Pompa Diamagnetica - CTU MEGA 18- video Uno Mattina
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Chirurgia robotica per il Carcinoma alla Prostata
Il Dr. D'Elia, primario urologo dell'ospedale San Giovanni di Roma, parla della chirurgia robotica per il cancro della prostata al Tg2 programma di Luciano Onder Medicina 33
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Equilibrio Psico - Fisico: 9 italiani su 10 sentono di averlo trovato
Negli ultimi anni abbiamo assistito a importanti accadimenti, passi avanti nel campo della tecnologia e dell’informatica, scoperte della scienza, eventi destinati a cambiare la storia. Con più comodità, più aiuti, più sostegni esterni, la vita dell’uomo del terzo millennio è davvero più semplice e confortevole? È più felice? Sereno? In “equilibrio”?
Una ricerca effettuata dalla Doxa e commissionata da Aequilibrium, la nota linea wellness di Aia, ha cercato di capire quanto gli italiani si sentano equilibrati e quale sia la formula per il loro benessere personale, intervistando un campione composto da 1.000 Italiani, donne e uomini dai 15 anni in su, rappresentativi della popolazione adulta.
L’EQUILIBRIO E’ UOMO: IL 90,3% DEGLI UOMINI ITALIANI RITIENE DI AVERE UN BUON EQUILIBRIO PSICO-FISICO.
Nonostante i tanti problemi quotidiani e le vicissitudini che negli ultimi anni hanno caratterizzato la storia del Belpaese, secondo l’indagine Doxa-Aequilibrium risulta che 9 italiani su 10 si ritengono equilibrati. Quasi la totalità dei nostri connazionali ha, quindi, trovato la formula magica per star bene…e in particolare sono i rappresentanti del sesso forte a sentirsi bene oggi!
Ben il 90,3% degli uomini, infatti, giudica di avere oggi un buon equilibrio psico-fisico. Analizzando i dati, però, emerge anche un segnale di crisi da parte degli adulti tra i 25 e 34 anni, età da sempre particolarmente difficile e controversa. A sentirsi maggiormente in “equilibrio” appaiono invece proprio i due estremi del nostro universo di riferimento, ovvero i giovani tra i 15 e i 24 anni e gli over 55. La spensieratezza dei giovani contro la saggezza degli adulti!
Quali sono i fattori che influenzano di più il benessere dei nostri connazionali? Secondo la speciale classifica stilata direttamente dagli intervistati, al primo posto troviamo gli affetti, come nella migliore tradizione che vuole l’italiano passionale, romantico e attaccato alla famiglia. Ma ciò che sorprende maggiormente è che al secondo posto, quasi a pari merito con gli affetti, troviamo l’alimentazione, la cui influenza nella determinazione dell’equilibrio è giudicata più importante di fattori come il lavoro e l’attività fisica.
Pochi dubbi invece sulla definizione di equilibrio personale: per l’80% rappresenta il giusto rapporto tra il benessere fisico e quello mentale. E difatti si sa…l’amore e il buon cibo fanno bene sia al corpo che alla mente! I due equilibri quindi si influenzano a vicenda: a quello mentale segue la scoperta di quello fisico, perché avere “mens sana in corpore sano” sembra essere ancora estremamente attuale!
Ma perché è tanto importante raggiungere un buon equilibrio psico-fisico? Secondo l’indagine Doxa-Aequilibrium, il 42,1% lo cerca perché aiuta ad affrontare con più forza e serenità le difficoltà della vita, il 37,4% per sentirsi meglio con se stesso, mentre il restante 20,5% del campione si divide fra coloro che pensano che sia la chiave per star meglio con gli altri (16,9%) e coloro che lo ritengono un aiuto per rendere di più sul lavoro o nello studio (3,6%).
MENTRE LE DONNE CHIACCHIERANO, GLI UOMINI FANNO SPORT.
Anche gli psicologi sono concordi nel dire che l’equilibrio fisico e mentale, va ricercato partendo dalle piccole cose di ogni giorno. E allora quali sono le cose che gli Italiani fanno abitualmente per trovare l’equilibrio nella vita di tutti i giorni? Quali sono i “magnifici 4” dell’equilibrio?
