google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 SALUTIAMOCI google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Nutrizione e tossicità alimentare

Con la sessione dedicata a nutrizione e tossicità alimentare si è aperto il sessantesimo congresso dell’AIPaCMeM (Associazione Italiana di Patologia Clinica e Medicina Molecolare) in corso a Montesilvano (PE) fino al 21 maggio 2010. Il corso, coordinato dal dr. Henos Palmisano, ha sviluppato i rapporti tra chimica, biologia, medicina ed alimentazione spiegando come lo studio coordinato di queste discipline possa da un lato garantire la qualità e la salubrità dei prodotti e dall’altro conoscere i limiti e gli aspetti positivi dell’agrifood italiano, ivi compresa la bevanda nobile che è il vino.
“La domanda più frequente in materia di nutrizione da parte dei consumatori è se sia sicuro ciò che mangiamo” ha appuntato sin dall’inizio il dott. Fabrizio Conti, esperto di sicurezza alimentare. Ma l’analisi ha innanzitutto messo in evidenza come la percezione di ciò che sia potenzialmente rischioso non corrisponda, spesso nel sentore comune, ai reali dati scientifici. Il problema, però, è fortemente sentito non solo dai singoli cittadini ma anche da parte delle strutture sanitarie e dei governi. A fronte di una dichiarata alta attenzione, i dati, illustrati dal dott. Conti, parlano di “circa 130 milioni di persone che hanno ogni anno delle affezioni connesse alla tossicità alimentare. Con un incremento nell’ultimo decennio nei Paesi occidentali”. Sono infatti più di 200 malattie trasmesse tramite gli alimenti (tra quelle tramite le infezioni veicolate da alimenti, le intossicazioni alimentari e le tossinfezioni alimentari in “sensu strictu”) quindi affianco alle più famose salmonella e botulino, molte altre magari scarsamente conosciute. Per rispondere a questa esigenza sono nate una serie di regolamentazioni e protocolli internazionali (sotto la dicitura Food Low) volti a garantire la salubrità from farm to fork, ovvero dal produttore al consumatore con una serie di aggiornamenti nati anche dopo fenomeni quali il dopo crisi della diossina o BSE. Di qui la nascita dell’European Food Safety Authority per la sicurezza alimentare per vigilare sul rispetto della normativa europea nonché meccanismi quali la tracciabilità e l’etichettatura chiara e arricchita con una serie di informazioni necessarie. In ordine ai provvedimenti da prendere per ridurre al minimo il rischio, le disposizioni prevedono una regolamentazione concernente “la gestione della temperatura, dell’umidità, la tensione di ossigeno, il PH, la composizione chimica dell’alimento correttamente gestiti possono prevenire la tossicità dell’alimento in quanto si prevengono i fattori che sono legati all’habitat del germe” ha specificato Conti.
Tra gli strumenti maggiori messi in campo internazionale, il più efficace è l’HACCP ovvero Analisi del Rischio e dei punti critici di controllo ideato nel 1969 dalla NASA che consente di studiare un processo di produzione dell’alimento, i pericoli, mettere in atto le misure preventive, monitorare ed intraprendere misure preventive se mi rendo conto di essere andato fuori controllo.
Una delle novità di maggior rilievo è stata sicuramente per tutti gli operatori del settore alimentare l’adozione, oltre che le procedure HACCP, l’obbligatorietà di controlli microbiologici almeno semestrali.

