google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 SALUTIAMOCI: 01/12/10 - 01/01/11 google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

L’importanza dell’Aerosolterapia nella prevenzione e cura delle patologie invernali

L’inverno è il periodo in cui, a causa di particolari fattori scatenanti cresce il numero di persone interessate da affezioni delle vie respiratorie (riniti, le faringiti, laringiti, tracheiti e tracheobronchiti) comunemente chiamate malattie da raffreddamento. Ma quali sono i fattori scatenanti?

- il fumo: è tra i principali fattori che favoriscono le flogosi delle prime vie aeree e lo dimostrano le più recenti statistiche condotte tra fumatori e non fumatori

- l'inquinamento: concorre alla lesione delle mucose poichè la sua natura chimico-fisica è simile, anche se in concentrazioni decisamente minori, a quella del fumo di sigaretta

- altri fattori climatici: soprattutto la permanenza per lungo tempo ai climi freddi, gli sbalzi di temperatura, l'elevata umidità relativa dell'aria, l'eccessiva disidratazione dell'aria degli ambienti riscaldati artificialmente.

Questi fattori possono provocare l'infiammazione della mucosa delle prime vie aeree che diventa così fertile terreno di coltura per insidie di ogni genere; batteri e virus, normalmente respinti dalle difese naturali della mucosa integra, sono in grado di trasformare un banale processo infiammatorio in uno stato infettivo, che necessita di pronte cure a base di antibiotici per evitare la diffusione dell'infezione, e complicazioni rilevanti come polmoniti e broncopolmoniti.

L'Aerosolterapia costituisce ad oggi un ottimo strumento per la prevenzione e la cura delle malattie da raffreddamento. Può essere praticata

- a fini preventivi: nebulizzatore per aerosolterapia può aiutare, e molto, a prevenire le infiammazioni delle vie respiratorie. Basta una nebulizzazione di sola acqua per umidificare le mucose provate dalla respirazione in ambiente disidratato. Si possono anche inalare sostanze balsamiche per il ripristino del benessere delle corde vocali e per ripristinare la mucosa respiratoria. Le sedute andrebbero ripetute proprio dopo prolungate esposizione a fattori potenzialmente scatenanti al fine di proteggere le vie aeree.

- per la cura delle forme infiammatorie: consente di somministrare diverse tipologie di farmaci per la cura di patologie delle vie respiratorie (farmaci antiflogistici o farmaci antibiotici, fluidificanti, espettoranti, antibiotici e mucolitici nel caso di processi infiammatorio-infettivi in atto). Inoltre nelle forme croniche, se regolarmente effettuata, l’aerosolterapia ha un effetto preventivo, evitando ricorrenti riacutizzazioni.

- per processi irritativi di natura allergica (riniti allergiche): interessano soggetti predisposti prevalentemente nel periodo dei cosiddetti pollini, in primavera, colpendo complessivamente in Italia circa 5 milioni di persone, soprattutto giovani di 20-30 anni.

IN COSA CONSISTE - L'Aerosolterapia consiste nell'introduzione nell'apparato respiratorio di una sostanza medicamentosa allo stato di "sol" a scopo terapeutico. SOL è uno stato della materia a metà tra il liquido e l'aeriforme. E’ composto, in sostanza da particelle che non disperse tanto quanto quelle di un gas e non tanto concentrate quanto quelle di una sostanza allo stato liquido. Le dimensioni delle particelle, perché si giunga ad uno stato di “sol” deve essere molto ridotta, si va da qualche decimo di micron a pochi micron. Non potrebbero avere dimensioni maggiori, perché altrimenti tenderebbero a confluire fra di loro ritornando allo stato liquido.

Allo stato di sol le particelle possono raggiungere un’enorme superficie per effetto della dispersione e, al contempo, sono in grado di penetrare nell'apparato respiratorio, fino alle ultime terminazioni bronchiali ed agli alveoli polmonari. Questi aspetti variano a seconda della dimensione delle particelle, in sostanza da quanto il proprio nebulizzatore è avanzato dal punto di vista tecnologico.

I VANTAGGI - Come tecnica terapeutica, oggi la nebulizzazione per aerosol è molto utilizzata perché evita l'assunzione di farmaci per via generale evitando i danni derivanti da effetti collaterali. L’impiego di farmaci a livello locale (es. cortisonici somministrato per bocca), infatti, può determinare fastidi a livello gastrico, di iperglicemia o assuefazione. La somministrazione locale per aerosol garantisce il raggiungimento di un miglior effetto terapeutico, con benefici analoghi a quelli che si otterrebbero con una somministrazione di alti dosaggi di farmaco per via generale con meno danni, perché il farmaco è assorbito là dove occorre.

GLI SVANTAGGI

- dipendenza da una fonte di elettricità

- rischio di contaminazione batterica

- rumorosità (nebulizzatori pneumatici)

I CONSIGLI PER UNA CORRETTA SEDUTA DI AEROSOLTERAPIA - Nell’esecuzione dell’aerosolterapia è bene stare attenti ad una serie di fattori che sono fondamentali per evitare il fallimento della terapia. Innanzitutto ricordiamo di compiere alcune semplici operazioni prima di cominciare ogni seduta:

- avere le mani pulite;

- introdurre nell'ampolla il farmaco nelle quantità indicate dal medico;

- diluire il farmaco in 2-3 ml di soluzione fisiologica, anche in questo caso seguendo le istruzioni del medico;

- applicare il tubo al compressore e sistemare in bocca il boccaglio o far aderire la mascherina sul viso (nei bambini sotto i 2-3 anni di vita che sono incapaci di usare il boccaglio);

- eseguire l'aerosol fino all'esaurimento della soluzione contenuta nell'ampolla;

- tenere la maschera in posizione verticale in modo che aderisca bene al viso per tutta la durata della seduta, magari utilizzando un elastico. Basta infatti allontanarla anche di 1 cm perché più della metà dell'aerosol non venga inalata, disperdendosi nell'ambiente;

- il boccaglio va tenuto tra le labbra serrate, non tra i denti, senza ostacolarne il flusso con la lingua;

- a fine seduta lavarsi il viso soprattutto la nebulizzazione è stata effettuata con l’ausilio della maschera, per eliminare le tracce residue del farmaco, che potrebbero irritare la cute del viso e risciacquare la bocca con un collutorio se sono stati usati cortisonici.

Rosvanna Lattarulo

di Farman & C. snc

Parto prematuro: cause, precauzioni e conseguenze

Se il parto avviene prima che sia terminata la trentasettesima settimana viene definito prematuro. Ciò avviene nel 10 – 15% delle gravidanze.
Nella maggior parte dei casi, il parto pretermine avviene spontaneamente, tranne i casi in cui viene indotto per concludere una gravidanza che comporta rischi per la salute del bimbo o della mamma.

La maggior parte dei parti prematuri spontanei avviene per cause sconosciute. Quelle più note sono la gemellarità e le diverse complicazioni della gravidanza che coinvolgono la madre o il feto.

Altri fattori possono essere:

- Malattie gravi della madre sia acute sia croniche (diabete, ipertensione, gestosi, malattie infettive);

- Incontinenza cervicale;

- Fibromi uterini;

- Malformazioni uterine;

- Traumi;

- Presenza nella vagina della streptococco Beta-emolitico o altro agente infettivo;

- Dipendenza da alcool;

- Fumo;

- Placenta previa;

- Distacco della placenta;

- Rottura delle membrane placentari;

- Gemellarità;

- Alcune malformazioni del feto;

- Aver già avuto in precedenza un parto prematuro, un aborto o una gravidanza conclusasi con morte del feto;

- Aver avuto un figlio che alla nascita pesava meno di 2.5 kg o più di 4 kg;

- Aver avuto il primo figlio in età avanzata o sotto i 20 anni;

- Aver avuto nel corso della gravidanza emorragie dai genitali.

