google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 SALUTIAMOCI google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Consigli per rimettersi in forma dopo le abbuffate di Natale

Il natale ormai passato ci ha lasciato in dono qualche chilo in più, conseguenza delle tavole imbandite, delle feste con amici, di cocktail e calici di spumante a volontà. Ma cosa possiamo fare per iniziare il nuovo anno in buona forma e cominciare a rendere sodo il nostro corpo in vista dell’estate, dicendo addio agli accumuli adiposi e proteggendoci dalle smagliature che potrebbero comparire durante l’aumento e la successiva perdita di peso?

Ecco i consigli da seguire.

- Innanzitutto prima di cominciare ogni dieta, non fatevi ossessionare dal cibo e da ciò che si può o non si può mangiare. Il primo passo per una dieta di successo è acquisire consapevolezza di ciò che mangiamo ed avere una maggiore conoscenza su nutrizione e corretta alimentazione;

- È importante mangiare lentamente e masticare a lungo il cibo per facilitare il lavoro del sistema digerente ed ottenere cosi una facile digestione; inoltre la lunga masticazione dà la sensazione di una maggiore sazietà;

- Si raccomanda un alimentazione sana e senza cedere alle piccole tentazioni che a lungo andare inficerebbero i nostri sacrifici, facendoci ritrovare nuovamente con gli odiosi cuscinetti di grasso;

- Evitare pasti abbondanti, cercando di mangiare poco e spesso;

- Diminuire il consumo di carboidrati consumando meno pasta e pane;

- Sostituire i cibi ricchi di grassi con alimenti poveri di grassi;

- Si a carne bianca come pollo, tacchino, coniglio e pesce, cucinati alla griglia, lessi o al forno, evitando cibi fritti ed intingoli;

- Bere tanta acqua, almeno due litri al giorno;

- Per assicurare il giusto apporto di vitamine, sali minerali, oligoelementi e fibre all’organismo mangiare ogni giorno almeno cinque porzioni di frutta fresca e verdura di stagione;

- Mangiare con moderazione formaggi e latticini;

- Evitare bevande ipercaloriche preferendo quelle ipocaloriche;

- Ridurre al minimo il consumo di alcool;

- Evitare dolce e gelati;

- Praticare almeno un ora di palestra tre volte alla settimana per tonificare e rassodare il corpo;

Si raccomanda comunque di evitare diete drastiche che oltre a non funzionare, nel lungo periodo possono anche essere dannose. In termini calorici è sufficiente ridurre di un terzo le calorie che si è soliti assumere: in questo modo la perdita di peso sarà graduale e potrà essere mantenuta nel tempo e se il calo di peso risulta eccessivo si raccomanda di utilizzare un prodotto antismagliature durante tutto il periodo della dieta.

pubblicato da Imma Manna

di Giaden Cosmetici srl

Sindrome premestruale: ridurne gli effetti con una corretta alimentazione

La sindrome premestruale, nota in ambito medico come PMS consiste in una serie di disturbi che compaiono normal­mente 4-8 giorni prima dell'ini­zio del ciclo e si intensificano fino a scomparire con l'arrivo delle mestruazioni. I disturbi più frequenti sono a livello fisico che psicologico:

- mal di testa, emicrania

- gonfiore al seno ed alle caviglie

- gonfiore addominale e aumento di peso

- scarsa concentrazione e spossatezza

- irritabilità, sbalzi d’umore e aggressività

- crisi di pianto e manifestazioni depressive.

Non esistono degli esami specifici che consentono ad una donna di verificare quanto soffrono della sindrome premestruale. In particolare la diagnosi si basa sul carattere ciclico, mensile, della comparsa dei sintomi. Per questo si consiglia di scrivere un diario registrando data di arrivo delle mestruazioni ed i sintomi avvertiti.