La seconda parte della sessione è stata dedicata a vizi e virtù del vino spiegata dal dr. Ugo Zampetti e dal dott. Romano d’Amario.
Negli ultimi anni si è assistita a una flessione notevole del consumo di vino in Italia, dimezzatosi più che dimezzatosi in circa 50 anni. A fronte di ciò, però, una crescita delle patologie legate all’abuso di alcool, specie superalcoolici.
“Ma il vino rimane il migliore degli alimenti alcoolici possibili” ha precisato in apertura il dr. Zampetti medico e sommelier.
“Medicina, chimica ed enologia devono andare a stretto contatto per garantire la qualità del prodotto, il gusto ma anche la sicurezza alimentare e per sapere cosa ogni persona può bere e in che quantità”, ha rilevato il dr. Palmisano a commento.
I dati, scientifici, hanno quindi chiarito molti dubbi degli astanti. Così dal lato degli abusi è risultato che la mortalità dei giovani alla guida aumenta del 14% se abbiano superato la soglia di 0.5 g/l, oggi limite legale. O come per calcolare i tempi di smaltimento (medio) sia necessaria un’ora per bicchiere ingerito di vino.
“Gli effetti (negativi) dell’alcolismo possono andare dal’epatite, al deterioramento sociale, la fase psicologica della negazione e le conseguenze nei rapporti familiari e di lavoro, la demenza, il delirium tremens fino a gravi neuropatie” ha illustrato il dr. Zampetti, il quale ha proseguito presentando anche il profilo medio dell’alcoolista determinato spesso essenzialmente da 3 fattori: biologici (disfunzioni del sistema dopaminergico mesolimbico), psicologici e familiari.
“Bere però, salvo particolari patologie, ed entro le dosi consigliate, ha dei forti benefici, oltre al valore in sé del gusto” ha proseguito nell’illustrazione Zampetti. Quali le proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie. Benefici del vino anche in relazione al cancro in quanto il resveratrolo del vino interferisce positivamente sull’iniziazione, la promozione e la promozione del cancro. Il vino rosso, in particolare, si presta anche ad essere un ottimo vasoprodettore. E per i diabetici, sconfessato che faccia male. “L’effetto ipoglicemizzante dell’alcool ne garantisce un uso moderato, il cui abuso, al contrario sarebbe chetogenico generando problemi ai diabetici”, ha proseguito l’oratore.
L’alcool poi ha alcuni effetti sui tremori, tanto da essere vietato in alcuni sport di tiro in cui è richiesta la precisione.
Il consesso si è quindi chiuso con l’intervento del Dott. Romano d’Amario, Agronomo ed enologo, esperto di vini da uve biologiche. Con un’esperienza maturata vinificando circa 6 milioni di quintali d’uva., il dott. d’Amario, fu – grazie ad una collaborazione italo tedesca – tra i primi a lavorare sul biologico molto prima della normativa europea.
“Citando il prof. Italo Eynard: L’uomo di fronte a qualsiasi problema di salute preferisce farsi prescrivere una compressa o un’altra forma di medicinale piuttosto che sentirsi consigliare di cambiare certe abitudini (alimentazione, sport, fumo, orario di lavoro, tempo libero, ecc…). Già 40 anni prima del biologico Eynard poneva in evidenza come chi sia in equilibrio con la natura si difenda meglio dalle patologie”. Così ha aperto il dott. d’Amario il quale, prima di illustrare i vantaggi del biologico ha però tenuto a precisare come la normativa vertente sul Regolamento europeo 20/92/91 CEE – sebbene ripresa e riaggiornata – abbia dei dati di cui sia necessario un maggior dettaglio ed approfondimento. Come indirettamente evidenziato dalle stesse revisioni del legislatore comunicatio in particolar modo su quanto normato in merito a fertilizzanti ed antiparassitari.
Come spiegato dal dott. Conti, il dott. d’Amario ha ribadito il profondo scollamento, in materia delle paure alimentari, tra i rischi percepiti e quelli reali. “In ordine i reali sono infatti microrganismi, nutrizionali, contaminanti ambientali, sostanze tossiche naturali, residui di pesticidi ed additivi”, quasi ribaltando la classifica del sentire comune. “Dal lavoro congiunto delle discipline scientifiche, dell’agronomia e dell’enologia possono nascere soluzioni legate a questi pericoli” ha tenuto a ribadire l’enologo-agronomo. Alcune di queste risposte sicuramente possono leggersi nei dati positivi dei prodotti biologici illustrati da d’Amario quali: l’assenza di contaminazioni esterne (e quindi la necessaria lontananza da strade di grande traffico, da insediamenti produttivi inquinanti, ecc… ma anche l’esigenza che l’area biologica sia più grande possibile); il rispetto dell’equilibrio vegeto-produttivo (che comporta nutrizione mirata e assenza di pratiche di forzature); lo studio degli indici climatici favorevoli (e quindi attenzione alle colture, scelta delle rotazioni e forme di allevamento). “La vera essenza del biologico è la motivazione di chi lo fa”. Ha tenuto a precisare d’Addario il quale ha poi specificato “come egli debba anche essere un tecnico per controllare lo stato sanitario e la pressione di infezione. Per trovare i modi per tagliare i costi, specie dei passaggi. E grande valore aggiunto è l’aumento delle difese endogene nella pianta su cui l’interesse è primario.