Esistono poi altre cause che possono determinare un parto pretermine spontaneo come lavori pesanti, stress da gravidanza indesiderata, ecc.

Il parto prematuro si manifesta con contrazioni e spesso con perdite di sangue e liquido amniotico. In questi casi è opportuno recarsi immediatamente in una struttura ospedaliera per una visita e il trattamento dl caso. E’ opportuno sottolineare che l’inizio del travaglio può non portare necessariamente al parto: la somministrazione di alcuni farmaci e il riposo forzato, possono bloccare o quanto meno ritardare il parto e consentire al feto di completare il suo sviluppo. Vi è inoltre la possibilità di somministrare al feto degli steroidi, che contribuiscono a completare lo sviluppo polmonare, sviluppo che non avviene prima della trentaquattresima settimana di gestazione.

Quali le conseguenze?

Per la madre, se il parto è spontaneo, non comporta rischi, tranne qualche rara difficoltà nella fase del secondamento. Per il bambino, considerato che lo sviluppo del feto si completa alla quarantesima settimana, i rischi saranno tanto maggiori quanto maggiore sarà l’anticipo, con seri problemi di adattamento nella vita extra-uterina. La necessità di accertamenti, osservazione e cure aumenta proporzionalmente al grado di immaturità. I casi di mortalità si sono ridotti notevolmente negli ultimi anni grazie ai passi da gigante fatti dalle terapie intensive neonatali. Va tuttavia sottolineato che, la nascita avvenuta quando non si è completato lo sviluppo del feto, può portare danni irreversibili ad organi ed apparati, deficit mentali o fisici permanenti.

Il parto prematuro può essere, in alcuni casi, anche indotto. Ciò può essere necessario in caso di qualche complicazione che provochi una grave sofferenza materna o fetale. Con una serie di controlli si accerta il peso e la maturità polmonare del feto e, se necessario, farmacologicamente, la induce. Normalmente poi si ricorre al cesareo per evitare che lo stress fisico di un eventuale parto naturale possa nuocere al nascituro.

pubblicato da Imma Manna

di Giaden Cosmetici srl


Iodoprofilassi: indicazioni e monitoraggio del Ministero della Salute

Lo iodio è un micronutriente presente nel nostro organismo (circa 10-20 mg) ma troppo spesso sottovalutato.
Esso è presente principalmente nella tiroide, una piccola ghiandola che produce delle sostanze chiamate ormoni che libera direttamente nel sangue: la triiodotironina - T3 e la tiroxina - T4.
Questa ghiandola è situata nella parte anteriore del collo, normalmente pesa meno di 30 grammi e contiene il 70-80 % dello iodio contenuto nel nostro organismo.

Lo iodio riveste un ruolo biologico essenziale negli esseri umani poiché regola la termogenesi, influenza il metabolismo glucidico, proteico e lipidico ed infine favorisce la fissazione ossea del calcio.

Dove si trova

E’ possibile assumere iodio anche attraverso alcuni tipi di alimenti che lo contengono per propria natura:

•Prodotti della pesca (sgombri, merluzzo, cozze, tonno, scampi)

•Uova

•Prodotti lattiero-caseari

•Carne

•Cereali

•Frutta e verdura

Ma attenzione agli alimenti gozzigeni, ossia quegli alimenti che contengono sostanza in grado di bloccare l'assorbimento di iodio. Queste sostanza sono particolarmente presenti in:cavoli, cipolla, colza, crescione,manioca, noci, rafano, rapa, ravanello, ravizzone, rucola, senape.
L’azione gozzigena non è necessariamente rilevante ma occorre tenerla presente in quelle regioni in cui l’assunzione di iodio con la dieta o per altri motivi è scarsa.

Dosi raccomandate

Le dosi di assunzione giornaliere raccomandate dai LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Nutrienti) sono di 150 mcg e, per la donna, 175 mcg in gravidanza e 200 mcg durante l'allattamento.
Durante l'allattamento viene raccomandato un apporto giornaliero di 50 µg in più dei livelli normali per gli adulti, per compensare la quota di iodio secreta nel latte. In gravidanza si raccomanda un surplus di 25 µ g/die, per tenere conto delle esigenze per lo sviluppo fetale.

Carenza iodica

La carenza di questo micronutriente può provocare l'insorgenza del gozzo e di altre patologie ad esso collegate.
In Italia sono circa sei milioni i soggetti che hanno problemi di gozzo, cioè presentano un ingrossamento della tiroide.

IODOPROFILASSI IN ITALIA

Da un punto di vista clinico la carenza di iodio causa ipotiroidismo, gozzo, rischio di aborto, cretinismo.
Una carenza iodica prolungata può portare all’ipotiroidismo, che, quando si verifica durante l’accrescimento, può causare alcuni problemi neurologici, fino al cretinismo.
Una carenza iodica prolungata può portare all’ipotiroidismo, che, quando si verifica durante l’accrescimento, può causare alcuni problemi neurologici, fino al cretinismo.

In Italia si calcola che circa il 12% dell’intera popolazione adulta sia affetta da gozzo, e che nella popolazione scolare la prevalenza sia del 10% per le regioni centro-settentrionali e del 20% per quelle meridionali e insulari. La quantità di iodio assunta con gli alimenti non è sufficiente a garantirne l'apporto giornaliero raccomandato (150 mcg), per integrarne l’assunzione basta semplicemente usare sale arricchito di iodio al posto del comune sale da cucina.

Progetto OSNAMI

Gli effetti e l’efficacia sulla salute della nuova politica di iodoprofilassi introdotta con la nuova legge sono valutati dall’Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della lodoprofilassi in Italia (OSNAMI), istituito presso l’istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il Ministero della Salute, il Comitato Nazionale per la prevenzione del gozzo e alcuni esperti del settore.

L'Osservatorio ha il compito di sviluppare un piano specifico di monitoraggio basato sui seguenti indicatori di efficacia da applicare a campioni di popolazione scolare selezionata secondo criteri epidemiologici:

•escrezione urinaria di iodio;

•frequenza di TSH >5 mU/L nei nuovi nati;

•consumo di sale iodato;

•contenuto di iodio nel sale iodato;

•prevalenza di gozzo nella popolazione scolastica

I dati sono raccolti da Centri Regionali di riferimento ed inviati all'Osservatorio Nazionale che provvederà alla loro elaborazione statistica ed analisi. L'OSNAMI si avvale di una rete di laboratori già attiva sul territorio nazionale costituita dai 26 Centri di Screening regionali ed inter-regionali che partecipano al Registro Nazionale degli Ipotiroidei Congeniti, coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità.

A quest’ultimo i Centri forniranno periodicamente i dati relativi ai valori di TSH nella popolazione esaminata, al fine di valutare la frequenza di neonati con valori di TSH alla nascita superiore a 5 mUI/ml. La sorveglianza di eventuali nuovi casi di ipertiroidismo prevede l'analisi dei dati relativi al consumo dei farmaci antitiroidei in collaborazione con le strutture del Ministero della Salute, deputate alla farmacovigilanza sul territorio nazionale. Il rilevamento di nuovi casi di ipertiroidismo si avvarrà inoltre della collaborazione dei medici di medicina generale.

fonte: Ministero della Salute

Linee di indirizzo nazionale per la Ristorazione ospedaliera e assistenziale

La Conferenza Stato-Regioni ha approvato le Linee di indirizzo nazionale per la Ristorazione ospedaliera e assistenziale, messe a punto dal Ministero della Salute.
“La ristorazione ospedaliera – ha sottolineato il Ministro della salute Prof. Ferruccio Fazio – è parte integrante della terapia clinica perché il cibo rappresenta strumento per il trattamento della malnutrizione, problema fino ad oggi sottovalutato. Una corretta alimentazione durante il ricovero, particolarmente degli anziani e dei lungodegenti, diventa parte integrante del percorso di cura. La malnutrizione comporta una maggiore vulnerabilità alle malattia e ricoveri ripetuti.”