Non sono ancora ben chiare le cause che la scatenano, probabilmente sono la conseguenza di diversi fattori ormonali, metabolici e psicologici. Per lungo tempo si è pensato che la sindrome fosse provocata da iperestrogenismo, ovvero da un innalzamento dei livelli di estrogeni nel sangue che provocano un aumento della permeabilità capillare, che potrebbe giustificare molti sintomi. Ma sono plausibili anche altre teorie come la riduzione dei livelli di serotonina, neurotrasmettitore la cui carenza potrebbe spiegare gli sbalzi d’umore.

In caso di sospetta sindrome premestruale alle donne si consiglia di rivolgersi al proprio medico di famiglia che potrà, solo nei casi più gravi, valutare l’opportunità di una cura adeguata, ad esempio a base di vitamina B6, diuretici, antidepressivi, estrogeni.

Molto spesso è sufficiente rivedere gli stili di vita e le abitudini alimentari per avere primi effetti positivi. Sono ritenuti alimenti amici, ovvero che aiutano a prevenire i disturbi premestruali:

- Cereali integrali: contengono molta vitamina B6 e aiutano a mantenere costante il livello di zuccheri nel sangue. Si ritiene che gli sbalzi della glicemia possano incrementare i di­sturbi della PMS.

- Yogurt magro: rappresenta un'ottima fonte di calcio che, come il magne­sio, aiuta a ridurre i sintomi del­la sindrome premestruale.

- Pesce: permette all’organismo l’assunzione di omega3, che favoriscono il mantenimento di un buon equilibrio emotivo, riducendo il rischio di cadere preda di ansia e de­pressione. Evitare solo il pesce fritto.

- Vegetali a foglia verde: contengono molto ma­gnesio e di calcio. Le insalate, ad esempio, sono alimenti idra­tanti e remineralizzanti ed è beve averne sempre un po’ nel proprio piatto.

- Frutta secca non salata: è un alimento natural­mente ricco di magnesio. E’ sufficiente mangiare 3-4 noci al giorno.

- Soia: ricca di fìtoestrogeni, ormoni che favoriscono l'equili­brio ormonale dell'organismo.

Sono ritenuti cibi nemici delle donne nella fase premestruale:

- Bevande nervine: agiscono sul sistema nervoso. Evitare quindi l’assunzione di caffè, te, vino, birra e, soprattutto, superalcolici.

- Sale: ridurre il consumo di sale che favorisce la ritenzione idrica e aumenta la fastidiosa sensazione di gonfiore.

- Cibi salati: evitare di mangiare nella settimana prima del ciclo salumi, carne conservata, olive in salamoia. il salmone affu­micato e il tonno in scatola, oltre a palatine fritte, crackers, focacce, salatini ed altri snack salati. Rinuncia­re anche ai formaggi a lunga stagionatura molto saporiti come il parmigiano ed il pecorino.

- Pochi gras­si: è opportuno controllare l’apporto giornaliero di grassi, cercando di privilegiare quelli di origine animale per limitare la produzione di estroge­ni da parte dell'organismo, con­trastando gli squilibri ormonali tipici della sindrome premestruale.

pubblicato da Rosvanna Lattarulo

di Farman & C. snc

Integratori alimentari e loro caratteristiche

Gli alimenti arricchiti e gli integratori alimentari non sono da considerarsi come dietetici perché rispondo a precise necessità nutrizionali o condizioni fisiologiche particolari. La loro assunzione permette di migliorare carenze nutrizionali, assimilare delle sostanze di cui il nostro corpo ha bisogno, migliorare il metabolismo oppure le funzioni fisiologiche del nostro organismo.

Attualmente, il ministero della Salute non approva la completa commercializzazione di questi prodotti che devono seguire un certo modello di etichetta.

Infatti, appena ricevuta l’etichetta il Ministero della Salute procede, se lo ritiene necessario, a dare atto ad approfondimenti inerenti le peculiarità, le proprietà e l’uso dei prodotti. Può richiedere anche una documentazione tecnica, le finalità di impiego e le idoneità ad un impiego alimentare.

