La probabilità di insorgenza della patologia è risultata inversamente proporzionale al consumo: quanto più alte erano le dosi assunte regolarmente, tanto minore il rischio di malattia I soggetti che assumono regolarmente il farmaco ibuprofene hanno un ridotto rischio di sviluppare la malattia di Parkinson: è quanto ha stabilito una ricerca presentata all’annuale Convegno dell'American Academy of Neurology tenutosi a Tronto, in Canada.
Lo studio ha coinvolto 136.474 persone non affette dalla patologia al momento dell’arruolamento, sottoposte a una serie di questionari per analizzare il consumo abituale di farmaci quali aspirina, ibuprofene e acetaminofene, appartenenti alla classe degli antinfiammatori non steroidei (FANS). Dopo sei anni, 293 dei partecipanti hanno sviluppato il Parkinson.