Le Linee di indirizzo sono rivolte a tutti gli operatori della ristorazione ospedaliera e assistenziale e indicano strategie gestionali e clinico-nutrizionali da adottare per la prevenzione e cura della malnutrizione e per migliorare il rapporto con il cibo dei pazienti ricoverati.

Consulta la sintesi delle linee guida

MAI PIU' SENZA CAPELLI - Vera Peiffer

Metodi per combattere la calvizie maschile e femminile e per la ricrescita dei capelli

Capita a sempre più persone di svegliarsi la mattina e trovare il cuscino cosparso di capelli. Oppure di guardarsi allo specchio e accorgersi che i capelli si stanno diradando sempre più. Perdere i capelli è un'esperienza traumatica. E spesso i rimedi proposti dalla medicina convenzionale non danno i risultati sperati: anzi, spesso indeboliscono il fisico e la mente. Questo libro offre una spiegazione dei disturbi più diffusi legati alla caduta dei capelli e propone alcuni efficaci rimedi naturali per ripristinare la crescita naturale dei capelli. Il cd allegato contiene un esercizio di autoipnosi messo a punto dall'autrice come metodo di rilassamento coadiuvante alla ricrescita dei capelli, con musiche originali composte da Capitanata. Vera Peiffer è kinesiologa esperta di ipnosi. Ha vissuto personalmente il trauma di perdere tutti i capelli quando aveva quattordici anni. Dopo aver seguito per anni trattamenti medici che non hanno risolto il problema mettendo invece a dura prova il suo fisico, ha studiato una combinazione di rimedi naturali con la quale ha favorito e ripristinato la ricrescita naturale dei suoi capelli.
 
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CUCINA PER DIABETICI. LE RICETTE DEL BENESSERE - E. Del Forno (CUR.)

Editore: GRIBAUDO

Pubblicazione: 12/2010

Numero di pagine: 128

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ASCESSI, FISTOLE ANALI E RETTOVAGINALI - Mario Pescatori

Esperienze e riflessioni di un coloproctologo

Il volume illustra in una prima parte la storia della chirurgia delle fistole, l'anatomia della regione anorettale, il ruolo della flora batterica, la descrizione dei vari interventi, convenzionali e nuovi, compreso l’impiego delle cellule staminali, la preparazione diagnostica con immagini e altri esami, la cura post-operatoria del paziente con i controlli e le medicazioni e le revisioni chirurgiche, la psicosomatica della sepsi anorettale, il problema delle recidive e della continenza. Storie sui luoghi e sui protagonisti della proctologia, primi fra tutti i chirurghi del St Mark’s Hospital, arricchiscono la trattazione accompagnate da disegni illustrativi, foto ambulatoriali, radiografie, RMN ed ecografie .

Nella seconda parte il volume assume le caratteristiche di un atlante di chirurgia, offrendo una rassegna delle principali tecniche utilizzate nella pratica clinica con foto a colori dei campi operatori.

I principali tipi di intervento sono illustrati da diversi casi clinici, alcuni dei quali dedicati alle novità come il “plug” e la colla di fibrina, altri alle fistole “a ferro di cavallo”, ai lembi di avanzamento rettale e alle fistole retto-vaginali semplici e complesse.

Lo scopo del libro, destinato a coloproctologi, chirurghi, gastroenterologi, radiologi e ginecologi, è di offrire al lettore una chiave “ragionata passo dopo passo” per la chirurgia di queste affezioni, ricordando, come scrisse John Goligher, che è più difficile guarire una fistola complessa e recidiva che operare un cancro del retto.

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Sinusite: curarla con il miele

Mille gli usi del miele grazie alle sue molteplici proprietà. Gli scienziati canadesi dell’università di Ottawa, hanno evidenziato che, oltre alle applicazioni culinarie e nel campo cosmetico ed estetico, il prodotto delle api ha una forte attività battericida su tre differenti tipi di batteri responsabili della rinite cronica (Stafilococco Aureo Meticillino-sensibile (MSSA), dello Stafilococco Aureo Meticillino resistente (MRSA) e dello Pseudomonas Aeruginosa)
Ricordiamo difatti che la sinusite consiste nell'infiammazione della mucosa di uno o più seni paranasali. Di solito la sinusite compare in seguito a un'infezione della cavità nasale, ma anche le lesioni o fratture delle ossa che delimitano i seni paranasali o un'infezione di un dente dell'arcata superiore, soprattutto il canino, possono causare la patologia. Alcune malformazioni congenite, come la deviazione del setto nasale, possono essere causa di sinusite.

Tuttavia la causa principale che determina l’insorgenza della sinusite è la riduzione o il completo blocco della ventilazione, cioè dell’ingresso dell’aria nella cavità che avviene nel corso della respirazione, alterando la fisiologia della mucosa sinusale e favorendo la stasi delle secrezioni e la conseguente sovrainfezione microbica : ed è proprio in questa direzione che gli scienziati hanno rivolto le loro ricerche

Due le qualità di miele che hanno evidenziato effetti superiori agli antibiotici: il miele di Manuka, pianta spontanea neozelandese, e il miele di Sidr, albero anticamente considerato sacro che cresce nello Yemen.

Gli scienziati hanno dimostrato che questi tipi di miele, dalle grandi virtù antibatteriche, riescono a distruggere i biofilm che proteggono i batteri, rendendo cosi amplificati anche gli effetti degli antibiotici nella cura della sinusite cronica.
Partendo da queste ultime scoperte che ora i ricercatori stanno mettendo a punto il metodo più efficace per somministrare il questi tipi di miele ai pazienti affetti di sinusite cronica. Nel frattempo non ci resta che continuare a godere di questo meraviglioso prodotto naturale sia in campo culinario che in campo estetico e cosmetico con tutti quei prodotti speciali che utilizzato questo principio attivo dal trattamento delle rughe ai saponi.

pubblicato da Imma Manna

di Giaden Cosmetici srl

Come ingrandire un Seno piccolo

Quanto segue ha livello puramente indicativo e quanto detto si riferisce all'illustrazione dei vari rimedi possibili, la decisione su quale metodo seguire per ottenere il risultato desiderato dovrà avere come riferimento comunque una persona che abbia una competenza certificata riguardo agli aspetti trattati in questo articolo.
Un seno piccolo può farti sentire a disagio e può influire in maniera negativa sul tuo sex appeal, la genetica ricopre un ruolo chiave nelle nostre forme e così ci sono persone dotate ed altre meno, ma comunque molto può essere fatto per migliorare il proprio aspetto e il seno non fa eccezione. Ci sono molti modi per avere un aspetto migliore e si possono così classificare: reggiseni push-up e a balconcino e relativi accessori, ginnastica e dieta, integratori alimentari e chirurgia cosmetica.

Se vuoi solo giocare sull'apparenza allora puoi usare i classici push-up o i reggiseni a balconcino, puoi anche usare accessori come lunette, inserti sottoseno e coppe oppure puoi anche incrociare le bretelle in quanto alzerà il seno ponendolo in evidenza.

Attraverso l'esercizio e un'opportuna dieta un accrescimento delle dimensioni può essere ottenuto esercitando la parte superiore del tronco in quanto il seno è posto sopra i muscoli pettorali, tale esercizio alzerà il seno evidenziandolo e vista la sua composizione primariamente adiposa un'opportuna dieta aiuterà sicuramente: molti cibi, principalmente la soia, contengono isoflavoni che sono dei fitoestrogeni vegetali che hanno una struttura chimica molto simile a quella degli estrogeni femminili e quindi ne emulano il comportamento. I semi di sesamo, di lino e l'applicazione sul petto degli oli derivati possono dare un notevole contributo, erbe come il finocchio,il fieno greco, la verbena, la galega e l'avena che è un cereale sono ben conosciuti per il loro benefico apporto. I trattamenti per il seno presenti sul mercato sono basati su queste erbe e sulla loro capacità di stimolare il sistema ormonale con conseguente crescita del seno in termini di volume. L'alimentarsi di cibi ricchi di fitoestrogeni dovrebbe essere accompagnato anche dall'assunzione delle erbe menzionate in quanto da soli non sono in grado di dare il fabbisogno di fitoestrogeni richiesto per produrre la dovuta spinta ormonale.