Assieme a queste procedure ve ne sono altre in cui si cerca di far rispettare le norme sulla sicurezza alimentare, tutelare la salute dei consumatori e soprattutto porre in commercio una sostanza che sia efficace ed adeguata dal punto di vista nutrizionale e che non apporti scompensi su coloro che la assumono.

Gli integratori sono prodotti che appartengono all’area alimentare, sono a base di vitamine minerali ed altre sostanze nutrizionali.

Questi elementi sono diretti a favorire lo stato di benessere e non puntano solo a colmare carenze alimentari. Le erbe utilizzate devono avere uno scopo nutrizionale e non devono essere usate quelle che normalmente si vendono in farmacia. Sono state prese delle posizioni in merito all’impiego di componenti vegetali come “iperico”, “citrus aurantium”, “ginkgo biloba” e “bioflavonoidi.

In questo gruppo possono esservi anche componenti non di origine vegetale ma naturali come ad esempio propoli e pappa reale.

pubblicato da Roberto Brunetti

di Fitshop

Fisioterapia: tecniche e strumenti

La fisioterapia è l’insieme degli strumenti, delle tecniche e dei metodi utilizzati da un medico specializzato e abilitato alla professione per alleviare i dolori e i traumi conseguenti a patologie in corso sulle parti del corpo di un paziente.

Il fisioterapista è abilitato a svolgere autonomamente i propri interventi di prevenzione, cura e riabilitazione motoria, neurologica o respiratoria per alleviare e risanare traumi conseguenti ad eventi patologici di varia natura; può operare in collaborazione con altre figure specializzate all’interno di centri di riabilitazione ospitati in una struttura pubblica o in una casa di cura privata.

Le prime tecniche riabilitative di tipo fisioterapico nascono alla fine del 1800 in seguito ai progressi compiuti dalla neurologia, ma è solo con il secondo dopoguerra che si registra l’esplosione delle più diverse tecniche riabilitative, ciascuna portatrice di un suo specifico e delimitato sapere.

Oggi possiamo classificare questa grande varietà di metodologie fisioterapiche in quattro grandi aree:

- Tecniche fisioterapiche passive e attive analitiche

- Tecniche fisioterapiche attive funzionali e posturali

- Tecniche basate su meccanismi “riflessi” neurovegetativi

- Tecniche di facilitazione neuromuscolare

- Esercizio Terapeutico Conoscitivo

- Riabilitazione neurocognitiva.

Obiettivi comuni ad ogni tipo di trattamento sono:

- la Riduzione e l’annullamento del dolore

- la Normalizzazionee il recupero funzionale delle strutture neuro-muscolo-scheletriche disfunzionali e sintomatiche

- la Riabilitazione funzionale che mira all’integrazione dei risultati ottenuti nella funzionalità quotidiana in vista del recupero della più normale vita lavorativa e di relazione.

pubblicato da  Fabio Cesali
per  Casa di Cura Villa Montallegro

Consigli e precauzioni per i Tatuaggi

Il tatuaggio consiste in trattamenti che comportano l’inserimento di sostanze chimiche negli strati intracutanei, al fine di rendere visibile e permanente un effetto cromatico e decorativo particolare sulla pelle, quindi occorre porre particolare attenzioni alle problematiche a carattere tossicologico ed epidemiologico.

Il primo screening da effettuare prima di effettuare il tatuaggio è quello di verificare il proprio stato di salute per sapere se si è predisposti a particolari allergie in quanto l’inchiostro, a seconda del colore, contiene sostanze diverse: il giallo può contenere solfuro di mercurio o cadmio, il blu il cobalto e cosi via.