Letizia Palmisano di Xmediapress

Dieta Mediterranea per vivere a lungo

Oramai sono tutti d'accordo. Qual'è il regime alimentare che tutti i nutrizionisti del mondo ritengono il più adatto a una vita sana e duratura? La Dieta Mediterranea. E qual'è uno degli alimenti cardine di questo tipo di dieta? La Pasta. Il nostro amato Paese è celebre non solo per aver dato i natali a Cristoforo Colombo e Leonardo da Vinci ma anche in virtù della Pasta.

Non è nata in Italia, ma in Italia ha avuto il suo trampolino di lancio ed è diventata importante. Recenti ricerche e studi scientifici hanno evidenziato che il consumo giornaliero di questo straordinario alimento, in abbinamento a tanta frutta e verdura, è in grado di prevenire l'insorgere di malattie cronico-degenerative che costituiscono la principale causa di morte. Ma vediamo perché un buon piatto di pasta non dovrebbe mai mancare sulla nostra tavola.

1. Per il suo contenuto in fibre, la pasta aiuta a prevenire alcune forme tumorali ed è in grado di ridurre i disturbi cardiovascolari.

2. Il suo contenuto in amido migliora non solo il metabolismo ma anche l'umore. Infatti il glucosio che viene liberato dall'amido favorisce la sintesi (a livello cerebrale) della serotonina, l'ormone del benessere e del buon umore.

3. La pasta contiene poco sodio e non ha colesterolo. E' ricca inoltre di vitamine del gruppo B e di ferro. Per cui chi la consuma quotidianamente ha nel sangue un livello più basso di trigliceridi (20% in meno) rispetto a chi non ne fa uso.

4. I carboidrati a lento assorbimento come la pasta, per il loro basso indice glicemico contribuiscono a ridurre l'insorgenza di malattie croniche quali l'obesità e il diabete.

5. Per il suo contenuto di fibre e amido, la pasta ha una grande capacità saziante per questo è particolarmente adatta in tutti i regimi alimentari ipocalorici.

6. L'apporto calorico della pasta è particolarmente contenuto. 100 g di pasta forniscono circa 360 Kcal di cui il 72% sotto forma di carboidrati complessi, il 12% di proteine e un contenuto in grassi del tutto trascurabile. Una porzione di 80 g di pastasciutta fornisce non più di 400 Kcal. Ma anche nelle preparazioni più elaborate quali lasagne o cannelloni, difficilmente si superano le 500-600 Kcal per porzione.

7. Recenti studi hanno evidenziato che un regolare consumo di pasta può diminuire il rischio di contrarre l'Alzheimer. Un'alimentazione povera di grassi animali previene difatti l'arteriosclerosi e la demenza senile che solitamente si associano all'Alzheimer.

8. La pasta è un alimento estremamente versatile. Nelle varie preparazioni abbinata ai legumi, alle verdure, al pesce ecc. e anche certi tipi di pasta al forno possono essere un buon piatto unico.

Il piatto unico è un sistema antico di alimentarsi e garantisce un nutrimento sano e completo proprio grazie alle sue capacità di rifornire il nostro organismo di fibre e di tutti i nutrienti essenziali quali: carboidrati, proteine, vitamine e minerali. Recenti indagini hanno evidenziato che il piatto unico, rispetto al menù classico fatto di primo, secondo, contorno, frutta e dessert, può ridurre l'apporto calorico del 30-50%.
E allora, toglieteci tutto ma non la pasta.

Sergio Zolli di Webnet Communication

Trapianto di Capelli: quali sono i costi effettivi?