Abbiamo parlato all'inizio di genetica e di come sia importante, i metodi illustrati producono risultati benefici ma non possono stravolgere la struttura fisica del seno così se hai già provato i rimedi esposti e non sei soddisfatta dei risultati allora hai pensato alla chirurgia estetica come ad una possibile soluzione. Per avere un seno perfetto la chirurgia è un percorso obbligato, molte modelle vi ricorrono in quanto un corpo perfetto per loro è essenziale. Ovviamente non è una decisione da prendersi alla leggera: richiede infatti una ponderata valutazione dei pro e dei contro, dei costi e dell'effettiva necessità, ma se sei già decisa nel compiere questo passo allora dovrai documentarti in maniera più approfondita su questo tipo di intervento e sulle sue varianti.

La scelta del chirurgo è fondamentale: il costo varia come la qualità del servizio offerto ma si può risparmiare notevolmente senza per questo optare per un trattamento di seconda classe, infatti è comune farsi operare in altri paesi dove si possono trovare professionisti di tutto rispetto ma a prezzi decisamente inferiori tanto che il costo del viaggio e dell'operazione messi insieme sarebbero comunque inferiori a quanto si spenderebbe nel proprio paese.

pubblicato da  Flaminio Ranzato

Consigli per rimettersi in forma dopo le abbuffate di Natale

Il natale ormai passato ci ha lasciato in dono qualche chilo in più, conseguenza delle tavole imbandite, delle feste con amici, di cocktail e calici di spumante a volontà. Ma cosa possiamo fare per iniziare il nuovo anno in buona forma e cominciare a rendere sodo il nostro corpo in vista dell’estate, dicendo addio agli accumuli adiposi e proteggendoci dalle smagliature che potrebbero comparire durante l’aumento e la successiva perdita di peso?

Ecco i consigli da seguire.

- Innanzitutto prima di cominciare ogni dieta, non fatevi ossessionare dal cibo e da ciò che si può o non si può mangiare. Il primo passo per una dieta di successo è acquisire consapevolezza di ciò che mangiamo ed avere una maggiore conoscenza su nutrizione e corretta alimentazione;

- È importante mangiare lentamente e masticare a lungo il cibo per facilitare il lavoro del sistema digerente ed ottenere cosi una facile digestione; inoltre la lunga masticazione dà la sensazione di una maggiore sazietà;

- Si raccomanda un alimentazione sana e senza cedere alle piccole tentazioni che a lungo andare inficerebbero i nostri sacrifici, facendoci ritrovare nuovamente con gli odiosi cuscinetti di grasso;

- Evitare pasti abbondanti, cercando di mangiare poco e spesso;

- Diminuire il consumo di carboidrati consumando meno pasta e pane;

- Sostituire i cibi ricchi di grassi con alimenti poveri di grassi;

- Si a carne bianca come pollo, tacchino, coniglio e pesce, cucinati alla griglia, lessi o al forno, evitando cibi fritti ed intingoli;

- Bere tanta acqua, almeno due litri al giorno;

- Per assicurare il giusto apporto di vitamine, sali minerali, oligoelementi e fibre all’organismo mangiare ogni giorno almeno cinque porzioni di frutta fresca e verdura di stagione;

- Mangiare con moderazione formaggi e latticini;

- Evitare bevande ipercaloriche preferendo quelle ipocaloriche;

- Ridurre al minimo il consumo di alcool;

- Evitare dolce e gelati;

- Praticare almeno un ora di palestra tre volte alla settimana per tonificare e rassodare il corpo;

Si raccomanda comunque di evitare diete drastiche che oltre a non funzionare, nel lungo periodo possono anche essere dannose. In termini calorici è sufficiente ridurre di un terzo le calorie che si è soliti assumere: in questo modo la perdita di peso sarà graduale e potrà essere mantenuta nel tempo e se il calo di peso risulta eccessivo si raccomanda di utilizzare un prodotto antismagliature durante tutto il periodo della dieta.

pubblicato da Imma Manna

di Giaden Cosmetici srl

Sindrome premestruale: ridurne gli effetti con una corretta alimentazione

La sindrome premestruale, nota in ambito medico come PMS consiste in una serie di disturbi che compaiono normal­mente 4-8 giorni prima dell'ini­zio del ciclo e si intensificano fino a scomparire con l'arrivo delle mestruazioni. I disturbi più frequenti sono a livello fisico che psicologico:

- mal di testa, emicrania

- gonfiore al seno ed alle caviglie

- gonfiore addominale e aumento di peso

- scarsa concentrazione e spossatezza

- irritabilità, sbalzi d’umore e aggressività

- crisi di pianto e manifestazioni depressive.

Non esistono degli esami specifici che consentono ad una donna di verificare quanto soffrono della sindrome premestruale. In particolare la diagnosi si basa sul carattere ciclico, mensile, della comparsa dei sintomi. Per questo si consiglia di scrivere un diario registrando data di arrivo delle mestruazioni ed i sintomi avvertiti.

Non sono ancora ben chiare le cause che la scatenano, probabilmente sono la conseguenza di diversi fattori ormonali, metabolici e psicologici. Per lungo tempo si è pensato che la sindrome fosse provocata da iperestrogenismo, ovvero da un innalzamento dei livelli di estrogeni nel sangue che provocano un aumento della permeabilità capillare, che potrebbe giustificare molti sintomi. Ma sono plausibili anche altre teorie come la riduzione dei livelli di serotonina, neurotrasmettitore la cui carenza potrebbe spiegare gli sbalzi d’umore.

In caso di sospetta sindrome premestruale alle donne si consiglia di rivolgersi al proprio medico di famiglia che potrà, solo nei casi più gravi, valutare l’opportunità di una cura adeguata, ad esempio a base di vitamina B6, diuretici, antidepressivi, estrogeni.

Molto spesso è sufficiente rivedere gli stili di vita e le abitudini alimentari per avere primi effetti positivi. Sono ritenuti alimenti amici, ovvero che aiutano a prevenire i disturbi premestruali:

- Cereali integrali: contengono molta vitamina B6 e aiutano a mantenere costante il livello di zuccheri nel sangue. Si ritiene che gli sbalzi della glicemia possano incrementare i di­sturbi della PMS.

- Yogurt magro: rappresenta un'ottima fonte di calcio che, come il magne­sio, aiuta a ridurre i sintomi del­la sindrome premestruale.

- Pesce: permette all’organismo l’assunzione di omega3, che favoriscono il mantenimento di un buon equilibrio emotivo, riducendo il rischio di cadere preda di ansia e de­pressione. Evitare solo il pesce fritto.

- Vegetali a foglia verde: contengono molto ma­gnesio e di calcio. Le insalate, ad esempio, sono alimenti idra­tanti e remineralizzanti ed è beve averne sempre un po’ nel proprio piatto.

- Frutta secca non salata: è un alimento natural­mente ricco di magnesio. E’ sufficiente mangiare 3-4 noci al giorno.

- Soia: ricca di fìtoestrogeni, ormoni che favoriscono l'equili­brio ormonale dell'organismo.

Sono ritenuti cibi nemici delle donne nella fase premestruale:

- Bevande nervine: agiscono sul sistema nervoso. Evitare quindi l’assunzione di caffè, te, vino, birra e, soprattutto, superalcolici.

- Sale: ridurre il consumo di sale che favorisce la ritenzione idrica e aumenta la fastidiosa sensazione di gonfiore.