Il secondo passo è quello di verificare la competenza del tatuatore. E’ necessario ricorrere ad operatori competenti, scrupolosi ed in grado di svolgere tale attività in condizioni di sicurezza per la salute delle persone. Assicuratevi che abbia l’autorizzazione dell’ASL e che lavori secondo gli obblighi di legge: ovvero con camice, guanti e mascherine.

I possibili rischi per la salute devono inoltre essere esposti dagli operatori del settore in quanto possono avere anche conseguenze serie: Epatite B, Epatite C e l’AIDS, la cui fonte di trasmissione è stata sovente riscontrata proprio nelle pratiche scorrette di esecuzione del tatuaggio.

La scelta della parte del corpo deve essere mirata oltre che all’estetica ed alla visibilità, un tatuaggio ben fatto può essere infatti eccitante per la donna o l’uomo che lo guarda, ma anche in base alla sopportazione personale del dolore: se la soglia è bassa sarà meglio evitare caviglia, piedi e mani ma preferire glutei, cosce e seno.

Non per ultimo si deve tener presente anche la stagione, preferire l’inverno sarà sicuramente meglio in quanto sudore, raggi solari e acqua di mare possono far perdere l’effetto desiderato ai colori e alla definizione delle linee del nostro tatuaggio.

Se siete una mamma o un papà ricordatevi che occorre il vostro consenso scritto per far eseguire un tatuaggio su vostro figlio se questo è minorenne, difatti una sentenza della Cassazione di Torino ha condannato per lesioni volontarie un centro tatuaggi che aveva eseguito il tatuaggio sul corpo di un minorenne, privo del “valido consenso” dei genitori.

Resta da definire cosa farsi tatuare ma per questo lasciamo la scelta al gusto personale ricordando che se pur un bel tatuaggio può essere un eccitante ed un afrodisiaco visivo durante l’atto sessuale, resta pur sempre qualcosa di indelebile che può essere eliminato solo con diverse e costose sedute di laser che spesso lasciano cicatrici ed un risultato non del tutto soddisfacente.

Evitate di tatuarvi il nome della vostra amante, sono i tatuaggi più cancellati!

pubblicato da Imma Manna

di Giaden Cosmetici srl

Mal di testa e Cefalee, combatterle con l’olio di oliva

Attribuita a diverse cause quali ansia, insonnia, stress, stanchezza, fumo, alimentazione, sforzi fisici nonché tutte quelle cause che possono alterare i meccanismi funzionali del dolore, la cefalea è una patologia i cui sintomi non sono ancora del tutto ben noti ma i rimedi impazzano per forme e tipologie, dai trattamenti farmacologici fino al bagno caldo rilassante.

Sullo studio delle cause che provocano le emicranie si sono concentrate le ultime ricerche.

Le cause alla base del mal di testa possono brevemente racchiudersi in:

• distensione, trazione o dilatazione dei vasi sanguigni (arterie e vene) intra o extra cranici;

• compressione, trazione o infiammazione dei nervi cranici;

• infiammazione, contrattura o compressione dei muscoli extracranici e cervicali;

• Infiammazione delle meningi.

L’utilizzo farmacologico per il trattamento dell’emicrania è spesso basato sull’assunzione dell’ibufrene, che durante il suo utilizzo provoca il più delle volte un leggero pizzicore alla gola.

È da quest’ultimo e quasi insignificante indizio che lo scienziato Gary Beauchamp è partito per la sua ricerca dopo aver preso parte ad una degustazione di olio di oliva in Sicilia.

Lo scienziato, insieme agli esperti chimici del Chemical Center di Philadelphia, dopo che per caso aveva notato che l’assunzione dell’olio di oliva provocava lo stesso pizzicore alla gola che si avvertiva dopo l’assunzione del farmaco a base di ibufrene per il trattamento della sua cefalea, ha riscontrato le stesse proprietà antinfiammatorie per l’oleocantale, ovvero un composto chimico contenuto per l’appunto all’interno dell’olio di oliva.