Ogni giorno è importante ritagliarsi del tempo per curare le relazioni con gli altri, per stare vicini ad amici e parenti chiacchierando con loro, anche solo tramite una telefonata a fine giornata. Infatti al primo posto della classifica degli “antistress quotidiani” troviamo proprio le chiacchiere con il 60,4% delle risposte, in particolare - non era difficile immaginarlo – questa è una soluzione che adottano soprattutto le donne, con una punta fra le under 40.
Al secondo posto, con il 39,6% delle preferenze, troviamo il lusso di potersi ritagliare del tempo per se stessi, magari isolandosi da tutti i problemi semplicemente per mezz’ora.
Al terzo posto, segue la pratica di un’attività fisica, con il 35,4% delle citazioni. Mentre, quindi, le donne chiacchierano di più, chi è questo 35,4% degli Italiani che va a sfogarsi in palestra? Sono soprattutto gli uomini ed i giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, ad aver individuato nell’attività fisica l’alleato giusto per star bene ogni giorno.
Infine all’ultimo posto, con il 34% delle risposte, troviamo il “coccolarsi” con un piccolo lusso/piacere alimentare, e questa citazione sale tra le donne.
Non dimentichiamo, infatti, che gli Italiani sono un popolo di amanti della buona tavola, invidiati in tutto il mondo per la loro tradizione gastronomica. Ma quanti di loro hanno un’alimentazione realmente corretta? E se il 56% del campione ritiene senza alcun dubbio che un’alimentazione sana abbia un’importanza fondamentale nel raggiungimento del proprio benessere personale, andando più a fondo si scopre che solo 2 Italiani su 10 giudicano davvero corretta e bilanciata la propria alimentazione: ovvero sono solo 12 milioni i nostri connazionali che sanno mangiare.
“Nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi anni da organizzazioni internazionali e nazionali che si occupano di salute pubblica, cresce sempre di più nei Paesi ad alto livello di sviluppo socioeconomico il numero di persone non fisicamente attive e che si alimentano in maniera scorretta – commenta Michelangelo Giampietro, Specialista in Medicina dello Sport e in Scienze dell’Alimentazione – l’Italia non fa eccezione, anzi recenti indagini epidemiologiche hanno dimostrato che gli italiani si muovono meno e, spesso, sono meno attenti nell’alimentarsi rispetto a cittadini di altre nazioni. Per contrastare e correggere questa situazione è importante che anche l’industria alimentare dia il proprio contributo promuovendo corretti stili di vita nella popolazione, attraverso tutti i canali possibili, dalla scuola allo sport, dai media alla distribuzione, tenendo sempre in considerazione le conseguenza delle mutate abitudini di vita e le diverse esigenze fisiche, lavorative e sociali”
PER AUMENTARE IL BENESSERE PSICO-FISICO, SI CERCA IL TEMPO PERDUTO, PIUTTOSTO CHE UN LAVORO MIGLIORE
In un contesto così equilibrato, di cosa avrebbe bisogno ancora l’italiano medio per migliorarsi? Di più affetto? Di un lavoro migliore?
Qual è la vera “piaga della società” di oggi? Il tempo, anzi la mancanza del tempo.
Secondo il 31,2% degli intervistati per migliorare il proprio equilibrio psico-fisico occorrerebbe avere più tempo per sé e meno ritmi serrati a scandire la quotidianità di tutti noi. Strettamente connesso a questo problema appare la risposta del 28,1% che ritiene un ostacolo al raggiungimento del proprio benessere la difficoltà di condurre una vita sana, resa quasi impossibile proprio dalla frenesia di tutti i giorni.
A sorpresa, la ricerca Doxa-Aequilibrium svela che solo il 18,7% del campione crede nell’equazione “lavoro migliore uguale benessere maggiore”. L’analisi mostra che la ricerca di un lavoro migliore è un’esigenza avvertita maggiormente dagli uomini, nel Sud e tra i 25 e i 40 anni.