- Cibi salati: evitare di mangiare nella settimana prima del ciclo salumi, carne conservata, olive in salamoia. il salmone affu­micato e il tonno in scatola, oltre a palatine fritte, crackers, focacce, salatini ed altri snack salati. Rinuncia­re anche ai formaggi a lunga stagionatura molto saporiti come il parmigiano ed il pecorino.

- Pochi gras­si: è opportuno controllare l’apporto giornaliero di grassi, cercando di privilegiare quelli di origine animale per limitare la produzione di estroge­ni da parte dell'organismo, con­trastando gli squilibri ormonali tipici della sindrome premestruale.

pubblicato da Rosvanna Lattarulo

di Farman & C. snc

Integratori alimentari e loro caratteristiche

Gli alimenti arricchiti e gli integratori alimentari non sono da considerarsi come dietetici perché rispondo a precise necessità nutrizionali o condizioni fisiologiche particolari. La loro assunzione permette di migliorare carenze nutrizionali, assimilare delle sostanze di cui il nostro corpo ha bisogno, migliorare il metabolismo oppure le funzioni fisiologiche del nostro organismo.

Attualmente, il ministero della Salute non approva la completa commercializzazione di questi prodotti che devono seguire un certo modello di etichetta.

Infatti, appena ricevuta l’etichetta il Ministero della Salute procede, se lo ritiene necessario, a dare atto ad approfondimenti inerenti le peculiarità, le proprietà e l’uso dei prodotti. Può richiedere anche una documentazione tecnica, le finalità di impiego e le idoneità ad un impiego alimentare.

Assieme a queste procedure ve ne sono altre in cui si cerca di far rispettare le norme sulla sicurezza alimentare, tutelare la salute dei consumatori e soprattutto porre in commercio una sostanza che sia efficace ed adeguata dal punto di vista nutrizionale e che non apporti scompensi su coloro che la assumono.

Gli integratori sono prodotti che appartengono all’area alimentare, sono a base di vitamine minerali ed altre sostanze nutrizionali.

Questi elementi sono diretti a favorire lo stato di benessere e non puntano solo a colmare carenze alimentari. Le erbe utilizzate devono avere uno scopo nutrizionale e non devono essere usate quelle che normalmente si vendono in farmacia. Sono state prese delle posizioni in merito all’impiego di componenti vegetali come “iperico”, “citrus aurantium”, “ginkgo biloba” e “bioflavonoidi.

In questo gruppo possono esservi anche componenti non di origine vegetale ma naturali come ad esempio propoli e pappa reale.

pubblicato da Roberto Brunetti

di Fitshop

Fisioterapia: tecniche e strumenti

La fisioterapia è l’insieme degli strumenti, delle tecniche e dei metodi utilizzati da un medico specializzato e abilitato alla professione per alleviare i dolori e i traumi conseguenti a patologie in corso sulle parti del corpo di un paziente.

Il fisioterapista è abilitato a svolgere autonomamente i propri interventi di prevenzione, cura e riabilitazione motoria, neurologica o respiratoria per alleviare e risanare traumi conseguenti ad eventi patologici di varia natura; può operare in collaborazione con altre figure specializzate all’interno di centri di riabilitazione ospitati in una struttura pubblica o in una casa di cura privata.

Le prime tecniche riabilitative di tipo fisioterapico nascono alla fine del 1800 in seguito ai progressi compiuti dalla neurologia, ma è solo con il secondo dopoguerra che si registra l’esplosione delle più diverse tecniche riabilitative, ciascuna portatrice di un suo specifico e delimitato sapere.

Oggi possiamo classificare questa grande varietà di metodologie fisioterapiche in quattro grandi aree:

- Tecniche fisioterapiche passive e attive analitiche

- Tecniche fisioterapiche attive funzionali e posturali

- Tecniche basate su meccanismi “riflessi” neurovegetativi

- Tecniche di facilitazione neuromuscolare

- Esercizio Terapeutico Conoscitivo

- Riabilitazione neurocognitiva.

Obiettivi comuni ad ogni tipo di trattamento sono:

- la Riduzione e l’annullamento del dolore

- la Normalizzazionee il recupero funzionale delle strutture neuro-muscolo-scheletriche disfunzionali e sintomatiche

- la Riabilitazione funzionale che mira all’integrazione dei risultati ottenuti nella funzionalità quotidiana in vista del recupero della più normale vita lavorativa e di relazione.

pubblicato da  Fabio Cesali
per  Casa di Cura Villa Montallegro

Consigli e precauzioni per i Tatuaggi

Il tatuaggio consiste in trattamenti che comportano l’inserimento di sostanze chimiche negli strati intracutanei, al fine di rendere visibile e permanente un effetto cromatico e decorativo particolare sulla pelle, quindi occorre porre particolare attenzioni alle problematiche a carattere tossicologico ed epidemiologico.

Il primo screening da effettuare prima di effettuare il tatuaggio è quello di verificare il proprio stato di salute per sapere se si è predisposti a particolari allergie in quanto l’inchiostro, a seconda del colore, contiene sostanze diverse: il giallo può contenere solfuro di mercurio o cadmio, il blu il cobalto e cosi via.

Il secondo passo è quello di verificare la competenza del tatuatore. E’ necessario ricorrere ad operatori competenti, scrupolosi ed in grado di svolgere tale attività in condizioni di sicurezza per la salute delle persone. Assicuratevi che abbia l’autorizzazione dell’ASL e che lavori secondo gli obblighi di legge: ovvero con camice, guanti e mascherine.

I possibili rischi per la salute devono inoltre essere esposti dagli operatori del settore in quanto possono avere anche conseguenze serie: Epatite B, Epatite C e l’AIDS, la cui fonte di trasmissione è stata sovente riscontrata proprio nelle pratiche scorrette di esecuzione del tatuaggio.

La scelta della parte del corpo deve essere mirata oltre che all’estetica ed alla visibilità, un tatuaggio ben fatto può essere infatti eccitante per la donna o l’uomo che lo guarda, ma anche in base alla sopportazione personale del dolore: se la soglia è bassa sarà meglio evitare caviglia, piedi e mani ma preferire glutei, cosce e seno.

Non per ultimo si deve tener presente anche la stagione, preferire l’inverno sarà sicuramente meglio in quanto sudore, raggi solari e acqua di mare possono far perdere l’effetto desiderato ai colori e alla definizione delle linee del nostro tatuaggio.

Se siete una mamma o un papà ricordatevi che occorre il vostro consenso scritto per far eseguire un tatuaggio su vostro figlio se questo è minorenne, difatti una sentenza della Cassazione di Torino ha condannato per lesioni volontarie un centro tatuaggi che aveva eseguito il tatuaggio sul corpo di un minorenne, privo del “valido consenso” dei genitori.

Resta da definire cosa farsi tatuare ma per questo lasciamo la scelta al gusto personale ricordando che se pur un bel tatuaggio può essere un eccitante ed un afrodisiaco visivo durante l’atto sessuale, resta pur sempre qualcosa di indelebile che può essere eliminato solo con diverse e costose sedute di laser che spesso lasciano cicatrici ed un risultato non del tutto soddisfacente.

Evitate di tatuarvi il nome della vostra amante, sono i tatuaggi più cancellati!

pubblicato da Imma Manna

di Giaden Cosmetici srl

Mal di testa e Cefalee, combatterle con l’olio di oliva

Attribuita a diverse cause quali ansia, insonnia, stress, stanchezza, fumo, alimentazione, sforzi fisici nonché tutte quelle cause che possono alterare i meccanismi funzionali del dolore, la cefalea è una patologia i cui sintomi non sono ancora del tutto ben noti ma i rimedi impazzano per forme e tipologie, dai trattamenti farmacologici fino al bagno caldo rilassante.

Sullo studio delle cause che provocano le emicranie si sono concentrate le ultime ricerche.