Il costo di un trapianto di capelli varia in base alla tecnica di prelievo utilizzata.
Si può quindi definire il costo di un trapianto di capelli con tecnica FUE (F.U.E. Unità Follicolare Estrattiva) ed il costo di un trapianto di capelli tramite metodica Strip Extraction (con escissione della losanga).
Chiaramente il Costo di un Trapianto di capelli varia in base alla estensione della calvizie, alla quantità di unità follicolari da trapiantare e più precisamente nel caso di prelievo tramite di tecnica FUE il costo medio è di circa 4/4,50 € a singola Unità Follicolare estratta, mentre nel caso di prelievo con metodica STRIP EXTRACTION i costi si aggirano sui 3/3,50€ per singola Unità Follicolare estratta.

Per entrambe la metodiche generalmente gli studi medici offrono le seguenti garanzie:

- aggiuge un 10% in più di unità follicolari al numero di unità concordate insieme al paziente durante la visita preliminare al fine di assicurare il migliore risultato.

- I controlli e le visite successive all’intervento sono gratuite e vengono effettuate periodicamente il giorno dopo l’intervento, dopo 2 settimane, dopo 5-6 mesi e dopo 1 anno.

- Viene generalmente offerta assistenza nel trovare soluzioni di finanziamento personalizzate

- Si dà la possibilità di pagare il costo dell’intervento in piccole rate mensili finanziando l’intero importo o parte di esso.

- Generalmente si discutono in dettaglio tutte le opzioni per diluire i costi dell’intervento desiderate.

Generalizzando quindi per soluzioni che richiedono 500/1000 unità follicolari estratte si spendono mediamente 400/4500 € con tecnica FUE e 3000/3500 € con tecnica STRIP EXTRACTION.


Emorroidi: prevenirle e curarle a tavola

Una delle cause riconosciute della malattia emorroidaria è l’aumento della pressione a livello addominale, che causa un iperafflusso di sangue nei cuscinetti emorroidario che di conseguenza si gonfiano e non riescono più a sgonfiarsi.
L'alimentazione e una dieta equilibrata possono essere utili sia per prevenire l’insorgenza delle emorroidi, sia per alleviare i sintomi in caso di emorroidi lievi, quando è bene non affaticare la digestione, ripartendo la dieta in 4-5 pasti, da assumere in orari regolari e masticare lentamente, in serenità e lontani da tensioni.
Inoltre in caso di emorroidi è meglio evitare fumo e alcolici.

Ecco una utile lista di cibi consigliati per prevenire o alleviare le emorroidi:

- Carni bianche e pesci magri

- Cereali, pane e pasta (con moderazione)

- Latte e latticini poco stagionati

- Frutta fresca

- Verdure

- Olio d'oliva, burro fresco, aceto

- Tè leggeri e acqua (2 lt al dì).

Da evitare assolutamente invece:

- Carni salate o conservate

- Insaccati

- Selvaggina

- Formaggi stagionati

- Salse, spezie, peperoncino, pepe

- Tè forte e caffè

- Vino, birra, liquori

- Gli alimenti troppo salati

La lotta alle emorroidi parte dalle buone abitudini.

Per saperne di più visita il sito http://www.prevenzioneemorroidi.it/


Libri Consigliati:
- Ernia, Emorroidi, Varici e Prolassi di Mosséri Albert Ordina su Librisalus.it

Cellulite: Mesoterapia e Carbossiterapia per sconfiggerla rapidamente

Estate in avvicinamento rapido e tutte sono alla ricerca dei trattamenti che possano dare risultati efficaci in tempi rapidi contro la cellulite.
La mesoterapia è una tecnica collaudata e sempre valida: ottima per il trattamento della cellulite, il drenaggio dei liquidi in eccesso e la rivitalizzazione della cute del volto e del corpo, si basa su micropunture di sostanze medicamentose.
Ideata nel 1952 dal medico francese Michel Pistor utilizza sostanze medicamentose che sono iniettate nel derma e nel tessuto sottocutaneo con appositi aghi molto sottili (0,4 mm di diametro).
Il principale vantaggio della mesoterapia consiste nel poter utilizzare dosi minime del principio attivo e somministrarlo nel punto esatto in cui si desidera agisca.
Per chi ama un approccio total green può sottoporsi invece alla carbossiterapia che consiste nell’uso di anidride carbonica medicale somministrata per via sottocutanea e intradermica.