A quanto pare, quindi, nonostante il precariato, l’insoddisfazione generale, i problemi legati alla finanziaria e ai pensionamenti, solo 2 italiani su 10 pensano che un lavoro migliore sia il segreto per aumentare il proprio benessere psico-fisico.
L’EQUILIBRIO PASSA PER IL WEB
Proprio per andare in aiuto a tutti gli italiani alla ricerca del loro equilibrio personale, Aequilibrium ha rinnovato il proprio sito internet, trasformandolo in un vero e proprio Magazine, in cui poter trovare consigli, spunti, idee, approfondimenti utili, ricette originali e articoli che spaziano dall’alimentazione alla psicologia. www.aequilinrium.info mira a diventare il luogo del benessere per eccellenza, grazie ai contributi autorevoli di un nutrizionista, una psicologa, uno chef e un personal trainer.
Inoltre, intorno a questi temi Aequilibrium ha creato anche un concorso, che intende coinvolgere in prima persona l’utente: “Racconta il tuo equilibrio”, per descrivere con foto e testi momenti di equilibrio tra gusto e salute, relax e movimento, lavoro e tempo libero, essere e apparire. Partecipare al concorso è semplicissimo: basterà iscriversi gratuitamente sul sito www.aequilibrium.info e inviare il proprio contributo, entro il 30 settembre 2008, tramite una foto o un testo originale rappresentativi del proprio concetto di equilibrio.
I vincitori, scelti dagli utenti stessi che potranno votare sul sito l’immagine o il testo che ritengono più originale, creativo, divertente, avranno la possibilità di aggiudicarsi una serie di premi di stampo tecnologico e abbonamenti semestrali per le palestre e i centri aderenti al circuito di American Contourella, punto di riferimento nel settore del benessere e del fitness.
La posizione della FIAMO sulla figura del Medico Omeopata
I recenti fatti di cronaca che riguardano l'abuso della professione medica ancora prima del cattivo o improprio uitilizzo della medicina omeopatica ci impongono delle attente e serie riflessioni.
Che cosa dobbiamo fare prima di affidarci ad un omeopata ? Quali strumenti abbiamo a disposizione per valutare la professionalità del ns. terapeuta e soprattutto l'efficacia della terapia da lui prescritta?
Dobbiamo prima di tutto usare il buon senso e non considerare l'omeopatia, cosi' come tutte le altre medicine (compresa quella allopatica o ufficiale) come una sorta di religione al di sopra di ogni ragionevole dubbio.
Ma soprattutto dobbiamo certificare che l'omeopata che ci sta visitando sia un MEDICO e cioè un professionista della salute laureato in medicina e chirurgia, regolarmente iscritto all'Albo dei Medici e specializzato in Medicina Omeopatica.
LA SITUAZIONE
L'omeopatia è un metodo clinico e terapeutico basato sulla "Legge dei Simili" formulato da Samuel Hahnemann , fondatore della Medicina Omeopatica.
La legge dei simili afferma che è possibile curare un malato somministrandoli una sostanza che, in un uomo sano, riproduce tutti i sintomi della sua malattia. La Farmacologia Omeopatica classica (materia medica) è costituita da una serie di "rimedi" tratti dal mondo vegetale, animale e minerale. Ogni rimedio è stato singolarmente testato a dosi subtossiche sull'uomo sano (Sperimentazione Patogenica Pura) per evidenziarne i sintomi provocati. Il rimedio viene poi somministrato al malato in dosi più o meno attenuate, preparato attraverso un ben codificato procedimento di fabbricazione (rogressive diluizioni e succussioni). Nella pratica clinica omeopatica classica il medico, dopo aver formulato una diagnosi, somministra il rimedio più simile ai modi peculiari con i quali il malato esprime la sua malattia: la terapia è pertanto personalizzata.
