attenti alle sensazioni che vi giungono dal piano fisico, e al ritmo della respirazione. Tre, quattro minuti di pausa potranno bastare.

Con l'esercizio seguente, interesserete una porzione di colonna vertebrele leggermente più alta e precisamente l'area lombare. Unite le gambe e piegatele avvicinando le ginocchia al petto.
Abbracciatele e mantenetele in questa posizione abbastanza a lungo. Sentirete un gran sollievo ai reni. Prima di proseguire, inspirate profondamente, poi espirando, lasciate scendere entrambe le gambe sul lato destro e contemporaneamente ruotate la testa dal lato opposto.
Mantenete la posizione statica, sviluppando una respirazione calma e profonda, per non meno di due, tre minuti. Potete mentalmente contare i secondi per avere la certezza, quando sviluppate la posizione dal lato opposto, di mantenere la stessa durata. Ciò va a beneficio dell'incremento simmetrico del corpo. Per impostare la posizione dall'altro lato, inspirando riportate le gambe al centro ed espirando disponetele dall'altro lato, ricordandovi di ruotare la testa in senso contrario rispetto alle gambe.
Anche in questo caso il ritmo della respirazione, durante la fase statica, verrà ottimizzato su un ritmo calmo. Può essere interessante osservare come, durante le torsioni, la respirazione tenda a sviluppare l'elasticità laterale della gabbia toracica. Prima di proseguire potete beneficiare di un'altra pausa disponendo come al solito il corpo nella posizione di rilassamento.

L'ultima torsione, quella che maggiormente interessa la parte più alta della colonna vertebrale, viene impostata disponendo il corpo, ben allineato, sul fianco destro. Piegate, quindi, la gamba sinistra e posizionatela con il piede aderente al ginocchio destro, mentre appoggiate il ginocchio sinistro al pavimento. La mano destra, portata sul ginicchio sinistro lo trattiene, aderente al pavimento, durante la torsione. Il braccio sinistro viene inizialmente mantenuto disteso davanti al viso con il palmo della mano sul pavimento. Inspirando, sollevate il braccio perpendicolare al pavimento e espirando proseguite nella rotazione fino a portarlo dall'altro lato, sospeso a pochi centimetri da terra.
Seguite con la testa il movimento del braccio ruotandola verso lo stesso lato. Abbiate l'accortezza di mantenere la mano sospesa di qualche centimetro dal pavimento per dar vita ad una posizione attiva per circa tre minuti. Sempre per motivi di sviluppo simmetrico del corpo, dopo aver mantenuto la posizione da un lato la svilupperete anche dal lato opposto.

Non è conveniente terminare la pratica subito dopo le torsioni. È bene preoccuparsi di riallineare i dischi vertebrali e promuovere l'allungamento della spina dorsale.
Diviene importante, dunque, prima di terminare eseguire un ultimo esercizio che avrà il compito di riallineare bene la colonna.
Sedetevi e cercate di mantenere la schiena ben eretta. Inspirando portate prima le braccia verso l'alto, poi espirando lentamente spingetele in avanti come se voleste afferrare un oggetto posto oltre i vostri piedi. Abbiate l'accortezza di mantenere le gambe distese. Appoggiate le mani nel punto che riuscite a raggiungere senza eccessivo sforzo e immobili proseguite mantenendo la posizione per almeno quattro, cinque minuti.

Terminate la pratica disponendo infine il corpo nella posizione supina. Quando vi rialzerete fatelo in modo graduale evitando, così, gli effetti dell'abbassamento della pressione sanguigna.


Nel 2010 per l'Alzheimer verranno spesi 604 Mld $ nel Mondo

I costi globali per la demenza raggiungeranno i 604 miliardi di dollari nel 2010, oltre l'1% del Pil prodotto nel mondo, e sono destinati a salire ancora con il numero delle persone malate che secondo le stime triplicherà entro il 2050. Lo rivela uno studio presentato oggi.
Per esemplificare la portata del problema, un rapporto di Alzheimer's Disease International (Adi) dice che se i costi per curare circa 35,6 milioni di persone affette da Alzheimer e patologie analoghe fossero rappresentati come un Paese, questo sarebbe la 18esima economia del mondo e si collocherebbe tra Turchia e Indonesia.
Il rapporto, di cui sono autori Martin Prince del King's College London Institute of Psychiatry britannico e Anders Wimo del Karolinska Institute di Stoccolma, combina i più aggiornati dati sulla demenza con ricerche di settore in America Latina, India e Cina.
L'Adi prevede che con l'invecchiamento della popolazione i casi di demenza - la cui forma più diffusa è l'Alzheimer - quasi raddoppieranno ogni 20 anni per raggiungere i 66 milioni nel 2030 e i 115 milioni nel 2050, con una particolare concentrazione nei Paesi poveri.

fonte: Reuters

Le tecniche dolci di rilassamento indiane per estirpare i vizi comportamentali.