La ricerca ha evidenziato le ottime proprietà antinfiammatorie dell’oleocantale e gli effetti benefici che esso ha sugli stati infiammatori del corpo umano.

È da precisare che questo composto chimico, ideale per il trattamento del mal di testa, è presente però solo negli olii di oliva di qualità ovvero extravergine e spremuti a freddo.

Quindi fra i tanti rimedi per far passare il mal di testa è da annoverare anche una cena a base di insalata condita con dell’ottimo olio extravergine spremuto a freddo seguita poi dal famoso bagno caldo e perché no da un trattamento a base di emulsioni che possono rilassarci prima di un sonno ristoratore.

pubblicato da Imma Manna

di Giaden Cosmetici srl

Colpo di frusta: capirne i meccanismi e trattarlo correttamente

In Italia la patologia traumatica più frequente in seguito ad incidente stradale, e quella per cui più spesso si chiede il risarcimento del danno alle compagnie di assicurazione, è il colpo di frusta cervicale. La percentuale è, infatti, di due lesioni su tre (66%).
Il meccanismo lesivo si verifica essenzialmente in corso di infortunistica stradale; si tratta di una scossa improvvisa e violenta che fa rovesciare indietro la testa, per poi riportarla, con altrettanta violenza, in avanti. Ciò avviene per la concomitanza di due movimenti forzati, . I tre incidenti tipici sono:

l'urto frontale - l'urto laterale - il tamponamento

Nei classici casi di distorsione meno gravi si potranno avere soltanto danni legamentosi da stiramento e contusione delle strutture articolari, Nei casi più gravi, di competenza traumatologico-chirurgica, si possono verificare rotture dei legamenti, erniazioni discali, fratture vertebrali. Andranno trattati con trazione per qualche settimana ed immobilizzazione in Minerva gessata.

Tali distorsioni cervicali tendono ad essere sottostimate in quanto, in seguito ad un incidente automobilistico, inizialmente si pensa d'essersi salvati con i soli danni materiali alla vettura. In un incidente, in prima istanza, si propende a valutare la presenza di traumi più gravi che abbiano comportato lesioni cutanee, muscolo-tendinee o fratture ossee; mentre la sintomatologia cervicale e i disturbi neurovegetativi associati, anche, se presenti, si manifestano con intensità modesta.

Nientemeno il paziente tende a non richiedere le cure del Pronto Soccorso se gli sembra possibile e, se lo fa, di solito, è per motivi legali assicurativi più che per la necessità di cure o indagini diagnostiche. Qualche giorno, settimana o perfino anni più tardi, quando non si pensa più all'accaduto, vengono alla luce le vere conseguenze del trauma subito.

Bisogna aver presente infine che ogni colpo di frusta è unico per se stesso; infatti sono parecchi i fattori che possono diversificare un caso dall'altro: l'età, il sesso, la dinamica dell'incidente, la gravità dell'impatto.

La sindrome da colpo di frusta è una condizione che interferisce negativamente sulla qualità di vita dal momento che i sintomi tendono a persistere mesi o anni, anche se attenuati dopo le cure, spesso associati a classici disturbi neurovegetativi.

TRATTAMENTO

Il riposo. E' necessario un periodo di almeno due settimane durante il quale si limiteranno al massimo i movimenti del collo e della testa.

Collare di Schanz . L'uso di un collare, rappresenta quasi sempre la cura più efficace, a patto di non eccedere con i tempi di immobilizzazione.

La terapia farmacologica ha possibilità e limiti ben definiti. Di norma vengono somministrati antiflogistici, analgesici, miorilassanti e tranquillanti al fine di ridurre la sintomatologia dolorosa, di ottenere un effetto miorilassante e di sedare l'ansia che inevitabilmente accompagna il decorso della malattia cervicale.