1."L'Omeopatia è una metodologia clinica diagnostica e terapeutica olistica che utilizza come medicinali sostanze diluite e dinamizzate somministrate secondo la Legge di Similitudine ed individualizzate mediante la Patogenesi (effetto della sostanza sull'uomo sano)"
2.L'esercizio dell'Omeopatia costituisce un ATTO MEDICO in quanto è compito del medico individuare la malattia tramite la diagnosi (FNOMCeO 2002). Definita la diagnosi il medico sceglierà la terapia e porrà la prognosi. L'Omeopatia potrà essere esercitata da un medico "esperto" iscritto in un apposito "Registro". Viene ritenuto esperto in omeopatia un medico che ha frequentato una scuola di Formazione dalle caratteristiche che verranno ora definite e ne ha conseguito il relativo diploma. Vi è la possibilità di utilizzare professionalmente la direzione. "Iscritto nel Registro della Medicina Omeopatica" istituito presso l'Ordine. all'inizio del secolo 19.
Oggi, in Italia oltre 9 milioni di pazienti ricorrono all'omeopatia e circa 3.000 sono i medici che la praticano.
I rimedi omeopatici sono reperibili in molte farmacie specializzate. Vengono preparati in diverse forme farmaceutiche, liquide o solide: si tratta soprattutto di granuli o globuli, che vanno sciolti direttamente sotto la lingua (la via sub-linguale assicura infatti un buon assorbimento), oppure di gocce.
IL PROFILO DEL MEDICO OMEOPATA
L'omeopata è un medico che utilizza la medicina omeopatica per la cura di una serie di patologie e di malesseri attraverso la cura dell'individuo. Il medico omeopata, dopo aver formulato una diagnosi, prescrive il rimedio più simile (e quindi più efficace) ai modi con i quali il malato esprime la sua malattia.
La farmacologia omeopatica è costituita da una serie di rimedi minerali, vegetali e animali che vengono somministrati ai pazienti in modo più o meno diluito. La scelta dei rimedi che più si avvicinano ai sintomi del paziente è essenziale nell'approccio omeopatico, per questo è importante poter disporre di sperimentazioni su un gran numero di sostanze per poter suggerire di volta in volta il rimedio più adatto.
L'omeopatia si è rivelata particolarmente efficace per le malattie in età pediatrica, nei disturbi tipici della gravidanza e della menopausa, per asma, allergie, emicranie e cefalee.
I REQUISITI DEL MEDICO OMEOPATA
L'omeopata possiede innanzitutto le ampie e specialistiche conoscenze mediche che derivano dal possesso della laurea in Medicina e chirurgia.
Tali conoscenze devono essere integrate da strumenti teorici e pratici che consentono l'applicazione delle metodiche omeopatiche:
- la legge dei simili, che permette la visita e diagnosi omeopatica analizzando le caratteristiche e il comportamento dell'organismo secondo la medicina omeopatica.
- un'ottima padronanza delle tecniche di individuazione dei medicinali omeopatici e delle tecniche farmaceutiche che consentono di determinare i vari tipi di diluizione per ogni rimedio.
- una conoscenza della storia dell'omeopatia e un suo inquadramento anche legale rispetto alla medicina convenzionale.
L'omeopata deve avere nei confronti del paziente un approccio personalizzato e olistico, ossia che considera un fenomeno nella sua complessità vedendolo nell'insieme e non nelle singole parti.
Nella determinazione della diagnosi è richiesta molta attenzione ai sintomi del paziente, per questo l'omeopata ha bisogno di molti elementi per individuare la tipologia del malato e per rilevare quegli aspetti che possono influenzare la predisposizione ad ammalarsi o a guarire. Per far ciò diventa indispensabile sviluppare delle ottime capacità di osservazione, comunicazione e comprensione.
Come per l'agopuntura o altre discipline appartenenti alle medicine "non convenzionali", la capacità di dimostrare competenza e serietà diventa una prerogativa determinante per ottenere la fiducia del paziente.
LA FORMAZIONE DEL MEDICO OMEOPATA
In Italia non esistono corsi universitari che preparino alla professione di omeopata; esistono invece corsi organizzati da scuole private, che variano molto nella durata e nell'efficacia formativa. Tuttavia l'omeopatia è un "atto medico" e come tale deve essere praticata solo da chi ha conseguito una laurea in Medicina e chirurgia.
L'omeopata per esercitare la professione deve quindi possedere il necessario titolo di studio universitario (laurea in Medicina e chirurgia), l'iscrizione all'Ordine dei medici e deve aver seguito corsi di formazione specifica in Medicina Omeopatica della durata di almeno tre anni, sotto la guida e la supervisione di docenti di comprovata esperienza clinica.