Le cause alla base del mal di testa possono brevemente racchiudersi in:

• distensione, trazione o dilatazione dei vasi sanguigni (arterie e vene) intra o extra cranici;

• compressione, trazione o infiammazione dei nervi cranici;

• infiammazione, contrattura o compressione dei muscoli extracranici e cervicali;

• Infiammazione delle meningi.

L’utilizzo farmacologico per il trattamento dell’emicrania è spesso basato sull’assunzione dell’ibufrene, che durante il suo utilizzo provoca il più delle volte un leggero pizzicore alla gola.

È da quest’ultimo e quasi insignificante indizio che lo scienziato Gary Beauchamp è partito per la sua ricerca dopo aver preso parte ad una degustazione di olio di oliva in Sicilia.

Lo scienziato, insieme agli esperti chimici del Chemical Center di Philadelphia, dopo che per caso aveva notato che l’assunzione dell’olio di oliva provocava lo stesso pizzicore alla gola che si avvertiva dopo l’assunzione del farmaco a base di ibufrene per il trattamento della sua cefalea, ha riscontrato le stesse proprietà antinfiammatorie per l’oleocantale, ovvero un composto chimico contenuto per l’appunto all’interno dell’olio di oliva.

La ricerca ha evidenziato le ottime proprietà antinfiammatorie dell’oleocantale e gli effetti benefici che esso ha sugli stati infiammatori del corpo umano.

È da precisare che questo composto chimico, ideale per il trattamento del mal di testa, è presente però solo negli olii di oliva di qualità ovvero extravergine e spremuti a freddo.

Quindi fra i tanti rimedi per far passare il mal di testa è da annoverare anche una cena a base di insalata condita con dell’ottimo olio extravergine spremuto a freddo seguita poi dal famoso bagno caldo e perché no da un trattamento a base di emulsioni che possono rilassarci prima di un sonno ristoratore.

pubblicato da Imma Manna

di Giaden Cosmetici srl

Colpo di frusta: capirne i meccanismi e trattarlo correttamente

In Italia la patologia traumatica più frequente in seguito ad incidente stradale, e quella per cui più spesso si chiede il risarcimento del danno alle compagnie di assicurazione, è il colpo di frusta cervicale. La percentuale è, infatti, di due lesioni su tre (66%).
Il meccanismo lesivo si verifica essenzialmente in corso di infortunistica stradale; si tratta di una scossa improvvisa e violenta che fa rovesciare indietro la testa, per poi riportarla, con altrettanta violenza, in avanti. Ciò avviene per la concomitanza di due movimenti forzati, . I tre incidenti tipici sono:

l'urto frontale - l'urto laterale - il tamponamento

Nei classici casi di distorsione meno gravi si potranno avere soltanto danni legamentosi da stiramento e contusione delle strutture articolari, Nei casi più gravi, di competenza traumatologico-chirurgica, si possono verificare rotture dei legamenti, erniazioni discali, fratture vertebrali. Andranno trattati con trazione per qualche settimana ed immobilizzazione in Minerva gessata.

Tali distorsioni cervicali tendono ad essere sottostimate in quanto, in seguito ad un incidente automobilistico, inizialmente si pensa d'essersi salvati con i soli danni materiali alla vettura. In un incidente, in prima istanza, si propende a valutare la presenza di traumi più gravi che abbiano comportato lesioni cutanee, muscolo-tendinee o fratture ossee; mentre la sintomatologia cervicale e i disturbi neurovegetativi associati, anche, se presenti, si manifestano con intensità modesta.

Nientemeno il paziente tende a non richiedere le cure del Pronto Soccorso se gli sembra possibile e, se lo fa, di solito, è per motivi legali assicurativi più che per la necessità di cure o indagini diagnostiche. Qualche giorno, settimana o perfino anni più tardi, quando non si pensa più all'accaduto, vengono alla luce le vere conseguenze del trauma subito.

Bisogna aver presente infine che ogni colpo di frusta è unico per se stesso; infatti sono parecchi i fattori che possono diversificare un caso dall'altro: l'età, il sesso, la dinamica dell'incidente, la gravità dell'impatto.

La sindrome da colpo di frusta è una condizione che interferisce negativamente sulla qualità di vita dal momento che i sintomi tendono a persistere mesi o anni, anche se attenuati dopo le cure, spesso associati a classici disturbi neurovegetativi.

TRATTAMENTO

Il riposo. E' necessario un periodo di almeno due settimane durante il quale si limiteranno al massimo i movimenti del collo e della testa.

Collare di Schanz . L'uso di un collare, rappresenta quasi sempre la cura più efficace, a patto di non eccedere con i tempi di immobilizzazione.

La terapia farmacologica ha possibilità e limiti ben definiti. Di norma vengono somministrati antiflogistici, analgesici, miorilassanti e tranquillanti al fine di ridurre la sintomatologia dolorosa, di ottenere un effetto miorilassante e di sedare l'ansia che inevitabilmente accompagna il decorso della malattia cervicale.

La massoterapia favorisce il rilasciamento muscolare ed essere un complemento della rieducazione funzionale. Esplica i suoi effetti terapeutici mediante due meccanismi principali:

azione diretta (o meccanica) e azione indiretta (o riflessa).

I "pompages" cervicali infatti, favoriscono un benefico rilassamento muscolare opponendosi alle contratture riflesse. Prescritti da soli, o in associazione alle classiche terapie fisiche, permettono una risoluzione della sintomatologia

Le mobilizzazioni vertebrali possono essere impiegate nel blocco della colonna cervicale, dando un certo sollievo; oltre eventualmente ad esercizi di kinesiterapia che consistono in un insieme di particolari movimenti o mobilizzazioni attive e passive che servono, in questa precisa circostanza, al recupero della normale funzione articolare.

Gli ultrasuoni sono vibrazioni sonore.

L'effetto principale terapeutico è produrre calore (non doloroso) in profondità in modo che l'articolazione venga "nutrita" meglio dal sangue

La stimolazione elettrica transcutanea (TENS) rappresenta una tecnica non invasiva, sicura e discretamente efficace.

La magnetoterapia viene impiegata nelle patologie dolorose del rachide cervicale specie da distorsione, in virtù dei postulati effetti antiedemigeni ed antinfiammatori.

Anche la laserterapia è un efficace supporto in alcuni dolori del rachide in toto (contratture dolorose, dolori muscolo-legamentosi, ecc.).

Una citazione particolare va fatta per il metodo sviluppato da Robin Mc Kenzie, un fisioterapista della Nuova Zelanda e fondatore del McKenzie Institute International.

La parte vitale della metodica McKenzie, per la cura delle patologie della colonna vertebrale, consiste nell'educazione del paziente a mantenere posture corrette per aiutare a prevenire il ripresentarsi del problema.

pubblicato da Stefano Giordanini

di Centririunitiinfortunistica

Prevenire ictus ed infarto con la cioccolata fondente

Una ricerca tutta italiana  ha dimostrato e trovato la giusta quantità di cioccolato fondente da assumere per proteggere arterie e cuore, abbassando quindi la probabilità di avere un infarto o un ictus.
6,7 grammi al giorno è la quantità giusta da consumare per ottenere tutti i benefici peculiari del cioccolato fondente o extra dark, ovvero un quadratino due o tre volte alla settimana pari a mezza tavoletta : attenzione però a non eccedere in quanto, aumentando le dosi, scompaiono i possibili benefici per l’elevato contenuto calorico ed i relativi grassi contenuti in modo intrinseco nel cioccolato stesso.