Capire che la mente umana si organizza per schemi è stata una inportante intuizione. Lo è stata per coloro che attraverso una semplice tecnica di rilassamento hanno potuto offrire all'uomo la possibilità di estirpare i sui vizi comportamentali. La scoperta, ha fornito ai maestri indiani, la possibilità di costruire ordinate tecniche attraverso le quali, i loro fruitori, potevano e possono mettere in atto cambiamenti anche quando l'insuccesso sembra scontato. Vi stò parlando delle antiche tecniche di rilassamento indiane, ribattezzate da un conosciuto maestro con il nome di Yoga Nidra. A tali tecniche si ispira anche il Training Autogeno, ma oserei dire, che le tecniche orientali, si presentano più capaci ed affrontano anche altri aspetti che non riguardano solo il rilassamento fine a se stesso. Esse mettono in atto esperienze di risveglio dello stato dell'attenzione, poi della consapevolezza e infine una indagine conoscitiva profonda, paragonabile a quella della meditazione, nella quale il soggetto arriva a conoscere stati di coscienza inusuali, ritrovandosi a stretto contatto con la sua essenziale natura.

Uno di questi importanti aspetti è rappresentato dal Sankalpa (proposito), da esprimere al momento giusto, in relazione ad un cambiamento che si desidera mettere in atto. La nostra vita è disseminata di tentativi di cambiamento il più delle volte umiliati dall'insuccesso. Bisogna innanzitutto comprendere cosa succede e, in particolare, come funziona la nostra mente. Affrontare nemici forti come le cattive abitudini con ignoranza, porta sicuramente al disastro e un disastro psicologico, rischia di indebolire la personalità, rendendola sempre più vulnerabile.
Ogni tentativo, ad esempio, "andato in fumo" per smettere di fumare, fa di noi esseri caratterialmente deboli e fragili, e, tale debolezza, trova sicuramente ripercussione anche in altri aspetti della nostra esistenza. Attenzione dunque a mettere in atto tentativi solo quando si è abbastanza determinati e sicuri di poter uscire vittoriosi. Diversamente si pagherà un caro prezzo.
Sforziamoci allora di comprendere alcune cose: come ho detto all'inizio, la mente umana si organizza per schemi. Cosa significa: che la mente legge per buone tutte le abitudini acquisite e tende a difenderle. Anzi considera le "abitudini diverse" come nemiche. È per questa ragione che talvolta tendiamo a disprezzare chi fa le cose diverse da noi. In altri termini intendo chiaramente dire che, dello schema, fanno parte anche le sue difese. Per questa ragione, quando vogliamo cambiare, diventa difficile. Pensate ai bambini e, ad esempio, alle loro abitudini alimentari. Vogliono mangiare sempre le stesse cose: la pastasciutta col pomodoro, le patate fritte... nonostante proponiate loro le pietanze più appetitose. Sì, perchè la mente del bambino ha acquisito quei pochi cibi come "buoni" e li difende. E pensate anche ad un'altra fatto ancora più evidente: se vi ricordate, quando avete voluto iniziare a fumare, avete avuto grosse difficoltà. Forse anche voi avete voluto imparare a fumare per essere "grandi". Lo schema mentale di quel momento, tuttavia, vi ha avvertito che stavate facendo qualcosa di non corretto. Avete impiegato la volontà necessaria andando addirittura contro natura per modificare quello schema. È stata dura... avete pagato con disturbi fisici, vomito, mal di testa, ma alla fine ce l'avete fatta... Oggi pretendereste di smettere di fumare senza l'impiego di altrettanta energia.

Ma, a parte il fumo, ciò vale anche per gli altri aspetti del problema denominato "cambiamento".
Il mercato offre tanti metodi per affrontarlo... dalla psicanalisi allo yoga, dalle terapie americane a quelle cinesi... dal risveglio del senso di colpa a chi più ne ha più ne metta...