Attualmente l'attività di omeopata, vista la scarsa diffusione nelle strutture sanitarie pubbliche (fatta eccezione per alcune regioni all'avanguardia come la Toscana), viene normalmente esercitata in forma libero professionale. Lo specialista può lavorare in uno studio proprio oppure all'interno di strutture sanitarie private o centri per il benessere e la medicina alternativa.
PER SAPERNE DI PIÙ
Per avere maggiori informazioni sulla figura dell'omeopata è possibile rivolgersi alla FIAMO (federazione italiana delle associazioni e dei medici omeopati) al seguente sito: http://www.fiamo.it/
La Chirurgia Estetica in Italia è poco influenzata dalle celebrità
Cosa chiedono gli italiani alla chirurgia estetica
Per le connazionali del Bel Paese, niente richieste del tipo “voglio il seno di Sara Tommasi”, pare. Ma allora, come vorrebbero diventare le donne italiane, che cosa si aspettano dalla chirurgia estetica? “Lo studio Usa ricalca una tendenza tipica dei Paesi americani di emulazione di un modello vincente – analizza il dottor Carlo Alberto Pallaoro, specialista in chirurgia plastica a Padova – fatto che in parte si avverte anche in Italia, ma decisamente attutito. Inoltre, è difficile parlare di ciò che desiderano gli utenti dalla chirurgia estetica generalizzando troppo. È invece necessario un distinguo, essenzialmente sulla base delle problematiche dei pazienti, che variano soprattutto secondo tre macro aree d’età, dai giovani fino ai 35 anni, poi dai 35 ai 50 anni e gli ultra cinquantenni”.
La chirurgia estetica femminile
Gli interventi che vanno per la maggiore tra le pazienti più giovani, fino ai 35 anni, si confermano la mastoplastica additiva, per conquistare qualche taglia in più di reggiseno, la liposuzione per scolpire il corpo eliminando gli eccessi adiposi e la rinoplastica, l’intervento che rimodella il naso. E i modelli portati dalle ragazze chi sono? “C’è sempre chi chiede un naso alla Nicole Kidman o il tipo di chirurgia fatta da Simona Ventura, ma sono comunque casi piuttosto rari. Oggi le ragazze sono informate e sanno che esistono procedure meno invasive di un tempo, quindi chiedono questo: un rimodellamento efficace con il minimo impegno”, sottolinea il dottor Pallaoro.
Diversa è la fascia delle 35-50enni. “In questo periodo cominciano i ritocchi al viso, come la blefaroplastica, e i mini lifting che definiscono l’ovale e tolgono le prime rughe in modo mirato”, continua lo specialista. “Per il corpo, oltre la liposuzione, viene consigliata l’addominoplastica, l’intervento che rassoda l’addome e scolpisce il punto vita”. Quindi il modello di riferimento, più che le evergreen Demi Moore e Kim Basinger, sono forse i ricordi dell’immagine che rifletteva loro lo specchio appena dieci anni prima…
Over 50…
Un discorso a sé merita la chirurgia estetica per le donne che hanno superato la cinquantina. “Una cinquantenne di oggi non è la cinquantenne di vent’anni fa” , riprende il dottor Pallaoro “il modello cui aspira è quello di una donna piacente e sensuale, impermeabile ad uno stereotipo di vecchiaia che la costringerebbe ad un’immagine dimessa”. Spesso le donne che si affidano alla chirurgia estetica a questa età non sono nuove al bisturi, “infatti molte sono pazienti che chiedono un lifting secondario, cioè un intervento più esteso che ripristina i benefici di un lifting precedente”.