I risultati della ricerca, condotta dall’università cattolica di Campobasso in collaborazione con l’istituto tumori di Milano, sono stati pubblicati sul Journal of nutrition ed hanno evidenziato, dopo aver condotto la sperimentazione su un campione di quasi cinquemila persone, come il consumo della giusta quantità giornaliera di cioccolato fondente abbassi il livello di proteina C reattiva, che rappresenta un marker per misurare lo stato di salute delle arterie.
La riduzione del marker si traduce in una riduzione di circa il 30% per le donne e del 25% per gli uomini di ammalarsi di patologie cardiovascolari . L’effetto benefico del cioccolato fondente risiederebbe nelle proprietà antiossidanti del cacao , in particolare della epicatechina , un flavonoide capace di rilassare dei vasi sanguigni e rafforzare le capacità antiossidanti totali del sangue nonché ridurre il danno ossidativo dei lipidi.

I ricercatori sottolineano però che i vantaggi del cioccolato fondente si ottengono solo con l’assunzione della giusta quantità e senza eccedere nelle dosi e assumendo solo cioccolato extra dark in quanto l’effetto benefico scompare per il cioccolato al latte , dove, gli studi condotti, hanno evidenziato che i polifenoli del cacao si legano alle proteine del latte riducendone l’effetto anti radicali liberi.

pubbblicato da Imma Manna

di Giaden Cosmetici srl
 

Che cosa sono gli organismi geneticamente modificati - Umberto Veronesi, Chiara Tonelli

Che cos'è davvero un OGM? Come lo si ottiene? Per molte persone la sigla OGM (Organismi geneticamente modificati) è sinonimo di danno per la salute, avvelenamento della natura, guerre fra interessi economici. AI contrario pochi sanno che la bio ingegneria potrebbe debellare la piaga della fame, rendendo le piante più resistenti alla scarsità di acqua o ai parassiti e più ricche di frutti. Per aiutare a scegliere i cibi sicuri non servono campagne allarmistiche, ma un'informazione corretta e completa. Gli autori spiegano con semplicità ed efficacia la tecnica di intervento sul DNA delle piante (la stessa che permette a persone portatrici di malattie genetiche di avere figli sani), facendo il punto sui recenti progressi e le ultime ricerche.

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Il diritto di morire - Umberto Veronesi

In queste pagine Umberto Veronesi affronta con grande rispetto ma senza falsi pudori l'argomento dell'eutanasia: un tema spinoso, sul quale con sempre maggiore frequenza è chiamata a confrontarsi la nostra società, nella quale le tecniche di terapia intensiva possono prolungare la vita vegetativa per un tempo indefinito. Il celebre oncologo spiega perché curare i pazienti talvolta diventa un modo per non prendersi cura di loro e chiarisce per quale motivo è urgente giungere a una normativa che anche in Italia dia valore giuridico al cosiddetto testamento biologico. Ma soprattutto pone un'ineludibile questione etica: è lecito impedire a un individuo di disporre della propria vita, anche quando è diventata invivibile?

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Dell'amore e del dolore delle donne - Umberto Veronesi

Umberto Veronesi, che da oltre cinquant’anni ascolta con attenzione il mondo femminile e combatte importanti battaglie scientifiche ed etiche che vedono al centro la donna, il corpo, il dolore, la maternità (raggiunta o negata), ha deciso di raccontare la propria esperienza. E lo fa attraverso le storie di molte donne che ha incontrato lungo tutta la sua vita, con le quali ha condiviso sentimenti, amicizie e lavoro. Donne che di volta in volta si sono trovate impegnate in una battaglia. Contro la malattia, i pregiudizi, la paura, la moralità, i dogmi religiosi, la disinformazione, l’ignoranza e l’ipocrisia. O semplicemente contro la consuetudine e il senso comune: né buono né cattivo, semplicemente granitico. Donne che hanno deciso, ognuna a proprio modo e con la propria voce o afonia, di combattere e di non cadere. E soprattutto di non rinunciare o lasciare che sia. Sono storie d’amore e di libertà. Sono storie intense, spesso semplici e lievi nella loro immediatezza. A volte dure e caparbie. Con una costante che, pur nella diversità degli anni e delle realtà, le accomuna tutte: la volontà di prendere in mano la propria vita e di buttare via il meno possibile. Così proprio il fatto che a raccontare sia un uomo (non un uomo qualsiasi, ma un uomo di scienza, di pratica e tecnica) permette di penetrare senza ipocrisie o sbavature retoriche un universo così connotato e a raccontare anche alle donne, senza imbarazzi o forzature, un mondo intimamente femminile.

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Malapolvere, Una città si ribella ai «signori dell'amianto» - Silvana Mossano

Dall'inizio del secolo scorso fino alla fine degli anni Ottanta, la lavorazione dell'amianto ha provocato nel territorio alessandrino un gigantesco disastro ambientale e procurato migliaia di lutti nella popolazione, tra gli ex operai e i cittadini del territorio. In particolare Casale Monferrato è diventata la città dell'Eternit, la multinazionale responsabile di una tragedia sociale destinata purtroppo a durare nel tempo. L'autore ricostruisce la storia dell'amianto in Europa, in particolare in Francia, dove la sua produzione è stata interdetta solo nel 1997 e in altri siti sul territorio italiano, dalla Sicilia, a Bari fino a Monfalcone. Racconta le lotte dei cittadini e dei Comuni, fino al maxi-processo Eternit che a Torino dovrà far luce sulla morte di oltre 3mila persone.

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L'occhio, le sue malattie e le sue cure. Volume 1 - Lucio Buratto

L’opera descrive in maniera semplice e chiara l’occhio, il suo sviluppo, i suoi difetti e le sue malattie. Presenta l’igiene oculare, la protezione dalle radiazioni tossiche e spiega come usare le lenti a contatto e gli occhiali da sole. Il volume offre anche un panorama degli interventi laser e chirurgici di maggior diffusione, che consentirà al paziente che si deve fare operare di capire meglio l’atto operatorio e il decorso postoperatorio.

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Diabete: necessari Controlli frequenti e periodici

Le persone a rischio o affette da diabete necessitano di cure e controlli costanti. L’assistenza deve essere fornita in primis dal medico di medicina generale, ma anche da un team di specialisti, coordinato da un medico diabetologo che comprende medici, infermieri, dietisti, podologi, professionisti di salute mentale, in grado di mettere in atto un approccio integrato di gestione della malattia.

In fase iniziale è necessario analizzare il paziente, la sua età, il suo stile di vita (attività lavorative, sport, abitudini alimentari, condizioni socio-economiche) la sua personalità e lo stato di salute complessivo (es. se presenta altre patologie o complicanze del diabete). Dopo la diagnosi è bene eseguire controlli periodici di laboratori o per monitorare la situazione generale del paziente.

CONTROLLI FREQUENTI A CASA – il paziente diabetico deve tenere sotto stretto controllo nella sua vita quotidiana il livello di glicemia (la quantità di zuccheri presenti nel sangue) per capire l’efficacia della cura e se la quantità eventualmente somministrata di insulina è sufficiente. Per questa finalità oggi sono molto utilizzati gli apparecchi elettronici che misurano la glicemia, poco invasivi ed economici.

CONTROLLI PERIODICI DI LABORATORIO – vengono eseguiti periodicamente (in genere ogni 2/3 mesi) e riguardano l'emoglobina glicosilata HbA1c, l’assetto lipidico, l’azotemia, la creatinemia, clearance della creatinina endogena, tiroide, anticorpi antimucosa gastrica, urine. Per gli altri controlli (es. fundus e cristallino dell'occhio, esame neurologico generale, visita dentistica, età ossea) si consiglia di effettuarne almeno una volta all’anno salvo diversa prescrizione medica. I valori da monitorare sono:

Glicemia a digiuno, Glicemia postprandiale, HbA1c, Glicosuria, Colesterolo totale, Colesterolo HDL, Trigliceridi, Pressione arteriosa.

Un altro controllo importante è l’esame delle urine. Consente di rilevare la quantità di zuccheri presenti nelle urine (test glicosuria).

