google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 SALUTIAMOCI: Balbuzie: Il Counseling applicato alla terapia google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Balbuzie: Il Counseling applicato alla terapia

L’ampiezza del campo applicativo del counseling raccoglie anche l’intervento sul disturbo balbuzie, permettendo di superare i confini spesso limitanti dell’approccio squisitamente fonetico in modo da coinvolgere anche l’aspetto relazionale e la componente d’ansia che accompagna inevitabilmente la ridotta capacità di comunicazione. Un approccio multidisciplinare con tecniche immaginative, comportamentali e linguistiche.

La balbuzie è un disturbo cronico del linguaggio spesso sottovalutato, oggetto di poche ricerche cliniche ma di cui ormai si sa molto: colpisce in modo permanente circa 2 persone su 100, con altissima incidenza sulla popolazione affetta da trisomia del cromosoma 21, ha componente neurobiologica e altera in modo fluttuante la produzione del linguaggio. Causa gravi ricadute emotive, influenza il rendimento scolastico e lavorativo, genera un grave senso di inferiorità e dipendenza dagli altri.
Il counseling applicato alla balbuzie favorisce la liberazione delle naturali capacità di recupero della persona che balbetta. Persona che balbetta, invece che balbuziente, per sottolineare l’attenzione centrata sulla persona più che sul disturbo. In questo senso, il trattamento della balbuzie applicato dal Centro Counseling Balbuzie è, prima di tutto, una relazione umana tra operatore e utente. La richiesta del cliente è chiara e circoscritta (ricevere aiuto per smettere di balbettare): per rispondere efficacemente non si deve ignorare la carica di contenuti emotivi che ciò comporta.
Crowe ha asserito: "... la questione dell’opportunità di un counseling all’interno della pratica clinica del trattamento della balbuzie è retorica. Il counseling, infatti, si presenta nella maggioranza degli incontro per ogni tipo di terapia…" (Applications of counseling in speech-language pathology and audiology, Williams & Wilkins, 1997).
Il programma di recupero dal disturbo balbuzie applicato nel Centro Counseling Balbuzie con la tecnica elaborata dalla dott.ssa Elena Marino è rivolto a adulti e bambini oltre i 7 anni che presentino sintomi di balbuzie di qualsiasi entità. E’ applicabile in gruppi terapeutici fra i 3 e i 10 partecipanti (raggruppati in base ad una attenta scelta, per favorire il confronto e la crescita) più uno o due Operatori specificatamente preparati, che si incontrano per 15 sedute consecutive di circa 3 ore l’una e poi per 10 sedute a cadenza mensile. Il percorso coinvolge sia la sfera fonica che la sfera emotiva per un intervento decisivo sulla balbuzie e sulle sue ripercussioni quotidiane.
Interviene inizialmente sul laringospasmo, contrastando il balbettamento tramite semplici tecniche di facilitazione della fluenza, per aprire lo spazio ad un percorso di un counseling orientato all'acquisizione della capacità di un controllo che permette la risoluzione stabile della balbuzie.
La natura consiliare dell’intervento, attuato in un gruppo terapeutico, crea le condizioni adatte alla socializzazione delle emozioni e alla solidarietà allentando la resistenza al cambiamento. Fa così emergere e sostiene la motivazione a mettersi in gioco nel dialogo e nelle prestazioni verbali in genere, abilità verbali che chi balbetta vede compromesse nel profondo.
Particolare importanza riveste il momento della prima visita, che procede dalla compilazione di un questionario autovalutativo all’indagine oggettiva dell’entità del disturbo nonchè del vissuto del cliente, della motivazione e dell’opportunità o meno di un trattamento fino alla trasmissione di informazioni generali sulla balbuzie.
Chi balbetta entra in contatto con una concreta possibilità di soluzione che passa attraverso una relazione con il Counselor, integrata ovviamente da opportune tecniche ortofoniche, che costituisce la maggiore cifra distintiva della proposta terapeutica. Abbraccia il balbuziente nel suo bisogno di essere riconosciuto e amato. Una metodologia che rispetta le sofferenze, le rinunce, le umiliazioni di chi crede di "non potere riuscire" ma offre una valida alternativa nel cammino della parola. Non dimentica il mondo relazionale della persona che balbetta. Per cui coinvolge sempre almeno un familiare del minore e, laddove sia possibile, anche della persona adulta.