E gli uomini? Il modello Berlusconi
Altro capitolo è quello della chirurgia estetica per gli uomini, che hanno raggiunto ormai il terzo abbondante della totalità dei pazienti all’anno. “Il desiderio maschile è quello di incarnare l’icona di giovane dinamico, sano e attraente”. Quindi le proposte per lui sono la liposuzione di addome e fianchi, rinoplastica, blefaroplastica e trapianto di capelli. Quest’ultimo intervento fa pensare immediatamente ad un autotrapianto molto “famoso”, quello di Silvio Berlusconi. Il fatto che un personaggio pubblico abbia ammesso senza difficoltà di essere ricorso a questo mezzo ha influito molto per il mercato chirurgico? “Da un lato la chirurgia tricologica ha goduto di uno sdoganamento senza precedenti, quindi gli uomini si sono mostrati meno restii a parlarne e a considerare un trapianto di capelli come opzione plausibile per porre fine alla calvizie. Dall’altro – continua il dottor Pallaoro – sono stati affascinati dall’esito stesso dell’intervento. Sono stati colpiti dall’impatto estetico e dalla qualità dei risultati. Del resto, la chirurgia estetica non è che un mezzo plausibile per mostrarsi al meglio, sia per un uomo, che per una donna”.
Fonte: Chirurgia estetica
Endolipolisi, la risposta italiana al Lipodissolve per gli accumuli adiposi
La procedura sembra quasi un desiderio divenuto realtà: eliminare i fastidiosi accumuli adiposi senza particolari fatiche e soprattutto senza chirurgia.
La terapia clinica di endolipolisi è la risposta tutta italiana al trattamento noto come Lipodissolve. In sostanza si tratta di una procedura non chirurgica per il rimodellamento del corpo, attraverso l’eliminazione dei depositi adiposi in eccesso.
“Questo trattamento è sicuro e i risultati si apprezzano dopo poche sedute infiltrative, in genere quattro, a seconda della zona”, specificano gli specialisti del Medical Laser, centro padovano di chirurgia e medicina estetica d’avanguardia.Ma come agiscono le sostanze terapiche? “L’azione dei farmaci dell’endolipolisi è indirizzata verso gli adipociti, che sono le cellule del corpo che accumulano i grassi – continuano gli specialisti – per ottenere un’efficacia diretta, mirata e localizzata, il metodo di applicazione è costituito da iniezioni praticate con aghi molto sottili direttamente nel pannicolo adiposo. In questo modo si provoca la distruzione delle cellule responsabili dei cuscinetti e delle irregolarità della pelle in modo selettivo, senza rischi per l’organismo”. E come vengono eliminati i grassi liberati in questo modo? “Il contenuto delle cellule adipose, il grasso, appunto, viene veicolato e smaltito per vie naturali nelle settimane successive al trattamento iniettivo”, chiarisce lo staff medico.
A chi è indicata
La terapia infiltrativa di endolipolisi è l’ideale per snellire i distretti corporei colpiti da antiestetici accumuli adiposi. “In particolare – suggeriscono gli specialisti del Medical Laser – questo tipo di terapia è indicata per tutti i casi in cui si nota un accumulo localizzato di entità lieve e media”. Addirittura, l’endolipolisi può essere praticata dopo una liposuzione, per rendere maggiormente armoniosi i risultati, oppure per eliminare definitivamente alcune irregolarità di modeste dimensioni, dove una liposuzione potrebbe non essere l’ideale, come ad esempio le braccia, o dietro il collo (la cosiddetta “gobba di bisonte”).
La seduta infiltrativa
Per fare la terapia di endolipolisi non occorre alcuna preparazione particolare, perché “non è una seduta chirurgica, ma si tratta di semplici infiltrazioni con speciali aghi sottilissimi”, puntualizzano gli specialisti. La zona prescelta viene semplicemente disinfettata e si procede con le iniezioni che rilasciano i principi attivi direttamente all’interno del bersaglio di adipe. Addirittura non è necessaria neppure l’anestesia, in quanto il trattamento è indolore. “L’estensione della parte trattata e il numero di sedute necessarie perché si ottenga un risultato apprezzabile viene determinato al momento del primo incontro con il paziente”, continuano, “in genere per una zona come i fianchi sono sufficienti quattro sedute”. La durata della seduta è minima, da un quarto d’ora a mezz’ora, il che la rende l’ideale per chi non ha tempo per interventi più impegnativi, come la liposuzione. Inoltre, è possibile riprendere immediatamente le attività abituali, e non ci sono tempi di recupero. Nei primi giorni si nota solamente un certo modesto gonfiore nell’area trattata, segno che i principi della terapia stanno agendo nella distruzione degli adipociti. Gradualmente nei giorni seguenti i liquidi e i grassi vengono lentamente smaltiti dall’organismo, per lasciare un nuovo profilo levigato e snello.