CONTROLLI NEGLI SPORTIVI – Il livello di insulina è ritenuto un controllo particolarmente indicato prima di svolgere attività agonistiche sportive che richiedono un certo impegno. In questo caso si dovrebbe monitorare se l’organismo necessita di un’integrazione di zuccheri prima dell'inizio dello sforzo o se, al contrario, bisogna ridurre i livelli di zucchero presente nel sangue.

pubblicato da Rosvanna Lattarulo

di Farman & C. snc

La sterilità maschile in Italia è in aumento

Una recente indagine condotta a livello europeo dell’Instituto Valenciano de Infertilidad di Acante in Spagna ha analizzato il liquido semilane di circa 12 mila uomini di 13 paesi europei. L’Italia si colloca all’ultimo posto insieme a turchi e svedesi dopo Portogallo, Spagna, Norvegia, Olanda, Germania, Danimarca, Francia, Regno Unito e Irlanda.
A determinare l’infertilità sono la ridotta presenza di spermatozoi e la motilità degli stessi, fattori che possono essere strettamente correlati ad abitudini e stili di vita degli uomini. Il trend che si rileva quasi ovunque è un peggioramento lento e progressivo del liquido seminale. Nel 1940, ad esempio i giovani maschi europei avevano mediamente 100 milioni di spermatozoi per millilitro di liquido seminale. Oggi invece, nel 40% dei danesi si contano meno di 40 milioni per millilitro, considerando che per definizione si parla di sterilità quando il numero scende al di sotto dei 15 milioni. In Italia il trend è analogo: si stima che la quantità di spermatozoi cala del 5% ogni decennio.

Ultime ricerche condotte in questo ambito hanno confermato che tra le cause che possono determinare questa situazione bisogna certamente annoverare:

- Droghe ed anabolizzanti per migliorare le proprie performances in palestra;

- Alcool e sigarette: il fumo in particolare sembra che immobilizzi gli spermatozoi persino quando l’utilizzo è leggero. A conferma di questa tesi è stato condotto uno studio sui conigli presso l’Università di Catania che ha permesso di verificare che con un estratto di fumo in concentrazione analoga a quella che ha nel sangue un fumatore leggero gli spermatozoi perdono l’energia per potersi muovere in quanto bloccano i mitocondri, organelli disseminati nella coda degli spermatozoi.

- Smog ed altre sostanze tossiche contenute ad esempio nei cibi. L’esposizione prolungata a pesticidi e DTT ad esempio peggiora la qualità del liquido seminale in termini di concentrazione, mobilità e morfologia degli spermatozoi.

- Abituali allenamenti in bici. Il 60% dei ciclisti soffre di intorpidimento ai genitali, problemi di erezione e danni ai testicoli. Si consiglia a tutti di evitare la mountain bike e di fare pause ricorrenti durante le uscite prolungate in bicicletta. La bici può essere ritenuta secondo le indagini condotte un fattore di rischio.

- L’esposizione alle onde elettromagnetiche del telefonino possono influire sul calo di concentrazione e motilità degli spermatozoi.

Infine è bene ricordare che anche l’esposizione del feto nei primi mesi di vita ad ormoni o sostanze ormonosimili possono determinare delle conseguenze per la fertilità nel futuro nascituro.

Dal canto loro, gli urologi sostengono l’importanza di giungere presto ad una diagnosi. In Italia circa il 25% degli uomini è interessato dal varicocele, l’ingrossamento della vena del testicolo che nel 50% dei casi provoca sterilità. E sono in aumento le infezioni, batteriche e virali, la mancata discesa del testicolo e le alterazioni ormonali che andrebbe operata entro il primo anno di età se non si vuole aggravare le capacità riproduttive del futuro uomo.

pubblicato da Rosvanna Lattarulo

di Farman & C. snc

Sindrome metabolica: un aiuto dal latte e dai formaggi

La sindrome metabolica è quell’insieme di patologie che possono portare a rischi di carattere cardiovascolare, dovuti alla riduzione della tolleranza al glucosio e la resistenza all’azione dell’insulina; essa viene diagnosticata quando una persona presenta tre o più dei seguenti sintomi:

• obesità centrale, caratterizzata da una circonferenza vita ≥ a 102 cm nei maschi e 88 cm nelle femmine;

• alto livello dei trigliceridi nel sangue ( ≥ 150 mg/dl);

• basso livello di colesterolo HDL (≤ 40 mg/dl nei maschi e 50 mg/dl nelle femmine);

• ipertensione arteriosa;

• alti livelli di glicemia a digiuno.

Dai sintomi si deduce il ruolo fondamentale che hanno le alterazioni del metabolismo degli zuccheri e quello dei grassi nello sviluppo della sindrome X e indirettamente rimanda ai fattori ambientali, come sedentarietà e alimentazione scorretta, che vanno ad unirsi a quelli genetici alla base della sindrome.

La ricerca realizzata dagli scienziati dell’Università di Cardiff e pubblicata sul Journal of Epidemiology and Community, hanno evidenziato, dopo uno studio condotto per circa vent’anni su quasi duemilacinquecento persone fra i 45 e 59 anni, che chi fa un utilizzo abituale nella propria dieta di latte, formaggio e yogurt riduce la probabilità di ammalarsi di sindrome metabolica.

Lo studio ha evidenziato che i pazienti che bevono almeno quotidianamente mezzo litro di latte riducono la probabilità di circa il 60% di ammalarsi rispetto a coloro che non ne bevono assolutamente; risultati analoghi si sono ottenuti anche dal confronto fra i consumatori abituali di formaggi, yogurt e latticini rispetto coloro che non ne fanno uso e consumo.

La correlazione ed i benefici riscontrati sono essenzialmente dovuti al calcio ed alla vitamina D che diversi studi hanno dimostrato la loro efficacia contro il diabete. Ovviamente si parla sempre di uso regolare e non eccessivo in quanto un eccesso di questi prodotti può provocare effetti contrari dovuti all’eccesso di grasso.

Si ricorda che è sempre consigliata una dieta varia associata a pratica di sport quotidiano.

pubblicato da Imma Manna
di Giaden Cosmetici srl

CORSO PRATICO DI ALIMENTAZIONE SANA E NATURALE 3 volumi - ISTITUTO RIZA

Il Corso offre una buona formazione in campo nutrizionale grazie all'insegnamento di esperti certificati del settore dietologico, nutrizionale e naturopatico. Esso si caratterizza per l'ampia parte pratica e si sviluppa in semplici ed efficaci lezioni che permettono di acquisire le informazioni con estrema facilità. È rivolto a chiunque voglia prendersi cura di sé e dei propri cari in modo naturale, sicuro ed efficace, e a tutti coloro che vogliono acquisire conoscenza dei vari aspetti della nutrizione.

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DISABILITA' INTELLETTIVA E SESSUALITA' - Lolli Franco; Papegna Stefania; Sacconi Fabio

La medicina - in particolar modo quella riabilitativa - considera il corpo del disabile come uno strumento di efficienza personale da preservare nel massimo stato di salute possibile. Il corpo, inteso come insieme di organi da far funzionare al meglio, viene così a trovarsi al centro di interventi di cura, di assistenza, di pratiche igieniche, di programmi rieducativi, di protocolli terapeutici. Ridotto ad "ingranaggio" da riparare, si svuota di ogni trascendenza; ogni sua manifestazione di vitalità - tanto più se inattesa - è prosciugata di senso e liquidata come problematica espressione sintomatica. La dimensione sessuale subisce, in questa scena di negazione generalizzata, un trattamento di esclusione radicale. La ricerca del piacere connessa alla pulsionalità del corpo è mal tollerata, quando non apertamente stigmatizzata. Operatori e familiari di persone disabili, interessati alla comprensione di questo lato profondamente enigmatico dell'esistenza del malato, si trovano spesso disorientati di fronte a comportamenti che impongono considerazioni inedite. Questo libro interroga alcuni specialisti del settore dell'handicap intellettivo sulla delicata questione della vita libidica del paziente con insufficienza mentale, promovendone una riflessione e un approfondimento assolutamente originali.

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