La massoterapia favorisce il rilasciamento muscolare ed essere un complemento della rieducazione funzionale. Esplica i suoi effetti terapeutici mediante due meccanismi principali:

azione diretta (o meccanica) e azione indiretta (o riflessa).

I "pompages" cervicali infatti, favoriscono un benefico rilassamento muscolare opponendosi alle contratture riflesse. Prescritti da soli, o in associazione alle classiche terapie fisiche, permettono una risoluzione della sintomatologia

Le mobilizzazioni vertebrali possono essere impiegate nel blocco della colonna cervicale, dando un certo sollievo; oltre eventualmente ad esercizi di kinesiterapia che consistono in un insieme di particolari movimenti o mobilizzazioni attive e passive che servono, in questa precisa circostanza, al recupero della normale funzione articolare.

Gli ultrasuoni sono vibrazioni sonore.

L'effetto principale terapeutico è produrre calore (non doloroso) in profondità in modo che l'articolazione venga "nutrita" meglio dal sangue

La stimolazione elettrica transcutanea (TENS) rappresenta una tecnica non invasiva, sicura e discretamente efficace.

La magnetoterapia viene impiegata nelle patologie dolorose del rachide cervicale specie da distorsione, in virtù dei postulati effetti antiedemigeni ed antinfiammatori.

Anche la laserterapia è un efficace supporto in alcuni dolori del rachide in toto (contratture dolorose, dolori muscolo-legamentosi, ecc.).

Una citazione particolare va fatta per il metodo sviluppato da Robin Mc Kenzie, un fisioterapista della Nuova Zelanda e fondatore del McKenzie Institute International.

La parte vitale della metodica McKenzie, per la cura delle patologie della colonna vertebrale, consiste nell'educazione del paziente a mantenere posture corrette per aiutare a prevenire il ripresentarsi del problema.

pubblicato da Stefano Giordanini

di Centririunitiinfortunistica

Prevenire ictus ed infarto con la cioccolata fondente

Una ricerca tutta italiana  ha dimostrato e trovato la giusta quantità di cioccolato fondente da assumere per proteggere arterie e cuore, abbassando quindi la probabilità di avere un infarto o un ictus.
6,7 grammi al giorno è la quantità giusta da consumare per ottenere tutti i benefici peculiari del cioccolato fondente o extra dark, ovvero un quadratino due o tre volte alla settimana pari a mezza tavoletta : attenzione però a non eccedere in quanto, aumentando le dosi, scompaiono i possibili benefici per l’elevato contenuto calorico ed i relativi grassi contenuti in modo intrinseco nel cioccolato stesso.

I risultati della ricerca, condotta dall’università cattolica di Campobasso in collaborazione con l’istituto tumori di Milano, sono stati pubblicati sul Journal of nutrition ed hanno evidenziato, dopo aver condotto la sperimentazione su un campione di quasi cinquemila persone, come il consumo della giusta quantità giornaliera di cioccolato fondente abbassi il livello di proteina C reattiva, che rappresenta un marker per misurare lo stato di salute delle arterie.
La riduzione del marker si traduce in una riduzione di circa il 30% per le donne e del 25% per gli uomini di ammalarsi di patologie cardiovascolari . L’effetto benefico del cioccolato fondente risiederebbe nelle proprietà antiossidanti del cacao , in particolare della epicatechina , un flavonoide capace di rilassare dei vasi sanguigni e rafforzare le capacità antiossidanti totali del sangue nonché ridurre il danno ossidativo dei lipidi.

I ricercatori sottolineano però che i vantaggi del cioccolato fondente si ottengono solo con l’assunzione della giusta quantità e senza eccedere nelle dosi e assumendo solo cioccolato extra dark in quanto l’effetto benefico scompare per il cioccolato al latte , dove, gli studi condotti, hanno evidenziato che i polifenoli del cacao si legano alle proteine del latte riducendone l’effetto anti radicali liberi.

pubbblicato da Imma Manna

di Giaden Cosmetici srl