Mario Luigi Pallaoro di Pallaoro Medical Laser snc
Disfunzione Erettile: piccola guida ai farmaci per il suo trattamento
Viagra Pfizer ha goduto moltissima pubblicità e ha dominato il mercato dei trattamenti per l’impotenza maschile. Nonostante il successo della “magica pillolina blu”, nel 2003 Bayer presentò un vero concorrente col l’introduzione del Cialis – il farmaco sopranominato la “pillola per il weekend”, grazie alla lunga durata del suo effetto.
Decidere quale trattamento scegliere può essere difficile. Questo articolo ha come scopo rispondere ad alcune domande frequentemente poste sui trattamenti per disfunzione erettile.
Quali sono le differenze tra Cialis e Viagra?
Cialis e Viagra contegono lo stesso principio attivo per cui i due trattamenti sono molto simili. Sia Cialis che Viagra funziona aumentando il flusso sanguigno nel corpo e dilatando i vasi del pene. Cialis e Viagra hanno fattori di rischio ed effetti collaterali molto simili.
La differenza notevole tra Viagra e Cialis si trova nella durata d’effetto. Viagra dura fino a 4 ore, mentre Cialis può rimanere attivo fino a 36 ore.
Qual’è il trattamento di scelta dei uomini che ne fanno uso di questi medicinali?
Spesso Cialis viene considerato con un pò di curiosità, temore e ammirazione. Alcuni uomini non si sentono molto ad agio assumere un farmaco che aggisce per oltre 24 ore. Molti non trovano difficoltà coll’idea di acquistare Cialis, ne di farne uso la sera dopo il lavoro, ma molti hanno paura presentarsi in ufficio il giorno dopo col rischio di causare una scena imbarazzante. Ma non c’è niente da temere! Viagra e Cialis non sono afrodisiaci,ne ti danno un’erezione permanente. Questi farmaci aiutono un processo naturale per cui se non c’è lo stimolo sessuale non si manifesterà mai l’erezione!
Chi ha già provato Cialis lo usa perchè dona alla coppia la possibilità di essere sponanei. Non c’è bisogno di cronometrare il rapporto sessuale creando anche una sensazione di relax.
Viagra funziona meglio se assunto a pancia vuota, mentre l’effetto del Cialis non viene compromesso dal cibo.
Che cosa dovrei considerare prima di assumere questi farmaci?
È importante sapere che il modo in cui l’individuo reaggisce a Viagra e Cialis può variare. Può capitare che dopo di aver assunto Viagra la prima volta, che l’effetto desiderato non si manifesti subito, questo può succedere perchè il corpo ha bisogno di addattarsi al trattamento e in questo caso consglieremo sempre di riprovare dopo almeno 24 ore di assumere la pillola.
Se dopo vari tentativi il farmaco communque non da segni di funzionare è possibile considerare altri trattamenti e quindi provare il Cialis. In molti casi dove un farmaco non funziona, un’altro funziona benissimo.
Cialis e Viagra sono trattamenti diversi, adatti a diverse situazioni e persone. Inoltre è importante sapere che se normalmente prendi Cialis non significhi che dovete limitarvi esclusivamente a quel trattamento. Alcune persone preferiscono alternare i trattamenti e altri individui decidono di provare Cialis anche dopo anni di aver utilizzato solo Viagra.
Informazioni sull'editore: Toni Gargiullo è uno degli editori del sito prima-med.com. Questo sito fornisce informazioni sulle disfunzioni sessuali maschili e altri disturbi. Inoltre offre consultazioni mediche online per trattamenti a prescrizione medica. Il medico PrimaMed può redigere ricette a distanze e offrire consigli su potenziali contraindicazioni. Per ulteriori informazioni visitate: http://www.prima-med.com/
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