Studi specifici hanno dimostrato che l’anidride carbonica ha effetti benefici sul:

- tessuto adiposo, dove agisce rompendo le membrane delle cellule grasse (effetto lipoclasico) contribuendo a ridurre gli accumuli di grasso;

- sulla pelle, dove aumenta la percentuale di ossigeno nei tessuti migliorando l’elasticità cutanea e inducendo un ringiovanimento del derma.

Con cicli di una quindicina di sedute si ottengono ottimi risultati.

D.ssa Patrizia Piersini

Via Pastrengo, 20 Torino

Tel 011.566.0399

http://www.patriziapiersini.com/


Medicina estetica: la radiofrequenza

La Radiofrequenza, si sta dimostrando sempre più un valido strumento per intervenire con una certa efficacia di risultato e stabilità su inestetismi legati a viso e corpo per trattare rughe, atonie, cellulite. Lo sviluppo e la crescita esponenziale delle apparecchiature a Radiofrequenza fa subito pensare che probabilmente sarà, assieme agli ultrasuoni, la tecnologia che subirà i maggiori spazi di crescita, anche in settori diversi. Noi, in qualità di "Beauty Broker", da anni ne stiamo seguendo gli sviluppi e conosciamo l’enorme potenziale di queste strumentazioni che si stanno allargando a varie specialità Mediche ma con caratteristiche totalmente diverse tra un prodotto e l’altro. Il mercato sta proponendo oggi innumerevoli apparecchiature di ogni sorta con caratteristiche tecniche e modalità di utilizzo tra le più disparate, la conoscenza di questo settore è come spesso accade, approssimativa e la conseguenza è quella di non capire le differenze tra un prodotto di qualità elevata ed un prodotto di basso livello. I prodotti a Radiofrequenza realizzati e, quelli che si stanno affinando sono tanti e spesso diversi tra loro ma notiamo che, spesso il cliente/operatore, distingue le differenze con grande difficoltà.
Per quanto riguarda il settore Estetico, sia professionale che Medicale, possiamo affermare che, se il prodotto è di qualità può lavorare con efficacia su lassità cutanee, rughe e cellulite ma purtroppo, non essendoci tracciabilità o classificazioni come il doc per i vini, nessuno potrà capire se la tecnologia utilizzata saprà essere all'altezza della richiesta oppure un ferro da stiro con risultati temporanei . A fronte della sua potenziale efficacia, la Radiofrequenza estetica è un business in continua ascesa. La richiesta di trattamenti rivolti al ringiovanimento cutaneo soprattutto della zona del viso e del collo sono in grande aumento anche da parte maschile. In campo medico per ottenere analoghi risultati, che escludano la Radiofrequenza, si usano ancora tecniche invasive con iniettivi; oggi la Medicina Estetica ha molte risorse per migliorare la qualità della pelle invecchiata, quasi tutte queste metodiche hanno principalmente la funzione di ridurre i danni superficiali ma con difficoltà si riesce ad intervenire in profondità come invece riesce a fare una buona Radiofrequenza se utilizzata nella maniera corretta. Seppur di recente concezione non dimentichiamoci che per ottenere questo genere di risultati non esistono solo apparecchiature con effetto “riscaldante” ma anche innovazioni che utilizzano differenti soluzioni come lo spintek (vedi http://www.spintek.it/).
Se è cresciuta la richiesta di terapie volte a ridurre l’invecchiamento esteriore, ancora di più è aumentata la richiesta di trattamenti non invasivi, per ridurre al minimo il dolore, gli effetti collaterali, l’eventuale decorso post-operatorio e quindi avere la possibilità di riprendere da subito una normale vita di relazione. Per ottenere comunque risultati ottimali ed il più possibile duraturi, oltre a buona tecnologia, vi sono alcuni segreti del mestiere che i più esperti conoscono e malvolentieri divulgano. La difficoltà degli operatori è sempre nella scelta del prodotto ideale, esistono Radiofrequenze Capacitive, Resistive e Induttanti, poi ci sono apparecchiature attive e passive, monopolari e multipolari, alte e basse frequenze, alte e basse potenze ecc ecc, comprenderne le differenze è molto complesso anche per gli stessi addetti ai lavori; IL Beauty Broker può consigliarvi il prodotto più adatto alle vostre esigenze.