Personalmente consiglio metodi naturali e dolci. Ecco perché in questo articolo vi propongo le tecniche indiane. Esse partono da una scoperta: la mente quando è rilassata è meno reattiva e facilmente si lascia sorprendere da un proposito che può passare le sue linee di difesa e insinuarsi oltre le stesse. Ciò significa che se un soggetto è messo in condizione di operare una decisa scelta (proposito), in profondo stato di rilassamento esprimendola con forza interiore, essa può divenire "passante" come una freccia scagliata oltre le mura del castello mentale. Questo pensiero "intruso" una volta che si trova al di là delle "difese" non può che essere preso in considerazione dalla mente e "lavorato". Ne consegue un aggiustamento, qualche volta, almeno all'inizio, disorientante per la mente stessa. Essa è obbligata a produrre un nuovo schema del quale va a far parte il proposito di cambiamento che, se continuamente rinforzato, porta a sicura realizzazione.

La situazione, tuttavia, non deve essere presa con leggerezza. Bisogna tenere conto che, durante il periodo di assestamento, il soggetto trattato o che si autotratta, può stare un po' male, o per lo meno non essere in perfetta forma. Non è difficile capire il perché. Mi sento tuttavia di sostenere che, se una persona è fortemente turbata da quelle che potremmo definire "cattive abitudini", senza aver trovato altre risorse per combatterle, può sicuramente ricorrere alle tecniche di Yoga Nidra. Esse consistono in pratiche che si possono trovare anche incise su audiocassetta: sdraiati sul pavimento, in posizione comoda, ci si lascia guidare dalla voce di un esperto, prima nella presa di coscienza del piano fisico, poi l'emozionale ed infine il mentale.
Le pratiche procurano certamente più benefici se eseguite in ambiente idoneo come una scuola di Yoga, sotto gli occhi di un buon maestro.

Amadio Bianchi

di C.Y.Surya

Come difendersi dalla negatività degli “altri”

E’ anche troppo palese che, senza aver prima realizzato una salda capacità di “distacco”, ovvero di non coinvolgimento, si è vincolati a suggestioni provenienti dall’esterno.
Credo sia capitato a tutti, di fare i conti con la contaminazione negativa che noi stessi, o altri, in taluni momenti portiamo nel circolo di esistenze che stanno intorno a noi.
Un caso tipico viene spesso vissuto sul posto di lavoro quando, ad esempio, e capita più facilmente di lunedì, un collega dopo aver passato un brutto fine settimana, magari a bisticciare con la moglie, con i figli o con la suocera, si presenta di cattivo umore. Anche se rimane silenzioso e in disparte, finisce con coinvolgere chi gli sta intorno, trasmettendo la propria negatività, e dalla quale, senza esperienza, agli altri, diverrà difficile potersi salvaguardare.
Eccovi allora un esercizio che può aiutare a rinforzare le proprie difese attivando uno schermo psicosomatico:

- Sdraiatevi sul pavimento (se non vi è possibile lo potete fare anche su un letto) e, prima di tutto, sistemate con cura il corpo, nella posizione ideale di rilassamento : le gambe leggermente aperte con le punte dei piedi che cadono verso l’esterno, le braccia non troppo vicine né troppo lontane, con il palmo delle mani rivolto verso l’alto. Il mento leggermente più vicino allo sterno.

- Concentratevi sul piano fisico e gradatamente, realizzate uno stato di totale abbandono. Poi divenite consapevoli del respiro impegnandovi a risvegliare la respirazione naturale e spontanea e, quando l’avrete ottenuta, assumetene il controllo sviluppando respirazioni più lente e profonde.

- Concentratevi in seguito su un punto sotto i piedi distante circa 10 centimetri. Intensificate la vostra consapevolezza e sentite questo punto chiaramente. Poi fate la stessa cosa sopra la testa cercando di percepire nitidamente un punto 10 centimetri oltre il capo.

- Visualizzate ora l’inspirazione che partendo dal punto oltre i piedi risale sul lato destro fino al punto sopra la testa formando un semicerchio luminoso. Con l’espirazione, al contrario, completate il cerchio luminoso scendendo da sopra il capo a sotto i piedi sul lato sinistro. Continuate a lungo per rinforzare sempre più tale immagine fino a sentir divenire concreto e reale quello scudo energetico a forma luminosa di cerchio che vi state costruendo con la forza della vostra mente e del respiro. Quando avrete resa tangibile, quasi reale, la visualizzazione del cerchio, allora immaginate voi stessi sicuri, rilassati e protetti all’interno di quel cerchio e continuate fino a quando il tempo ve lo permetterà.
Senza dubbio, tale esercizio, in relazione con il piano energetico, vi rinforzerà, anche da un punto di vista psicologico.

Amadio Bianchi

di C.Y.Surya